Feb 2, 2015
Dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, si sprecano, come è consueto, i commenti politici, molti riguardano il passato di Mattarella, molti mettono l’accento sul presente e sul ruolo di Matteo Renzi.
Io vorrei invece soffermarmi sulla parabola umana di colui che è diventato Presidente della Repubblica.
Una storia che inizia tragicamente, con la morte del fratello, ucciso dalla Mafia: Sergio era lì, insieme alla famiglia. Vedere un fratello ucciso ha aperto una ferita mai rimarginata. E al tempo stesso ha tirato fuori, in quell’uomo dall’aspetto mite, una forza e una determinazione che lo hanno portato a ricoprire incarichi prestigiosi sino ad arrivare ai vertici dello Stato Italiano.
Poi, a distanza di anni, la morte della moglie e la sua vita, ancora più riservata, in una foresteria umile e modesta. Poche ore fa l’attesa dell’esito, insieme alla famiglia, in un clima di trepidante ma composta attesa. E quel viaggio con una Panda grigia…
I suoi primi atti: l’omaggio alle Fosse Ardeatine, la telefonata a Ciampi e la visita a Napolitano, due Presidenti di alto spessore morale e politico.
Così quell’uomo schivo e di poche parole ha pronunciato, standosene in silenzio, parole pesanti come macigni.
Buon lavoro Presidente!
Gen 9, 2015
Kawtar ha dodici anni, due grandi occhi neri che oggi trasmettono inquietudine. Come ogni mattina entra in classe, prende i libri e li sistema sul banchino. Ma sa che oggi sarà una giornata diversa: accanto ai compiti e alle operazioni di matematica si parlerà della Francia, del terrorismo di matrice islamica. I suoi compagni la guarderanno, forse con occhi diversi, lei che in casa legge il Corano e osserva il Ramadam.
Eppure Kawtar si sente uguale agli altri, con Matteo e Giulia condivide la passione per la corsa, con Ilaria e Isabella si reca spesso in giro per le vie del paese.
E’ nata in Italia, è cresciuta in questo Paese, sì d’estate torna in Marocco, ma poi non vede l’ora di tornare a casa, la sua casa.
Quanto sta accadendo in queste ore non c’entra niente con la sua religione, quello è terrorismo e il terrorismo non conosce confini, non si identifica con il colore della pelle.
Ma lei si sente triste, solo i suoi compagni, avvicinandola e trattandola come se niente fosse cambiato, sanno consolarla.
“Io sono ancora una ragazzina – pensa – ma voglio lottare per un mondo migliore, un mondo di pace”. Lo dice ad alta voce, mentre in classe l’insegnante parla dei fatti di queste ore.
Scende una lacrima, non è tristezza, è una lacrima di gioia: oggi quella ragazzina ha capito che dalle piccole cose iniziano le grandi imprese.
E costruire la pace è quanto di più bello e impegnativo si possa fare. Ciascuno nel proprio piccolo mondo.
Dic 15, 2014
Vi ricordate le sane vecchie cene di finanziamento delle sezioni del partito, con i cuochi volontari strepitosi? Ora le sezioni si chiamano circoli, il partito è diventato un po’ più liquido, ma i volontari sono ancora strepitosi.
Qualche sera fa cena al circolo Centro Storico pd di Lucca, con quell’aria un po’ demodè e accogliente, tra le foto e i manifesti attaccati alle pareti: Gramsci, Berlinguer accanto a un volto caro che come loro non c’è più.
Poi tanti visi, tante mani, tanti sorrisi e…Tanto pesce!
Ah, dimenticavo, l’offerta era di 25 euro, non di mille…
Mando un grande: BRAVI a quei ragazzacci di tutte le età che mi han fatto passare davvero una bella serata.