Dic 1, 2016
Questa mattina il sindaco Giorgio Del Ghingaro ha incontrato il presidente e il vicepresidente di MoVer, Eugenio Vassalle e Carlo Basili, per pianificare le priorità riguardo i lavori pubblici.
“Per prima cosa verrà ripristinato il doppio senso di circolazione a Bicchio sulla via Aurelia – commenta Vassalle – Insieme al sindaco abbiamo deciso di portare a termine il progetto che purtroppo era rimasto sospeso in questi mesi di commissariamento. Abbiamo poi un problema di sicurezza in via Virgilio, davanti alle scuole dove l’asfalto è stato rovinato dalle radici degli alberi presenti”.
Dic 1, 2016
Viareggio tornerà città di turismo e cultura, questo l’obiettivo della nuova giunta Del Ghingaro che come primo atto ha assegnato 300mila euro di contributi per l’attività svolta nell’anno 2016, a ciascuna della due fondazioni, Carnevale e Pucciniano.
La delibera discende direttamente dalla decisione presa dal Consiglio Comunale il 13 giugno scorso.
«Abbiamo voluto mantenere l’impegno preso a suo tempo – dichiara il sindaco Giorgio Del Ghingaro -, nell’ottica di collaborazione che ci deve essere fra l’Ente e le due fondazioni, che sono a tutti gli effetti i due principali veicoli di turismo legato da un lato alla cultura, dall’altro al più importante Carnevale d’Italia».
La liquidazione dei contributi avverrà solo su esplicitazione da parte delle due fondazioni dell’attività svolta nel corso dell’anno.
L’importo è stato assicurato mediante i proventi derivanti dall’imposta di soggiorno per l’anno 2016, come previsto dal Regolamento comunale (approvato da ultimo con deliberazione del Consiglio Comunale n. 17 del 21.03.2016).
«È quello che ad oggi potevamo fare – conclude il primo cittadino – e, anche considerando lo stato di dissesto dell’Ente, credo davvero sia un bel segnale, per la cultura della città ma anche e soprattutto per Viareggio che deve valorizzare i sui tesori, unici nel panorama culturale italiano».
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Nov 21, 2016
Dopo una lunga attesa ci siamo, il nodo si è sciolto. L’esito della sentenza della Consiglio di Stato annulla il ricorso presentato, non ci sarà nessuna nuova consultazione elettorale e Giorgio Del Ghingaro è riconfermato alla guida di Viareggio. Una vicenda della nostra Repubblica francamente destabilizzante, principalmente per una città già commissariata che si è vista tarpare le ali sullo slancio di una nuova ripresa. Nel rispetto adesso dei tempi istituzionali della Prefettura per l’applicazione della sentenza, si può tranquillamente affermare che per tutta la nostra provincia questo è la fine di un incubo.
“Quanto accaduto a Viareggio è inverosimile e si spiega in poche parole: dopo le elezioni amministrative, a causa di una disputa per una manciata di voti fra il secondo e il terzo, a rimetterci è stato il primo arrivato nonostante gli oltre 3mila voti di distacco dai due”, spiegava di recente proprio Giorgio Del Ghingaro in una nostra recente intervista.
“Il sindaco regolarmente eletto è stato sospeso, e tutti i progetti iniziati sono caduti nel limbo dell’ennesimo commissariamento in attesa che il medagliato di bronzo possa ritenere soddisfatte le proprie pretese.
Nel frattempo la città ha rallentato la corsa: l’economia ristagna, gli investitori guardano altrove, la compagine sociale si disgrega. Tutto questo arriva dopo la fase di rilancio rappresentata dalla mia Amministrazione. A Viareggio è accaduta una cosa molto semplice e terribile al tempo stesso: una persona ha ritenuto che le proprie frustrazioni fossero più importanti delle aspirazioni, dei sogni e delle speranze della maggioranza dei cittadini. Tutte le aspettative che naturalmente derivano dall’elezione di un nuovo sindaco sono state congelate, derise, rimandate.
In breve, l’interesse di uno solo è stato anteposto a quello della città.”
Da Lo Schermo
Nov 21, 2016
Giorgio Del Ghingaro è di nuovo sindaco di Viareggio. E’ arrivata questa mattina via Pec la sentenza del Consiglio di Stato che ribalta l’esito della sentenza del Tar e sostanzialmente riporta in carica il primo cittadino risultato vincitore del ballottaggio del luglio 2015. Sindaco che laconico commenta, su Facebook: “Dove eravamo rimasti…”.
Fra i primi a dare la notizia l’ex vicesindaco (probabilmente presto di nuovo in carica) Rossella Martina.
