Gen 30, 2011
Rispetto dell’ambiente, risparmio energetico e risposte all’emergenza abitativa: queste le tre priorità del Comune che si concretizzano nei cinque alloggi di edilizia residenziale pubblica, in via Lombarda, inaugurati a Marlia. E’ il primo esempio in Toscana di bioarchitettura delle case Erp. (altro…)
Gen 30, 2011
Importante contributo culturale del liceo scientifico “E. Majorana” di Capannori alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia promosse del Comune. “La costruzione dell’identità italiana a partire dal Risorgimento” è il titolo di un ciclo di incontri che il liceo ha organizzato da febbraio ad aprile.
«Il percorso sul risorgimento inizialmente era rivolto agli studenti del nostro liceo – spiega il dirigente scolastico, del liceo scientifico “E. Majorana” Luigi Lippi – ma abbiamo ritenuto opportuno estenderlo a tutta la cittadinanza per l’importanza dell’evento e per il radicamento della scuola sul territorio». (altro…)
Gen 30, 2011
IL Tirreno
Straniera a casa propria. Ha suscitato scalpore e commozione la storia di Xu Zhanxing, cinese di Follonica che questa estate, dopo otto anni di lotta per avere la cittadinanza, ha preso carta e penna e con «le lacrime agli occhi» ha scritto al questore. Una lettera sfogo di chi si sente straniero in quella che considera «casa propria», «di una ragazza che pretende rispetto e fa parte di una generazione, quella dei figli d’immigrati che lottano per avere gli stessi diritti dei loro coetanei perché sono anche loro italiani».
Zhanxing Xu ha 21 anni, ed è una studentessa modello, a tal punto da ricevere un premio dopo la maturità nel 2008. Per la legge, però, non basta per essere italiana.
Sogno una famiglia italiana. Yolanda Albarado, 30 anni, due lauree, è impiegata presso uno sportello dell’Anolf, l’Associazione della Cisl che si occupa di immigrati. Yolanda è peruviana, ed è approdata in Italia per ricongiungersi alla mamma, che fa la domestica. Si sente peruviana nel sangue, ma anche cittadina italiana. «Il maggiore problema di noi figli di immigrati? Sicuramente quello dell’abbandono scolastico. Un po’ perché scoraggiati dal fatto che gli studi spesso non ci consentono di emanciparsi sul piano professionale. E un po’ per le difficoltà economiche della famiglia siamo costretti a non prosegue gli studi e ad andare a lavorare», risponde Yolanda.
Senegalese e livornese. Mohamed Fall ha diciotto anni ed è nato a Cecina da genitori senegalesi arrivati in Italia nel 1989. Frequenta la IVº all’Iti Galileo Galilei di Livorno ed è iscritto alla Croce Rossa. Ama Livorno e il giorno in cui gli sono stati finalmente consegnati i documenti come cittadino italiano ha festeggiato. «Mi sento italiano al 100% e lo ero anche senza documenti. Questo però non significa dimenticare le mie origini. Sono stato spesso in Senegal e la considero una seconda casa, ma il mio futuro è in Italia». Rispetto ai suoi genitori, avendo la possibilità di andare a scuola, ha avuto meno difficoltà nell’inserirsi e farsi degli amici ma è «innegabile che la società italiana sia ancora piena di pregiudizi nei confronti di chi risulta “diverso”». Mohamed tiene a sottolineare che avere due culture nel sangue, «è e sarà sempre un vantaggio».
Perché non posso votare? «Dopo oltre 10 anni di permanenza mi sento assolutamente italiano: eppure mi viene proibito di votare quando invece penserei di avere già idee chiarissime a riguardo…», si lamenta Kalid Ezzouhri, 24 anni, originario del Marocco, pratese di adozione, arrivato in Italia nel 2001, assieme alla madre e ai due fratelli di 21 e 15 anni per ricongiungersi al padre, operaio, partito dieci anni prima. Diplomatosi come perito elettronico, nel 2009 sperava di coronare il suo sogno entrando come tecnico nelle Ferrovie dello Stato. Strada però sbarratagli dalla mancanza della cittadinanza italiana. «E’ un assurdo. Dopo dieci anni ancora non sono considerato cittadino italiano», dice Kalid.
