La finestra sul cortile

La finestra sul cortile

Alfred Hitchcock nel ’54 s’è inventato un capolavoro davanti ad una finestra di un anonimo condominio. Una trama avvincente e raffinata, tutta basata sui segreti che stanno al dilà del vetro nella vita reale, carpiti da un signore bloccato in casa con una gamba ingessata.
Pensate a quante potenziali storie potrebbero nascere dalle tante finestre di un grande complesso come il S.Luca, con le decine di degenti che vi si potrebbero affacciare, guardare il mondo intorno e raccontarlo, avendo voglia, tempo e magari un po’ di fantasia. Oppure semplicemente aprirle, quelle finestre, per far entrare quella roba naturale che respiriamo, senza averla condizionata, raffinata, depurata, ma inalare della banalissima aria cosí com’è. Ma questo in ospedale non è possibile, perchè ci sono sí tante finestre, ma son tutte chiuse, chiuse a quella vita che chi è dentro un ospedale temporaneamente non può vivere.
Sono stato e rimango tuttora uno che ha difeso e che difende la costruzione del nuovo ospedale di Lucca, è un’opera importante che guarda al futuro e della quale la sanità del nostro territorio aveva bisogno.
So che è sempre complicato modificare le abitudini e il cambiaamento, qualsiasi esso sia, procura disorientamento e magari arrabbiature, ma so anche che è necessario migliorarsi e migliorare, modernizzarsi e modernizzare, se si vuole fare passi in avanti.
Ma le finestre chiuse no. Quelle proprio no.
Certo i progettisti hanno lavorato bene, utile il ricircolo dell’aria, importante non far entrare insetti, fondamentale non interferire con l’ecosistema artificiale interno, il tutto per non creare difficoltà agli ospiti ricoverati, e al personale che ci lavora, ma le finestre chiuse no.
Quella chiusura costituisce una ulteriore cesura a chi potrebbe invece aver bisogno di affacciarsi all’aria e alla luce.
Propongo al direttore della nostra Asl di dare senso a tutte quelle “fineste sul cortile” del S.Luca, di renderle vive e animate come quelle del film, o più semplicemente come quelle di casa. Non credo sia difficilissimo trovare una soluzione che lo permetta. Ci provi, chissà i films che ne verrebbero fuori…

Assi viari, la presa di posizione di Del Ghingaro

Assi viari, la presa di posizione di Del Ghingaro

Quello che era un anello rischia di diventare un imbuto. E’ una conferenza stampa anche di “immagine” quella che l’ex sindaco di Capannori Giorgio Del Ghingaro decide di tenere nel suo studio professionale in via dei Barbantini. Che serve per riaprire un dibattito sugli assi viari che, alla vigilia della fine dell’inchiesta pubblica, rischia di fermarsi ai veti incrociati del primo cittadino Luca Menesini e degli altri sindaci di Piana e Garfagnana. Ma chi si aspettava un Del Ghingaro, che così si riaffaccia prepotentemente sulla scena politica cittadina, solo orientato ad un endorsement puro nei confronti del suo successore, per un muro contro muro fra capoluogo della Piana e resto del mondo forse è rimasto un po’ deluso.

Perché le posizioni di Del Ghingaro sono da una parte chiare e nette, dall’altra concilianti e con un occhio al futuro. E’ vero che rimane ferma la posizione già espressa in mille occasioni per cui il sistema tangenziale va pensato nel suo complesso e non solamente nella sua parte di collegamento con la Valle del Serchio (“Quello che era un anello – dice Del Ghingaro – rischia ora di diventare un imbuto, che riversa tutto il traffico su Capannori, senza liberare neanche la circonvallazone di Lucca”), ma alla politica che chiude ogni forma di dialogo l’ex primo cittadino capannorese contrappone il dialogo e il confronto. Una sorta di mediazione, quella proposta, nell’interesse del territorio e fra tutte le parti in causa. Che riporti la discussione sugli assi alla sua funzione originaria. La costruzione di una infrastruttura che risolva problemi atavici di Lucca, della Piana e della stessa Garfagnana. E poi, per Del Ghingaro, bisogna anche offrire un pensiero più alto, che va oltre quei cinque chilometri di strada. Un pensiero che riguardi tutto il territorio e come si pensa nel futuro, nei prossimi cinque-dieci anni ed oltre.Un pensiero che inevitabilmente porta anche ai prossimi appuntamenti elettorali. “Finora – dice Del Ghingaro – a coloro che mi hanno proposto un impegno diretto ho sempre risposto di no e di voler continuare a seguire i miei impegni professionali. D’ora in poi, anche dopo l’emergere di questo dibattito forte intorno agli assi viari posso dire che ci penserò”. E il pensiero va immediatamente alle regionali del 2015 che si terranno nella prossima primavera. I cui attori, a questo punto, potrebbero essere chiamati a confrontarsi proprio su una diversa visione della viabilità e della mobilità dell’intera provincia.

