Buon lavoro Presidente.

Buon lavoro Presidente.

Dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, si sprecano, come è consueto, i commenti politici, molti riguardano il passato di Mattarella, molti mettono l’accento sul presente e sul ruolo di Matteo Renzi.

Io vorrei invece soffermarmi sulla parabola umana di colui che è diventato Presidente della Repubblica.

Una storia che inizia tragicamente, con la morte del fratello, ucciso dalla Mafia: Sergio era lì, insieme alla famiglia. Vedere un fratello ucciso ha aperto una ferita mai rimarginata. E al tempo stesso ha tirato fuori, in quell’uomo dall’aspetto mite, una forza e una determinazione che lo hanno portato a ricoprire incarichi prestigiosi sino ad arrivare ai vertici dello Stato Italiano.

Poi, a distanza di anni, la morte della moglie e la sua vita, ancora più riservata, in una foresteria umile e modesta. Poche ore fa l’attesa dell’esito, insieme alla famiglia, in un clima di trepidante ma composta attesa. E quel viaggio con una Panda grigia…

I suoi primi atti: l’omaggio alle Fosse Ardeatine, la telefonata a Ciampi e la visita a Napolitano, due Presidenti di alto spessore morale e politico.

Così quell’uomo schivo e di poche parole ha pronunciato, standosene in silenzio, parole pesanti come macigni.

Buon lavoro Presidente!

 

Del Ghingaro pronto alla corsa per le regionali

Del Ghingaro pronto alla corsa per le regionali

Da “Il Tirreno”
di Duccio Casini
Ormai è una certezza: Giorgio Del Ghingaro, esponente del Partito democratico e per dieci anni sindaco di Capannori, dà la propria disponibilità a presentarsi come candidato consigliere alle elezioni regionali in programma (data ancora da indicare) a metà maggio. L’annuncio ufficiale arriverà probabilmente ai primi della prossima settimana, ma il dado è tratto anche se il diretto interessato si trincera dietro un diplomatico no comment. Non rilascia alcuna dichiarazione e tuttavia i suoi fedelissimi sono pronti a mettere la mano sul fuoco: il nome di Del Ghingaro sarà presente sulla scheda elettorale. Sarà un duello con il compagno di partito Stefano Baccelli, che a marzo si dimetterà dalla presidenza dell’amministrazione provinciale per essere libero di candidarsi. Tra i due le polemiche sono state all’ordine del giorno nel corso degli ultimi anni. L’ultima è legata proprio alle consultazioni regionali. Sotto Natale, Del Ghingaro aveva sostenuto che Baccelli sbaglia a lasciare Palazzo Ducale affermando che si tratta di un tradimento nei confronti di chi lo aveva votato e di un comportamento discutibile verso i dipendenti dell’ente, il cui futuro è incerto vista la soppressione delle Province. La risposta di Baccelli era stata netta: aveva accusato l’ex sindaco, senza peraltro citarlo, di “exitudine”. I due politici si ritroveranno in corsa da avversari. Resta da vedere quanti saranno gli altri esponenti della Lucchesia perché l’ipotesi – per ora non smentita – è che il nostro territorio debba esprimere cinque candidati su un totale di otto. Due uomini (e ci siamo) e tre donne. Sicura appare Cecilia Carmassi già componente della segreteria nazionale Pd ai tempi di Bersani, probabile Gabriella Pedreschi, ex assessore provinciale, già bersaniana e ora renziana, capace di attrarre voti anche dalla sinistra del Pd. Da scegliere la terza candidata. La Versilia, in base a questi calcoli, dovrebbe perciò mettere sul tavolo una donna e due uomini. Vale a dire Michele Sillicani ex primo cittadino di Stazzemna, di provata fede renziana, e Ettore Neri sindaco di Seravezza, non renziano, indicato come il candidato più autorevole al di là del Quiesa. Da indicare la candidata. A ratificare le candidature sarà la direzione territoriale del Partito democratico, passaggio che potrebbe avvenire a febbraio. Prima il Pd regionale deve indicare le regole, che al momento non ci sono. Con la nuova legge elettorale i cittadini potranno esprimere le preferenze. È stato introdotto il principio dell’alternanza di genere. Il voto alla lista potrà essere accompagnato dall’espressione di uno o due voti di preferenza. In caso di due voti di preferenza, essi devono essere espressi in favore di candidati di genere diverso, pena la nullità della seconda preferenza. Duccio Casini ©RIPRODUZIONE RISERVATA

In classe siamo tutti uguali

Kawtar ha dodici anni, due grandi occhi neri che oggi trasmettono inquietudine. Come ogni mattina entra in classe, prende i libri e li sistema sul banchino. Ma sa che oggi sarà una giornata diversa: accanto ai compiti e alle operazioni di matematica si parlerà della Francia, del terrorismo di matrice islamica. I suoi compagni la guarderanno, forse con occhi diversi, lei che in casa legge il Corano e osserva il Ramadam.

Eppure Kawtar si sente uguale agli altri, con Matteo e Giulia condivide la passione per la corsa, con Ilaria e Isabella si reca spesso in giro per le vie del paese.

