Non finirà con l’assemblea di insegnanti, sindacalisti e rappresentanti dei genitori al Carlo Piaggia la mobilitazione contro la riforma Gelmini sul territorio capannorese. Lo ha annunciato – dalla cattedra della presidenza dell’assemblea, nella palestra dell’istituto – l’assessore alle politiche educative Leana Quilici. «Il prossimo appuntamento – ha anticipato – sarà l’iniziativa pubblica sulla scuola in programma il 24 ottobre nella sala consiliare del Comune, a cui parteciperà il vice presidente della Regione, Stella Targetti, che è anche assessore regionale alla scuola. L’assessore, lo ha già detto, verrà per ascoltare. Per questo mi auguro che saremo in tanti come stamani (ieri mattina, per chi legge, ndr)». Quilici ha poi continuato che il «“Patto per Capannori” proseguirà con i gruppi di lavoro permanenti in parte già costituiti con i progetti “Diversamente abili” e la “Banca del tempo didattico”».
«Mi dispiace – ha continuato Quilici -, non posso essere d’accordo con il ministro Gelmini. Quella di quest’anno non può essere liquidata come la solita protesta di inizio anno scolastico. Se avesse partecipato all’assemblea sindacale di oggi (ieri, ndr) al Piaggia il ministro se ne sarebbe accorto».
Per la prima volta, ieri al Piaggia, i genitori hanno protestato a fianco dei docenti. Lo hanno anche esplicitato con un documento letto da una mamma, la quale ha definito la scuola un «bene comune». «Un fronte compatto mai visto prima – conclude Quilici -, merito, credo, da ascriversi anche al “Patto per la scuola” proposto dal Comune di Capannori che ha come obiettivo quello di creare una rete tra scuola, istituzioni e famiglie».
All’assemblea è intervenuto anche il sindaco Giorgio Del Ghingaro, che ha portato i suoi saluti in apertura di seduta. «Da Capannori può partire un messaggio positivo», ha detto. Ma la sua dichiarazione ha subito trovato la contrarietà del gruppo Giovane Italia (Pdl), secondo il quale il sindaco «viola il nostro diritto allo studio». Invece l’Idv lucchese ha espresso solidarietà «non solo agli insegnanti precari, ma anche ai bidelli. Siamo per la difesa della scuola pubblica».

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