Per il ricorrente, Massimiliano Baldini, del Movimento dei Cittadini, una piena sconfitta: “Con estrema sorpresa, davvero inaspettata – commenta sui social network – il Consiglio di Stato ha riformato integralmente la sentenza del Tar Toscana che, sulla base di elementi inconfutabili (la mancanza di 675 schede vidimate e non utilizzate) aveva annullato le elezioni di Viareggio il 12 luglio scorso. La notizia è a caldo e dobbiamo ancora leggere ed approfondire i motivi della decisione che, già a prima vista, non condividiamo in alcun modo perchè non sorretta da tesi giuridiche apprezzabili né da elementi di prova, a nostro avviso, utili a rovesciare l’esito del primo grado. Ringrazio l’avvocato Carlo Andrea Gemignani per l’ottimo lavoro svolto. Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto in questa battaglia e che mi sostengono nell’azione politica”.
Al di là delle prese di posizione la decisione del Consiglio di Stato è immediatamente esecutiva, e avvia tutte le procedure per il ritorno di Giorgio Del Ghingaro alla guida del Comune di Viareggio. Servirà, ovviamente, la comunicazione della Prefettura che reinsedierà a piazza Nieri e Paolini il sindaco eletto dai cittadini, secondo quanto stabilito anche dalla sentenza. Ma è una decisione destinata a pesare anche sugli equilibri politici generali in vista delle prossime elezioni amministrative. A questo punto, infatti, Del Ghingaro esce dalla rosa dei papabili nomi per le comunali di Lucca (anche se non ne esce Buonvento) mentre il suo movimento politico culturale avrà un trampolino rilevante come la guida del secondo Comune più importante della Provincia.
Le motivazioni del Consiglio di Stato
Nel rigettare il ricorso il Consiglio di Stato esclude, rispetto alla sentenza del Tar, le ipotesi di broglio per le irregolarità emerse nelle sezioni 2 e 28. “Il Tar – si legge nella sentenza – ha richiamato la giurisprudenza secondo la quale la non coincidenza tra il numero delle schede autenticate e la somma di quelle votate e autenticate non utilizzate comporta l’annullamento delle operazioni di voto, in ragione della possibilità che si sia verificata la pratica della cosiddetta scheda ballerina” perché “i connotati concreti della vicenda non rendono plausibile che sia verificata” tale ipotesi. Il Tar “nel valutare la gravità dell’irregolarità riscontrata – spiega la corte – sembra aver presupposto che le 675 schede “scomparse” possano essere state utilizzate nelle altre sezioni elettorali, precompilate per favorire qualche candidato; ma ciò è ragionevolmente smentito dalla circostanza che in nessuna delle undici sezioni oggetto di verificazione è comparsa alcuna scheda autenticata o bollata che riportasse timbro o firma di uno scrutatore appartenente alla sezione 2, e non risulta che in alcun verbale delle 62 sezioni elettorali siano state indicate anomalie nel bollo o nella firma di autentica. Al contrario, è proprio il numero elevato di schede autenticate e non votate “scomparse” nella sezione 2, a rendere assai più plausibile l’ipotesi alternativa, e cioè che vi sia stato un errore da parte della commissione elettorale nella utilizzazione della busta 3C e che dette schede siano semplicemente state inserite in un’altra busta, non sottoposta a verificazione”.
“Anche l’irregolarità riscontrata nella sezione 28 – conclude – non sembra poter invalidare il risultato elettorale, trattandosi della discordanza di un solo voto, in un contesto che non lascia altrimenti supporre l’irregolarità delle operazioni di voto. Infatti, non sembra sussistere quell’“incredibile balletto in ordine al numero dei votanti…” che il Tar ha stigmatizzato facendone discendere un giudizio di complessiva inattendibilità dello scrutinio, posto che, secondo quanto sottolineato dalla Regione e dagli appellanti principali, dal verbale della sezione si evince che il numero di voti validi per le liste è 506, cui si sommano 26 voti per il solo candidato alla carica di sindaco (e si giunge a 532), e 43 schede bianche o nulle, per un totale di 575 voti. Mentre, per quanto riguarda la differenza di una scheda rispetto al numero dei votanti registrati (576), non appare implausibile la spiegazione, seppur irrituale, dell’accaduto contenuta nella dichiarazione del presidente del seggio elettorale”.