Un cinese sindaco. Junyi Bai, 30 anni, presidente di Associna di Prato, è figlio di migranti cinesi approdati a Prato negli anni ’90. Laureato in giurisprudenza presso l’università di Firenze, lavora attualmente presso uno studio legale. «Da piccolo sono stato offeso per il colore della pelle, però è vero che anche i miei connazionali spesso sono troppo chiusi. Io mi sento sia italiano sia cinese. I genitori mi hanno insegnato la cultura cinese, mentre il mio vissuto è italiano», racconta Bai. «Noi immigrati della seconda generazione ci scontriamo con una società per certi aspetti benevola, ma per altri immatura, diffidente ed impregnata di stereotipi su chi ha un aspetto differente. Una “società matrigna”».
Bai è convinto che «le seconde generazioni possono rappresentare una ricchezza per l’Italia stessa nell’ottica di un mondo sempre più globalizzato». «Fra dieci anni un sindaco cinese a Prato? Sarebbe bellissimo», conclude.
Non voglio fare la badante. E c’è chi la cittadinanza italiana è riuscita ad ottenerla, due anni. Si tratta di Marwa Karakiri, 20 anni, nata in Italia da genitori marocchini e residente a Capannori. Marwa frequenta il primo anno di giurisprudenza all’università di Pisa e spiega così la differenza tra prima e seconda generazione. «A differenza dei nostri genitori, noi non potremo accontentarci di fare la domestica o la colf. Noi che ci sentiamo italiani vogliamo diventare politici, magistrati, avvocati. Ci battiamo perché ci vengano riconosciute le nostre competenze e professionalità», spiega Marwa. Che aggiunge: «Per noi un problema è la mancanza di sensibilità, presente ancora in tante famiglie, dell’importanza del tema dell’istruzione: per molti questa è ancora oggi il minimo indispensabile per andare a lavorare», conclude la giovane marocchina di Capannori.
Juventus e Marrakech. Omar Sahi ha 17 anni anni, è nato a Prato ma vive a Pistoia dove frequenta l’ultimo anno all’Iti. I suoi genitori sono arrivati in Italia dal Marocco nel 1988 e hanno altre due figlie, una di otto e l’altra di quattordici anni. Le sue grandi passioni sono viaggiare, ascoltare musica e la Juventus.
«Amo l’Italia in tutto e per tutto, ma la verità è che nell’animo mi sento marocchino. Ogni volta che vado a trovare la mia famiglia e i miei amici laggiù, mi sento capito, accolto». Il suo sogno è di poter terminare al più presto gli studi per cominciare a lavorare e costruire il suo futuro. «Mi piacerebbe tornare in Marocco, vivere a Marrakech. Questo però non significa che non mi piaccia l’Italia, anzi, è un paese bellissimo che mi sta dando tante opportunità e che è e sarà sempre casa mia».
Rabeb e Sabrina. Rabeb Khemais ha 21 anni, vive a Grosseto, ed è nata da genitori tunisini, arrivati in Italia nel 1987. Sogna di avere un lavoro stabile in modo da poter fare presto dei figli. Ciò che ama di più dell’Italia è la libertà, «il mare, però, è più bello in Tunisia». Sabrina, sedici anni, è sua sorella e frequenta l’istituto professionale “Luigi Einaudi”. Entrambe si definiscono italo-tunisine, ma si sentono molto fortunate e ringraziano i proprio genitori per aver deciso di trasferirsi in Italia. «Se fossimo nate in Tunisia avremmo avuto molte meno opportunità e poca libertà. In noi vivono entrambe le culture e sono egualmente importanti». Non hanno avuto grosse difficoltà nell’inserirsi, anche se ritengono che la società italiana sia ancora troppo piena di pregiudizi nei confronti degli immigrati.
Scontro tra generazioni. Infine Matilde Rrukaj, 23 anni, tecnico dei servizi sociali, arrivata in Italia dall’Albania, vive a Pistoia con i genitori (il padre è operaio presso un vivaio) racconta che il problema più grande delle seconde generazioni è quello dell’integrazione, dovuto in molti casi a famiglie «che pensano di crescere i proprio figli ancora nel loro paese d’origine e non in Italia». I padri si sentono stranieri, i figli italiani. Una differenza che incide nel modo di vivere: «I nostri genitori sono più tradizionalisti. Noi ci sentiamo più moderni e a nostro agio nella realtà italiana».
