27.02.2011 Malati di consumismo la Caritas in aiuto dei nuovi poveri

Il Tirreno

Un aiuto economico per le famiglie in difficoltà. Ma soprattutto un’assistenza per ottimizzre l’uso del budget disponibile. Questo l’obiettivo del progetto “Cammini di giustizia” promosso dalla Caritas diocesana di Lucca con il sostegno finanziario della Provincia e della Fondazione Cassa di Risparmio, che si propone di soccorrere quei nuclei familiari economicamente vulnerabili che le recenti statistiche definiscono “poveri da consumo”.
Il progetto intende affiancare loro un tutor volontario che li accompagni lungo un percorso verso la consapevolezza di una gestione oculata degli introiti familiari, rivedendo il tenore di vita al quale erano abituati.
Una migliore attenzione alla spesa quotidiana e al risparmio energetico all’interno delle abitazioni. Ma anche il contenimento degli acquisti superflui, pilotati da un ammiccante e pericoloso tam tam pubblicitario che spesso porta a fare il passo più lungo della gamba e scivolare nel vicolo cieco degli acquisti rateizzati. Dal quale diventa impossibile uscire se le entrate sono inferiori alle uscite.
L’idea nasce dalla constatazione di un preoccupante aumento degli accessi (oltre 300 in più nel 2009 rispetto al 2010) ai centri di ascolto Caritas, da parte di famiglie con problemi economici, spesso correlati agli stili di consumo. Una tendenza denunciata anche nel Dossier sulle povertà della Toscana 2010, curato dalla Delegazione Caritas Toscana.
Il progetto lucchese, redatto da Donatella Turri e Valentina Panattoni della Caritas, del costo di 50mila euro, è indirizzato a 35 famiglie italiane e straniere (15 nella Piana di Lucca, 10 nella Valle del Serchio e 10 in Versilia) selezionate dai servizi sociali e i centri di ascolto parrocchiali.
Ognuna beneficerà di un contributo di 1000 euro una tantum e sarà seguita per un anno da un volontario che le aiuterà a modificare le loro abitudini. I volontari – almeno 5 – saranno scelti tra persone con una particolare predisposizione alla relazione e al dialogo, e con una spiccata attenzione nei confronti degli stili di vita e della sostenibilità ambientale. Visiteranno le famiglie 2 volte al mese, nei primi sei mesi. In seguito, ci sarà un monitoraggio, con due visite previste nei successivi sei mesi, per verificare l’andamento della situazione familiare.
Il progetto sperimentale, di contrasto alle nuove povertà, non è necessariamente rivolto ai non abbienti, ma anche a coloro che, pur possedendo una casa e un lavoro, non sono in grado di gestire i propri introiti a causa di una cattiva amministrazione del denaro e si vedono costretti a chiedere aiuto ai servizi sociali.
Alla base c’è comunque un impoverimento progressivo dovuto anche alla mancanza di lavoro, osserva il presidente della Provincia Stefano Baccelli, definendo il progetto una sorta di monitoraggio che consenta alle famiglie di uscire da un pericoloso isolamento e uno strumento concreto per spendere meglio le proprie disponibilità finanziarie. In sostanza un nuovo welfare.
L’iniziativa, che si aggiunge a quella dei buoni scolastici e alle vacanze dei ragazzi, vuole essere un’àncora di salvataggio per intercettare i bisogni ed evitare di sprofondare nel baratro dell’indigenza. Non un sistema di assistenzialismo, bensì un modo nuovo per intendere le fragilità economiche e misurarsi con le proprie possibilità.
Grazie a un gioco di squadra che, aggiunge il vescovo Italo Castellani, consentirà di costruire una rete di relazioni intorno alle famiglie, evitando l’esclusione sociale.
Mentre puntualizza il duplice valore dell’iniziativa per le famiglie, che potranno avere una migliore visione della vita e per i volontari, che educano se stessi alla gratuità, monsignor Castellani presenta un singolare kit destinato ai futuri sposi. Un vademecum da tenere in casa con consigli e suggerimenti per la vita di ogni giorno, utili per i giovani che si incamminano lungo una strada che la modernità rende sempre più difficile.