Conferenza dei sindaci, due quorum

Conferenza dei sindaci, due quorum

Sarà necessario un accordo politico su vasta scala per eleggere il nuovo presidente della conferenza dei sindaci dell’Asl 2. Le leggi regionali 44 e 45 varate alla fine di luglio hanno infatti modificato meccanismo e quote nell’ambito dell’organismo. Per essere eletti presidente non basta più avere la maggioranza delle quote; è anche necessario che il candidato sia votato dalla maggioranza dei comuni, che sono 27 dopo l’accorpamento fra Fabbriche di Vallico e Vergemoli. Non solo, delle quote di partecipazione nella conferenza stessa, i comuni hanno il 66%, mentre il 34% – e questa è davvero una novità importante – va all’Asl. Appare ovvio che l’azienda, rappresentata dal direttore generale, non partecipi al voto per l’elezione dei presidenti delle articolazioni zonali e della conferenza aziendale, ma di certo peserà di più nell’ambito delle scelte di politica sanitaria. Ma c’è di più. Tra le pieghe dei vari articoli delle due leggi, si capisce che la conferenza stessa ha tre mesi di tempo per attuare una convenzione in base alla quale potrà gestire direttamente i finanziamenti della Regione, che altrimenti finirebbero nel monte dei fondi Asl. Calate nella realtà lucchese, dove ancora non si è sciolto il nodo delle presidenze, queste novità assumono ulteriore significato e peso. Se è vero, in base alle nuove norme, che sono i sindaci dei comuni più popolosi (quindi Lucca per la Piana e Barga per la Valle del Serchio) ad assumere la reggenza pro-tempore delle articolazioni zonali, è altrettanto vero che si tratta di incarichi provvisori e che senza una presidenza reale l’organismo rischia di avere un peso relativo, soprattutto in ambito di area vasta. Dove saranno prese le decisioni più importanti per quanto riguarda la sanità a livello comprensoriale. Oltre a questo aspetto, non certo da poco, c’è tutta la partita dell’assistenza territoriale, su cui la stessa Asl – per bocca del direttore generale Joseph Polimeni – punta molto al punto da aver scelto un direttore sanitario che ha competenze specifiche al riguardo. I 223.662 residenti nei comuni di pertinenza dell’Asl 2 (il dato è ricavato dai dati Istat relativi al 2011) hanno quindi bisogno di scelte chiare e concrete, che assicurino servizi e prestazioni, ma il mancato accordo nel Pd sta facendo slittare la risoluzione del problema politico, quindi le presidenze delle articolazioni zonali e di quella aziendale della conferenza dei sindaci. «E’ urgente arrivare ad un accordo politico che sblocchi l’impasse in cui si trova la conferenza dei sindaci dell’Asl 2». Lo dice Giorgio Del Ghingaro, ultimo presidente dell’organismo, già al vertice di Federsanità toscana e nazionale, profondo conoscitore della politica sanitaria. «Sono tre i motivi per cui è necessario fare presto – spiega Del Ghingaro – . Anzitutto bisogna permettere alla conferenza stessa di avere il peso dovuto all’interno degli indirizzi dell’Asl. Deve poter fare da guida politica delle scelte legate all’assistenza. Poi è necessario riordinare gli organi e gli strumenti rispetto alla mutata condizione normativa. Infine va sottolineato che l’inattività può far perdere risorse e questo sarebbe inammissibile, visto l’enorme lavoro che c’è da fare sul territorio». Le preoccupazioni di Del Ghingaro, legate anche ai riflessi che questa situazione genera sui servizi per i cittadini, sono molteplici. «Siamo di fronte – aggiunge l’ex presidente della conferenza dei sindaci – a cambiamenti di proporzioni notevoli sulla sanità territoriale che devono essere guidati dalla politica. Inoltre le conferenze dei sindaci hanno un ruolo in area vasta, ruolo che – senza presidente – noi non siamo pronti a ricoprire, con il rischio di non essere coinvolte nelle macro-scelte comprensoriali». Al di là di questa considerazione, ci sono i tanti temi locali che secondo Del Ghingaro la conferenza dovrà affrontare: «C’è da dare indicazioni chiare sul posizionamento degli ospedali, definire che ruolo possiamo giocare in area vasta, quali attività possono essere sviluppate per fare da poli di attrazione. Poi c’è la riscrittura urgentissima della sanità e delle strutture territoriali, una questione particolarmente importante per Lucca dopo l’apertura del nuovo ospedale. E infine è opportuno valorizzare al massimo quello che è il vero patrimonio dell’azienda Asl, ovvero il personale».