I commenti sulla sentenza
Fra le prime a commentare la sentenza del Consiglio di Stato l’onorevole Raffaella Mariani: “Con il suo sindaco – dice – a Viareggio viene restituita la guida che la città si era democraticamente scelta. Voglio esprimere la mia soddisfazione per l’esito di una vicenda che è già costata troppo ai cittadini: finalmente si può guardare avanti”. “Con Del Ghingaro – proosegue – la città potrà riallacciare il filo del percorso virtuoso grazie al quale si erano mossi primi importanti passi per uscire dalla difficile situazione determinata dal dissesto e dai successivi commissariamenti. Ora è il momento di ripartire con il massimo impegno per il futuro di Viareggio: al sindaco e all’amministrazione i miei auguri di buon lavoro”.
“Viareggio ha finalmente di nuovo un sindaco, bene la sentenza del Consiglio di Stato”. Così il senatore Pd Andrea Marcucci commenta la decisione sul sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro. “Ora è necessario lavorare insieme – aggiunge il parlamentare – con senso di responsabilità per il bene della città”. Soddisfatta la senatrice del Pd, Manuela Granaiola, che non risparmia qualche stilettata al ricorrente: “Il Consiglio di Stato, con la sua sentenza, rimette le cose a posto e Del Ghingaro torna ad essere il legittimo sindaco di Viareggio. Ho letto un commento su facebook che dice: ‘E’ come aver rivinto le elezioni’ ed io aggiungo – scrive la senatrice – che per qualcuno altro è come averle ri-perse. Quanti danni alla città e quanti ritardi. Un grande rimpianto per il tempo perduto, per un progetto interrotto e che ora potrà ripartire, con un sindaco ulteriormente legittimato da una sentenza il cui esito positivo era atteso ed auspicato da tanti, tantissimi cittadini di Viareggio e non solo”.
Soddisfazione per il ritorno in carica del sindaco Del Ghingaro arriva anche dal segretario regionale del Pd della Toscana, Dario Parrini, da quello territoriale della Versilia Giuseppe Dati e da quello comunale di Viareggio Filippo Guidi, in merito all’annullamento della sentenza del Tar da parte del Consiglio di Stato sulle elezioni amministrative a Viareggio: “Apprezziamo – dicono – che il Consiglio di Stato abbia posto fine ad una fase di incertezza dannosa per una città che ha subito tre commissariamenti in poco più di quattro anni. E’ importante che fin dalle prossime ore Viareggio torni ad avere un governo operante a pieno titolo. Si apre da oggi una nuova fase amministrativa nella quale auspichiamo si possano avviare a soluzione i molti e non lievi problemi di Viareggio. Il Pd farà responsabilmente la propria parte. Al sindaco Del Ghingaro i migliori auguri di buon lavoro”. Sul caso Viareggio si è espresso anche il leader della Lega Nord, Matteo Salvini. Il segretario federale ha definito quanto accaduto “pazzesco”. “Questa – ha proseguito – non è democrazia: sono vicino ai viareggini e combatterò perché la loro splendida città torni ad essere libera”.
Per il sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini, “Finalmente a Viareggio ritorna una guida politica. Faccio il mio in bocca al lupo al sindaco Giorgio Del Ghingaro, che dopo questi mesi di gestione tecnica riprende un lavoro complesso”.
Soddisfazione anche dal presidente della Provincia, Luca Menesini: “Lo avevo detto in modo chiaro mesi fa – ha scritto – che la cosa migliore per Viareggio sarebbe stata che Giorgio Del Ghingaro tornasse sindaco, perché nell’anno di amministrazione aveva avviato un percorso di miglioramento della città, lavorando con passione. Oggi il Consiglio di Stato annulla la sentenza del Tar e restituisce a Viareggio un sindaco. Mi sembra una gran bella notizia, per Giorgio e per la città”.
Amareggiato Alessandro Santini, coordinatore comunale di Forza Italia: “La decisione del Consiglio di Stato – dice – ci lascia un forte senso di amarezza e di non compiuto. Il massimo organo amministrativo, così come il Tar Toscana prima di lui, ha fatto il suo lavoro e non è certo nostra intenzione giudicarne l’operato; ma questa deliberazione, totalmente opposta a quella dei giudici regionali, ci lascia profondamente disorientati. Si perdono centinaia di schede ma, alla fine, ci dicono che va tutto bene lo stesso: è la tutela e il rispetto verso di noi, cittadini ed elettori, che sentiamo vacillare”.