E’ nata in Italia, è cresciuta in questo Paese, sì d’estate torna in Marocco, ma poi non vede l’ora di tornare a casa, la sua casa.

Quanto sta accadendo in queste ore non c’entra niente con la sua religione, quello è terrorismo e il terrorismo non conosce confini, non si identifica con il colore della pelle.

Ma lei si sente triste, solo i suoi compagni, avvicinandola e trattandola come se niente fosse cambiato, sanno consolarla.

“Io sono ancora una ragazzina – pensa – ma voglio lottare per un mondo migliore, un mondo di pace”. Lo dice ad alta voce, mentre in classe l’insegnante parla dei fatti di queste ore.

Scende una lacrima, non è tristezza, è una lacrima di gioia: oggi quella ragazzina ha capito che dalle piccole cose iniziano le grandi imprese.

E costruire la pace è quanto di più bello e impegnativo si possa fare. Ciascuno nel proprio piccolo mondo.

 

Auguri per radio

Auguri per radio

Un Natale di diversi anni fa, col primo stipendio, mi regalai una radio mangianastri, sapete di quelle grosse che andavano di moda all’epoca e che qualcuno addirittura portava sulle spalle, per darsi un tono. Era nera, con le rifiniture in metallo, funzionava a pile e ad elettricitá. Gracchiava a volte, ma a volte andava così bene, che le cassette, registrate da pirata, andavano a meraviglia e sembrava d’essere lì con chi cantava. Quello é stato senza dubbio uno dei regali più graditi che mai mi sia fatto, probabilmente quello più significativo, perchè a vent’anni rappresentava la mia emancipazione economica dalla famiglia, mi faceva entrare nel mondo dei cosiddetti “grandi”, che potevano scegliere come spendere i propri soldi, mi faceva entrare in possesso di uno dei cosiddetti “status symbol” dell’epoca, rompendo tutti i miei tabù ideologici sull’apparire rispetto all’essere. Capii che non ci sono solo zone grigie nella vita, ma anzi ogni tanto un po’ di sano colore dell’effimero, le riempie e le fa apparire accettabili.
Ecco, vi ho raccontato questa stupidaggine perchè penso che oggi difficilmente un ventenne può fare questa esperienza. A quell’età raramente si trova un lavoro, tanto meno si diventa indipendenti economicamente, insomma oggi non si hanno le speranze di due o tre decenni fa e i ragazzi, i giovani, non riconoscono più il loro percorso nel futuro. Troppi ostacoli che noi non avevamo, troppa incertezza messa di fronte a loro. Noi siamo stati più fortunati è indubbio, noi abbiamo il dovere di aiutarli.
Per questo il mio vero augurio ai ragazzi che hanno venti o trent’anni, non è quello di vincere ad una lotteria, ma uno un po’ meno brillante, anche se per me più significativo e simbolico, cioè quello di riuscire a comprarsi una bella radio, magari col mangianastri incorporato ed esagerando rifinita anche in metallo toh…!
Buona musica per il futuro ragazzi.

La cena del Pd

La cena del Pd

Vi ricordate le sane vecchie cene di finanziamento delle sezioni del partito, con i cuochi volontari strepitosi? Ora le sezioni si chiamano circoli, il partito è diventato un po’ più liquido, ma i volontari sono ancora strepitosi.
Qualche sera fa cena al circolo Centro Storico pd di Lucca, con quell’aria un po’ demodè e accogliente, tra le foto e i manifesti attaccati alle pareti: Gramsci, Berlinguer accanto a un volto caro che come loro non c’è più.
Poi tanti visi, tante mani, tanti sorrisi e…Tanto pesce!
Ah, dimenticavo, l’offerta era di 25 euro, non di mille…
Mando un grande: BRAVI a quei ragazzacci di tutte le età che mi han fatto passare davvero una bella serata.

La sinistra non è un opinione

La sinistra non è un opinione

La sinistra non è un’opinione.
Raramente vado a prendere mia figlia all’asilo nido. E’ successo ieri e ho così appreso che il Comune di Lucca ha deciso di tagliare alcune ore di lavoro alle ausiliarie che operano in quella struttura. Di fronte a questo, da cittadino, mi sono sentito impotente e amareggiato. Capisco che siamo in un momento difficile e che i Comuni hanno difficoltà di bilancio, ma tagliare sui servizi educativi mi sembra una scelta alquanto discutibile e che rischia di far pagare la crisi a persone e categorie sociali che certamente non hanno bisogno di interventi di spending review.
Poi ho pensato a cosa significa essere progressisti e di sinistra se non tutelare le fasce più deboli della popolazione, a cosa significa vivere in uno stato sociale dove i servizi alla persona sono un tassello fondamentale di un sistema che dovrebbe garantire equità e coesione sociale.
Sono tornato a casa con tanti dubbi e con una certezza: tagliare non può significare cancellare poste di bilancio in modo orizzontale senza una programmazione razionale e a lungo termine. Nelle scelte di politica amministrative bisogna darsi delle priorità e perseguirle: il sociale, l’educazione, la cultura devono stare al primo posto. Perché, se non è così significa che non ci sono prospettive, che non si è in grado di tutelare quei servizi alla persona che fanno parte della nostra identità e soprattutto che non si è di sinistra.

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