28.02.2011 Primarie, trionfa Fassino

Il Tirreno

L’ex ministro ed ex segretario Ds Piero Fassino ha vinto il confronto con l’ex Margherita Davide Gariglio nelle primarie per il candidato sindaco del Pd a Torino. Fassino ha ottenuto 29.297 voti, pari al 55,28%. Alle spalle di Fassino ci sono Davide Gariglio (14.516 voti; 27,39%), Gianguido Passoni (6.585 voti; 12,42%); Michele Curto (2.199 voti; 4,15%) e Silvio Viale (405 voti; 0,76%). Secondo i dati definitivi del Centro Operativo delle stesse primarie, i votanti sono stati 53.185 (con un leggero aumento rispetto ai 52.922 comunicati subito la chiusura dei seggi). Le schede nulle sono state 120 (0,22%); quelle bianche 63 (0,12%).
Ma il primo risultato sicuro della consultazione è stata l’eccezionale affluenza che ha stabilito un nuovo record di partecipazione nel “Villaggio di Asterix”, come il primo cittadino uscente, Sergio Chiamparino, ha ribattezzato la città, da anni saldamente in mano al centrosinistra in un Nord Italia in larga parte sotto le insegne del centrodestra. Pierluigi Bersani ha espresso ieri sera «Grande soddisfazione per l’alta partecipazione alle primarie e il bel clima in cui si sono svolte. Il vincitore, già forte, sarà rafforzato dalla grande partecipazione».
È una sfida che per il Pd funziona come una cartina di tornasole, che testa i consensi e ridefinisce gli equilibri nell’area del centrosinistra. Non soltanto, infatti, il candidato indicato nelle Primarie sarà in pole position per l’imminente duello per la poltrona di sindaco della città, contro un centrodestra che dovrà cercare di scalzare nelle preferenze dei torinesi il partito del popolare Chiamparino; dei cinque candidati, Fassino e Gariglio mostravano le insegne “ufficiali” del partito, mentre gli altri tre si presentano con un’aura da outsider: c’è l’assessore uscente sostenuto in via non ufficiale da Sel di Vendola, il giovane (30 anni) proveniente dal mondo dell’associazionismo e il medico radicale, “padre” della pillola abortiva Ru 486.
Dei due favoriti, Piero Fassino godeva del sostegno dell’establishment locale – da Chiamparino ad importanti figure locali del mondo bancario e delle professioni – ma soffriva dello stigma di “candidato di Roma” che gli aleggia intorno sin dalla candidatura. Il cattolico Gariglio, 43 anni, ex presidente del Consiglio Regionale, nonostante sia ben lontano dal movimento dei “rottamatori” del Pd, presenta la propria candidatura anche come «una sfida generazionale».
Nelle ultime settimane i cinque candidati hanno duellato in dibattiti pubblici e battuto la città, tra mercati, scuole, sedi di associazioni e bocciofile, per incontrare i torinesi. E la città ha risposto con un’affluenza record alla chiamata alle urne.

Mercoledì 2 marzo un incontro pubblico sull’edilizia sostenibile

L’edilizia sostenibile  è il tema dell’incontro pubblico in programma mercoledì 2 marzo alle ore 17.30 nella sala riunioni del Comune di Capannori in piazza Aldo Moro.
L’incontro è promosso dall’amministrazione comunale dopo l’approvazione da parte del consiglio comunale delle norme di edilizia sostenibile che sono andate a  integrare il regolamento edilizio vigente.
Dopo i saluti del sindaco, Giorgio Del Ghingaro l’incontro prevede gli interventi di Giovanni Coco coordinatore del progetto ‘Rebir’ della Provincia che illustrerà i risultati del progetto stesso, di Stefano Modena, dirigente del Servizio Governo del Territorio del Comune di Capannori, che presenterà il regolamento sull’edilizia sostenibile del Comune e (altro…)

Mercoledì 2 marzo un incontro pubblico sull’edilizia sostenibile

L’edilizia sostenibile  è il tema dell’incontro pubblico in programma mercoledì 2 marzo alle ore 17.30 nella sala riunioni del Comune di Capannori in piazza Aldo Moro.
L’incontro è promosso dall’amministrazione comunale dopo l’approvazione da parte del consiglio comunale delle norme di edilizia sostenibile che sono andate a  integrare il regolamento edilizio vigente.
Dopo i saluti del sindaco, Giorgio Del Ghingaro l’incontro prevede gli interventi di Giovanni Coco coordinatore del progetto ‘Rebir’ della Provincia che illustrerà i risultati del progetto stesso, di Stefano Modena, dirigente del Servizio Governo del Territorio del Comune di Capannori, che presenterà il regolamento sull’edilizia sostenibile del Comune e (altro…)

26.02.2011 Migliora la qualità dell’aria

Il Tirreno

CAPANNORI. L’aria che si respira a Capannori, nel complesso, è buona o molto buona. L’83% del territorio ricade nelle prime tre migliori classi di qualità, mentre le zone più inquinate si trovano in corrispondenza dei maggiori insediamenti industriali e lungo alcuni tratti delle principali arterie stradali. E’ quanto emerge dal “Rapporto sullo stato dell’ambiente”.
 Un rapporto promosso dal Comune e realizzato dall’istituto di ricerche “Ambiente Italia” grazie a un cofinanziamento della Regione Toscana.
 I dati forniti, afferma l’assessore all’ambiente Alessio Ciacci, evidenziano «i risultati delle buone pratiche da noi adottate». Il Comune organizzerà a breve un’assemblea pubblica per informare i cittadini. La data è da scegliere, ma di sicuro sarà entro la fine di marzo.
 Lo studio sulla qualità dell’aria è basato sui dati emersi dal biomonitoraggio delle specie licheniche sulla corteccia degli alberi realizzato della Provincia di Lucca. A Capannori sono stati presi in esame 226 punti distribuiti in maniera omogenea su tutto il territorio comunale. Fra questi, solo in uno è stata riscontrata una criticità molto elevata.
 Il rapporto prende, poi, in considerazione i dati provenienti da altre fonti. Secondo quanto comunicato da Arpat, dal 2006 al 2009 la concentrazione media annua di polveri sottili a Capannori è andata progressivamente calando da 39,7 milionesimi di grammo al metrocubo a 27,4 milionesimi di grammo al metrocubo. Sempre nello stesso arco temporale è diminuito anche il numero dei superamenti del limite medio di Pm10. Nel 2006 la centralina di Capannori aveva registrato 78 giorni di sforamento, numero che è sceso a 61 nel 2007, a 40 nel 2008 e a 35 nel 2009.
 Trend in diminuzione anche per le sostanze inquinanti dell’aria. Il Comune ha una quantità di emissioni pro capite inferiore alla media provinciale e regionale.
 Il rapporto evidenzia, sempre con riferimento al 2007, che il 41% delle emissioni di polveri sottili proviene da impianti domestici, il 31% da processi produttivi e il 20% da trasporti stradali.

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