Fabrizio Tonelli

La cultura fattura

Giorgio Del Ghingaro, ospite alla Festa Democratica di Vigevano, parla di cultura e illustra le diverse inizitive culturali realizzate a Capannori. Da Arte’ ad Artemisia, dalle manifestazioni culturali alle iniziative per la valorizzazione dei paesi. Questi alcuni temi affrontati a Vigevano davanti ad una platea interessata che non ha risparmiato domande e che ha lodato il “modello Capannori”.

“La cultura fattura – ha spiegato Del Ghingaro- nel senso che la promozione culturale genera benessere sociale ed economica, favorisce la coesione della comunita’ , consente di cerare occasioni di incontro e di crescita per tutti”

Fermiamo la guerra

Fermiamo la guerra

Fermare la guerra. Subito. Non possiamo assistere, impotenti, ad un altro massacro che provoca vittime innocenti in una terra senza pace.

Anche la tregua è fallita e a Gaza si è scatenato di nuovo l’inferno. Tante immagini stanno arrivando sui nostri schermi. E noi le guardiamo, a volte le evitiamo impotenti.

Non ce l’ha fatta la piccola Shaima Sheikh-el-Id venuta al mondo mentre sulla sua casa scendevano le bombe. E non hanno avuto scampo altri bambini barbaramente uccisi. Questa è la guerra crudele e ingiusta. Fermiamola adesso.

La sanità ha bisogno di scelte

Da un mese e mezzo, in seguito alle elezioni amministrative, la sanità lucchese attende il rinnovo del suo organo di indirizzo e di controllo (la Conferenza dei Sindaci) e delle articolazioni zonali della piana di Lucca e della Valle del Serchio.

Tutti sappiamo che i sindaci hanno bisogno di un periodo di tempo necessario per la definizione delle maggioranze e per l’elezione degli organi (presidente della conferenza ed esecutivo, presidenti e vicepresidenti delle due conferenze zonali).

A questa carenza politica se ne assomma un’altra tecnica e cioè la ritardata formalizzazione, da parte della Regione, del direttore generale dell’Azienda, indicato nel facente funzioni dottor Polimeni e accanto a questa l’inevitabile ritardo nella nomina del direttore sanitario, al posto appunto di Polimeni, che, fino al trasferimento del dott D’Urso, ricopriva questo ruolo.

In sintesi: ad oggi mancano il presidente della conferenza dei sindaci e il suo esecutivo, il direttore generale è un facente funzioni e il direttore sanitario deve ancora essere nominato. Un quadro tutt’altro che tranquillizzante per la più grande azienda del territorio, che vanta circa tremila dipendenti, tre ospedali ( di cui uno appena aperto) e svariate strutture territoriali. Una situazione che, seppur temporanea, non si era mai verificata e che rischia di avere ripercussioni sulla politica sanitaria territoriale.

Penso che la questione tecnica verrà risolta a breve:la Regione nominerà ufficialmente Polimeni e lui stesso provvederà alla designazione del suo sostituto a direttore sanitario. L’augurio è quello che si trovi un medico di alta professionalità e di grande esperienza in grado di trasmettere serenità a tutta la struttura sanitaria.

Il fronte più complicato è quello politico, visto che si registrano posizioni non unitarie sulla presidenza, o meglio sulle presidenze ( conferenza generale e zonali).

Questo fronte è ad oggi molto importante, considerate le novità che riguardano la normativa regionale e nazionale; mi riferisco ai prossimi cambiamenti delle L.R. 40 e 41, alla fase degli accorpamenti dei servizi, dove Lucca deve far sentire la sua voce, e alle reiterate polemiche sui tagli al fondo sanitario nazionale. Insomma senza un organo politico di indirizzo e di controllo perfettamente funzionante e autorevole, mal si gestiranno situazioni delicate e complicate, che coinvolgeranno i cittadini nel loro bene più importante e cioè la salute. Per questo e per le tante sfide che attendono la sanità lucchese mi auguro che prevalga il senso di responsabilità e che il Partito democratico, largamente maggioritario in conferenza, sappia trovare una linea comune in grado di garantire alla conferenza una presidenza forte e autorevole. Durante il mio mandato, nei tanti incontri con tutto il personale sanitario, ho potuto constatare l’importanza del dialogo e della concretezza nell’affrontare temi verso i quali la Conferenza, pur non avendo competenze dirette, svolge un ruolo di indirizzo importante. Dare alla Conferenza e alle sue articolazioni una guida forte significa riaffermare l’importanza della buona politica, quella che guarda ai risultati concreti e che cura l’interesse della comunità senza lasciarsi imbrigliare dai particolarismi e dai preconcetti. Per questo, consapevole dell’importanza della scelta che dovranno compiere, mi auguro che i sindaci che sono la figura istituzionale più vicina alle persone, trovino, in tempi brevi, una sintesi di alto profilo. Lo chiedono le tante scelte che dovranno essere fatte per una sanità moderna ed efficiente.

Giorgio Del Ghingaro

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