“A nome del coordinamento comunale di Forza Italia – prosegue Santini – ringrazio Massimiliano Baldini e l’avvocato Carlo Andrea Gemignani per essersi fatti carico di questa battaglia di legalità a nome della comunità viareggina e torrelaghese, mettendoci i loro soldi, il loro tempo e soprattutto la loro faccia, a differenza di qualcun altro. Un ringraziamento anche al commissario prefettizio Fabrizio Stelo e ai suoi collaboratori, che in questi mesi hanno guidato la città con serenità, consapevolezza e spirito di collaborazione. Sotto il profilo politico, già nell’ultimo direttivo avevamo avviato, seppur a livello “embrionale”, un confronto sugli scenari che ci avrebbe prospettato questa decisione del Consiglio di Stato. A breve li approfondiremo e definiremo, partendo da un punto fermo e sostanziale: Forza Italia era, è e resterà all’opposizione della giunta Del Ghingaro”.
Per Giovanni Donzelli, capogruppo in Consiglio Regionale di Fratelli d’Italia “la sentenza del Consiglio di Stato che annulla le elezioni a Viareggio non fa chiarezza su quella che è la vera anomalia: che fine hanno fatto le 675 schede sparite, che potrebbero aver cambiato l’esito del voto? La città continuerà dunque ad essere amministrata da un sindaco illegittimo”. “Fin dall’inizio – prosegue Donzelli – abbiamo denunciato la vergogna delle schede elettorali sparite e non sarà certo questa sentenza a convincerci che sia giusto che Viareggio sia amministrata da un sindaco eletto senza alcuna trasparenza i cittadini hanno comunque chiaro che in questa vicenda c’è stata una manovra per sottrarre loro il diritto di esprimersi. Vogliamo sapere chi ha fatto sparire quelle schede e perché finché non ci verrà detto chi le ha fatte sparire e per quale motivo non potremo accettare Giorgio Del Ghingaro come sindaco”.
Per Matteo Garzella, presidente del consiglio comunale di Lucca “Finalmente Viareggio ritrova la sua guida. Sono veramente felice che Giorgio Del Ghingaro torni a fare il sindaco, così come gli elettori avevano decretato. Buon lavoro al sindaco e alla sua squadra”.
Ott 14, 2016
La storia della mancata riapertura del teatro Jenco è la dimostrazione concreta della differenza che esiste tra un sindaco e un commissario.
Noi approvammo mesi fa una delibera, con la quale si stanziavano 30.000 per lavori di messa in sicurezza del teatro, lavori che avrebbero permesso ai cittadini di poter riavere a disposizione un bene pubblico destinato alla cultura, alle scuole, alle associazioni, insomma a tutta la comunità. Su quella delibera c’erano le firme di tutti i dirigenti competenti, che la rendevano legittima dal punto di vista giuridico.
Oggi veniamo a sapere che il dirigente dell’ufficio tecnico, non ha dato il via all’iter perchè non vuole assumersi la responsabilità di una spesa che, secondo lui, (ripeto: secondo lui) non è obbligatoria e quindi non proponibile in caso di un ente in dissesto come quello di Viareggio. Ora, mi verrebbe da chiedere a quel dirigente: ma allora perchè noi si sono stanziati e spesi centinaia di migliaia di euro per la messa a norma di altri luoghi, che hanno a che fare con la cultura, con la sua autorizzazione? Eppure neanche quelli avrebbero potuto avere l’imprimatur dell’obbligatorietà, secondo la sua recente interpretazione . Potrei fare decine di esempi diversi e ugualmente validi…
In realtá per la giunta quelle spese erano legittime e perfettamente in linea col dettato normativo sui comuni in dissesto e, per il sindaco, lo rimangono tuttora.
E allora? Cos’è successo?
Semplice: lo zelante dirigente, burocrate di professione, va a cercare il pelo nell’uovo per non assumersi nemmeno lontanamente una responsabilità (onper altri motivi che non elenco perchè potrebbero apparire maliziosi) e il commissario non chiede al dirigente di andare avanti, come avrebbe fatto il sindaco, per evitare complicazioni , interpretazioni, decisioni che possono anche lontanamente
sottoporlo a problemi.
Il sindaco avrebbe chiamato il dirigente, gli avrebbe detto di andare avanti. Se non lo avesse fatto avrebbe fatto una delibera nella quale si attestava che quelle spese erano obbligatorie, precisandole, documentandole, specificandone il perchè è il percome, si sarebbe assunto la RESPONSABILITÀ di quella decisione e il teatro Jenco sarebbe stato aperto.
Questa è la differenza tra un sindaco e un commissario, questo è il classico esempio tra le decine, le centinaia, di provvedimenti che passano dalla scrivania del capo di un comune, in più in dissesto.
Ora mi sono spiegato? Ora quei geni che esultano per il commissariamento hanno capito meglio? L’hanno chiaro che, nonostante il valore di un commissario, la città si ferma, arretra?
Termino chiedendo al commissario di approfondire bene quella delibera, magari si risolve in qualche modo la situazione, per il bene di tutti.