Apr 13, 2011
Il Tirreno
CAPANNORI. Si terrà mercoledì 20 aprile l’incontro a Capannori con Sergio Staino e Francesca Fornario che sosterranno la causa dei diritti civili.
Il famoso vignettista e “il virus” dell’Unità saranno i protagonisti dell’iniziativa “Di fatto. E di diritto?”, organizzata dal Forum dei diritti del Partito democratico territoriale di Lucca. L’appuntamento si terrà alle 18,30 nella sala riunioni di piazza Aldo Moro a Capannori. I promotori hanno scelto di affrontare la questione del mancato riconoscimento, dal punto di vista giuridico, delle coppie di fatto, comprese quelle omosessuali.
Apr 13, 2011
Contribuire a eliminare gli stereotipi sugli uomini e sulle donne costruendo un sistema territoriale rivolto a sostenere politiche e modelli organizzativi per la conciliazione dei tempi del lavoro con quelli della vita. Sono due delle principali finalità dell’Accordo territoriale di genere per la promozione delle politiche concertate sulla cittadinanza di genere, promosso dalla Provincia di Lucca, la cui adesione del Comune di Capannori è stata approvata nei giorni scorsi dalla giunta. (altro…)
Apr 13, 2011
Contribuire a eliminare gli stereotipi sugli uomini e sulle donne costruendo un sistema territoriale rivolto a sostenere politiche e modelli organizzativi per la conciliazione dei tempi del lavoro con quelli della vita. Sono due delle principali finalità dell’Accordo territoriale di genere per la promozione delle politiche concertate sulla cittadinanza di genere, promosso dalla Provincia di Lucca, la cui adesione del Comune di Capannori è stata approvata nei giorni scorsi dalla giunta. (altro…)
Apr 12, 2011

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Come ogni anno, il Comune di Capannori, organizza la premiazione dei concittadini che hanno avuto importanti riconoscimenti in tutti i campi dello sport nell’anno precedente.
Alla cerimonia di premiazione delle Eccellenze sportive capannoresi per il 2010 è intervenuto come “padrino” e gradito ospite Marcello Lippi.
Apr 12, 2011
Quaranta atleti e 16 società sportive: questi i numeri dei campioni capannoresi premiati da Marcello Lippi. L’ex ct della Nazionale – assieme ad altre personalità del mondo sportivo come il pluripremiato non vedente Stefano Gori e il ct della nazionale di fossa olimpica Albano Pera – (altro…)
Apr 12, 2011
Il Tirreno
«L’Italia deve scongiurare il rischio dell’ennesima strage impunita, quella di Viareggio». Lo afferma il presidente della Regione Enrico Rossi in una lettera sul processo breve inviata ai presidenti dei gruppi parlamentari, nella quale avanza una proposta correttiva dell’emendamento Paniz. Ricordando le tante stragi rimaste «impunite» (dal disastro della Moby Prince, all’Italicus, a Ustica) alle quali rischia di aggiungersi quella di Viareggio, il presidente della Toscana dà un suggerimento: «Basterebbe aggiungere solo due righe all’emendamento Paniz: “Le disposizioni del presente articolo non si applicano per i reati di disastro colposo da cui siano derivate la morte o le lesioni delle vittime”. In questo modo – conclude Rossi – si eviterebbe il rischio che gravissimi reati cadano in prescrizione. Mettendo così fine al capitolo delle stragi impunite».
«Un processo che si svolge in tempi ragionevoli – scrive Rossi nella lettera ai presidenti dei gruppi – è un’esigenza condivisa da tutti, m insieme a tali esigenze esiste anche il dovere di garantire a tutti la giustizia».
Apr 12, 2011
Il Tirreno
«In nome dei nostri cari e delle nostre sofferenze vi chiediamo di assumere una posizione forte contro il tentativo irresponsabile ed incivile che impedirebbe il processo per la strage di Viareggio». È la lettera che i familiari delle trentadue vittime hanno inviato ieri al Presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio, alle più alte cariche dello Stato, a tutti i parlamentari, al sindaco di Viareggio e al presidente della Regione.
Daniela Rombi, presidente dell’associazione “Il mondo che vorrei” – nei giorni scorsi a L’Aquila per i due anni del terremoto che tante vittime ha fatto causa la complicità dell’uomo – lo ha detto chiaro e tondo al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano a nome dei familiari che l’associazione riunisce: «Non firmi il decreto che istituisce il processo breve». E alla parole istituzionali della prima carica dello Stato, Rombi ha ribadito: «Comunque sia, vigili…».
Perché il processo per il disastro ferroviario che a Viareggio, due anni fa, s’è portato via trentadue vite ed un intero isolato, rischia di venire soffocato in culla. Visto che, in realtà, non è neppure iniziato. Solo ai primi di marzo di quest’anno, infatti, si è tenuta l’udienza camerale che ha dato il via all’incidente probatorio. Il 21 di questo mese i periti (quelli delle parti lese e quelli dei 38 indagati) sono attesi in Tribunale per fissare le modalità delle prove tecniche irripetibili, quando si terranno e dove. A novembre, poi, è atteso il deposito dell’esito del lavoro svolto.
Bastano da soli i due anni trascorsi da quella maledetta notte a raccontare la difficoltà di un procedimento che si gioca tra l’Italia e l’estero (due le imprese europee che contano indagati tra personale e dirigenti), tra normative che attraversano l’Europa per lungo e per largo, tra assi costruiti nella Germania dell’Est e vagoni deragliati sugli italianissimi binari della stazione di Viareggio. Il rischio di andare oltre i tempi fissati dal provvedimento che la Camera va ad approvare è quasi certezza. Senza contare – ricorda Daniela Rombi – che «i 38 indagati per il disastro ferroviario che ha ucciso mia figlia, insieme a tutti gli altri, sono quasi tutti incensurati. E, quindi, molto di loro usufruiranno della riduzione della prescrizione prevista dal provvedimento».
Per gridare no all’oblio, i familiari delle vittime della strage di via Ponchielli saranno domani a Roma, davanti alla Camera, a fianco di chi a L’Aquila ha perso vite e case per i troppi disastri che l’uomo ha saputo fare prima che il terremoto desse il colpo di grazia. Con loro ci saranno i volti dei loro cari: sono due anni che le foto di chi è stato colto dal fuoco dentro la propria abitazione, inerme, fanno il giro d’Italia. E quelle facce di donne, uomini, bambini con su la scritta “uccisi” sono forse l’unico vero ostacolo al provvedimento che la Camera si appresta ad approvare.
Insieme alla voce che si leva dalla lettera inviata a tutto il mondo politico ed istituzionale italiano: «Come familiari delle vittime e sopravvissuti alla strage pretendiamo che sia fatta giustizia attraverso un giusto processo. Processo che, con l’approvazione di questa legge, corre il rischio di essere definitivamente cancellato».
Portandosi via il diritto alla verità e alla giustizia, ma anche lo sforzo che parte dei familiari hanno fatto e stanno facendo per non cedere alle pressioni delle assicurazioni che puntano a liquidare tutti gli aventi diritto – lo ha ricordato più volte, negli ultimi giorni, la stessa Rombi – per evitare il passaggio più temuto: il faccia a faccia in un’aula di Tribunale.