Una che è nata poco prima della seconda guerra mondiale e ha sentito scoppiare le bombe dai rifugi, una che è andata a lavorare in bicicletta per crescere un figlio, dopo che a ventisette anni suo marito se l’è portato via un’automobile su una strada. Una che ha fatto da madre e da padre, che ha badato nipoti, che ha dato una mano a chi la chiedeva, che amava il ballo ma ha smesso presto di ballare. Una che ha fatto la magliaia per quarant’anni e ancora cuce, aggiusta e rammenda senza occhiali, una che guida la sua Panda come Nuvolari e che non capisce perché quelli che la incrociano le suonino il clacson… Una donna forte e, a differenza di quello che dice, inossidabile e pronta a tutto, sempre.
Questa è una donna, dicevo, una di quelle donne vere e sincere che riescono a mandarti a quel paese senza tanti complimenti e poi ti abbracciano affettuose, una donna, una fra tante, tutte uguali e diverse, ma irresistibili.
Tante storie, uguali e diverse, tanti giorni uguali e diversi.
Buon 8 marzo.

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