Gen 30, 2011
Ci sono donne che ogni mattino partono all’alba per raggiungere la fabbrica, la scuola, l’ufficio; ce ne sono altre che restano a casa e non si fermano mai. (altro…)
Gen 28, 2011
Una cultura del mangiar sano. La vuole promuovere l’amministrazione Del Ghingaro grazie a una revisione del menù delle mense scolastiche, attualmente allo studio, che potrebbe essere operativa a partire dal prossimo settembre. A beneficiare della nuova composizione dei pasti sarebbero, in una fase sperimentale, i nidi d’infanzia comunali, a cui si aggiungerebbero, in un secondo tempo, anche le altre scuole. La nuova dieta, messa a punto in collaborazione con un nutrizionista, sarebbe calibrata per prevenire patologie quali l’obesità e le malattie cardiovascolari la cui insorgenza è facilitata da un’alimentazione non corretta a partire da piccoli. (altro…)
Gen 28, 2011
Il Tirreno
CAPANNORI. Recuperare i vecchi viottoli e le antiche redole e metterle a disposizione di pedoni e ciclisti. È il progetto emerso dall’ultima riunione della Commissione mobilità del Comune di Capannori, che unisce politici, amministratori e cittadini. Una ventina i capannoresi presenti e proprio da loro è emersa la necessità di mettere a disposizione di chi non si sposta in auto percorsi alternativi e sicuri.
Buona la partecipazione alla Commissione, che non si riuniva da oltre un mese. Accantonati i grandi temi e progetti (a cominciare dai nuovi assi, sui quali non ci sono sostanziali novità), politici e cittadini hanno deciso di concentrarsi sui problemi quotidiani e risolvibili. E dato che il traffico, soprattutto nella zona centrale e attorno a Lammari e Marlia, attanaglia ormai tanto le vie principali che la viabilità secondaria, i membri della commissione hanno deciso di elaborare delle strategie alternative, se non altro per garantire a chi non utilizza l’auto o i mezzi pubblici, ma si sposta a piedi o in bicicletta, delle vie di collegamento tra i vari paesi che siano sicure.
E così tornano di moda le vecchie redole ed i viottoli di campagna, dei quali il Capannorese è ricchissimo. Da trasformare in piste ciclabili e pedonabili che colleghino i centri abitati ed i servizi di maggior interesse, come le scuole. Un modello già applicato in molto paesi europei, ma ancora troppo poco conosciuto in Italia, anche in quelle zone, come la Piana, dove è facilmente realizzabile.
La prima fase del progetto, che ha visto esprimere parere positivo anche da parte del neo assessore ai lavori pubblici e alla mobilità Luca Menesini, si concentrerà sull’individuazione dei viottoli e delle redole che potranno essere recuperate e utilizzate. Fondamentale in questa prima fase proprio l’aiuto dei cittadini che fanno parte della commissione e che conoscono bene il territorio e sono in grado di indicare le vie di campagna da riscoprire. Alcune sono già state indicate, come la redola che collega la parte alta di Marlia con la scuola elementare (il progetto è già stato preparato e presentato da un’associazione locale), o una vecchia via che sarebbe in grado di collegare Capannori a Lucca, dando modo a pedoni e ciclisti di rimanere lontani da automobili e camion, smog e traffico.
La Commissione mobilità tornerà a riunirsi il 17 febbraio e probabilmente ci saranno già delle novità su questo progetto. Non è da escludere, tuttavia, che si torni presto a parlare anche degli assi viari e della situazione di stallo in cui le amministrazioni si trovano a riguardo. La presenza di molti marliesi e lammaresi alla commissione lascia pensare che il problema viabilità è tutt’altro che dimenticato.
Gen 27, 2011
Il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, è universalmente riconosciuto come il giorno della memoria, celebrazione istituita perché gli orrori del passato non si ripetano in futuro.
Ricordare quanto accaduto è infatti (altro…)