“Un si fan le nozze co fii secchi” diceva la mi nonna.
Ed era una persona normale, una tizia che viveva nella realtà, che lavorava e che contribuiva a tenere insieme un piccolo sistema sociale, come quello di una banalissima famiglia.
Il principio era chiaro quindi: se non hai soldi non ti far venire voglie, che ovviamente non puoi soddisfare.
A Lucca c’è la forte necessità di sgravare la circonvallazione di auto e tir, in Valle del Serchio c’è quella di farcene andare di più e con meno tempo. Nel mezzo c’è un territorio, quello della Piana, già oberato di traffico, in particolare sul Viale Europa di Marlia, e fortemente abitato, che difficilmente potrebbe sostenere un nuovo carico inquinante e fare da collettore e da contenitore a nuovi e più intensi flussi di veicoli.
Si possono conciliare tutte queste diverse esigenze? Anni fa si individuò una soluzione, che con opportuni correttivi e miglioramenti da farsi in sede di progettazione definitiva, era soddisfacente per tutti. In sintesi si costruiva un nuovo anello di circonvallazione più ampio che,sulla carta, era utile, sostenibile e accettato da tutte le parti interessate. Quel progetto fu completato con vari protocolli che individuavano le prioritá di costruzione, le opere compensative e le competenze dei vari Enti interessati. In particolare si decise che si sarebbe costruito prima l’asse est ovest, poi il ponte sul Serchio, poi l’asse nord sud. Perchè questo cronoprogramma avrebbe permesso a ciascuna parte in causa di gestire la situazione e cercare di risolvere le varie criticitá, senza creare disparità di responsabilità territoriali e senza gravare su un territorio piuttosto che su un altro. Per farlo servivano oltre 200 milioni di euro e i vari ministri che si sono succeduti li hanno promessi e ripromessi, ma senza purtroppo mai dar seguito concretamente al blaterare con gli opportuni stanziamenti. Io firmai quel progetto e quei protocolli, convinto che si sarebbe potuto sgravare di traffico il Viale Europa di Marlia e la circonvallazione di Lucca e rendere piú scorrevole quello verso e da la Valle del Serchio.
Abbiamo atteso anni quei 200 e rotti milioni e naturalmente, come succede spesso in Italia, non sono arrivati, anche se erano stati strombazzati ai quattro venti nelle innumerevoli riunioni, incontri, iniziative.
Ora ce ne hanno promesso 80 e ci hanno detto: accontentatevi, in epoca di carenza di risorse sono anche troppi, in ogni caso è quello che passa il convento, organizzatevi.
Probabilmente la mi nonna avrebbe preso la decisione giusta, ma purtroppo non c’è più e non posso sapere quale, anche se è facile immaginarla.
So invece cosa hanno deciso molte delle istituzioni locali: siccome i soldi sono pochi si fa un pezzo del progetto concordato, si fa quello che sgrava la circonvallazione di lucca e agevola la Valle del Serchio: l’asse nord sud, quello che doveva essere fatto per ultimo. In questo modo si incanala tutto il traffico su Capannori, non si sgrava il Viale Europa di Marlia, si divide in due il territorio dello stesso comune, si disattendono tutti gli accordi sottoscritti, si va contro l’inchiesta pubblica che nel frattempo, debitamente convocata, ha finito i lavori e dato sostanzialmente ragione a chi si opponeva ad uno scempio del genere, ma almeno si fa qualcosa. Ma le Istituzioni dicono anche: non si possono perdere i soldi, anche se sono pochi, intanto facciamo quel che si puó fare, poi si vedrà. Questa è un’occasione storica, irripetibile, e bla, bla, bla… E giù bordate su coloro che si oppongono ad una soluzione parziale e sperequativa, con l’arroganza e la supponenza tipica di coloro che si credono più forti e conseguentemente portatori di verità piú vera delle altre.
Chi gestisce la cosa pubblica e anche un sistema sociale più ampio di una sola famiglia, dovrebbe mettere in testa al proprio agire il senso di responsabilità e quello del limite, dovrebbe aver chiaro che non è con la forza che si risolvono le cose, dovrebbe non privilegiare alcuni a discapito di altri, dovrebbe non scaricare le criticitá su un territorio per agevolarne altri, dovrebbe avere a mente il bene di tutti e non solo di alcuni. Dovrebbe. Dovrebbe non abusare della parola “sviluppo” associandola solo a quella di nuove strade, che purtroppo non risolvono ma aggravano la crescita della comunità, frammentandola e ferendola. Dovrebbe. Dovrebbe pensare il proprio territorio, fermo da anni a causa della sua cattiva politica e del suo immobilismo, proiettandolo nel futuro, nell’epoca dello sviluppo immateriale, dovrebbe non crearsi alibi ed assumersi la responsabilità del fare bene e non quella del chiacchierare e del minacciare, dovrebbe non fare piccole battaglie personali solo tese al bene della propria carriera politica, fregandosene allegramente di chi lo circonda. Dovrebbe.
La mi nonna avrebbe probabilmente definito quegli 80 milioni fichi secchi per fare una festa di nozze, come la grande viabilitá della Piana, ma li avrebbe definiti moneta sonante e oro zecchino, per fare altre cose, più importanti. La mi nonna avrebbe certamente fatto una battaglia territoriale per averli tutti quei 200 e passa milioni e non si sarebbe accontentata delle briciole, perchè un territorio come la lucchesia non può essere umiliato con la mancia ministeriale, la mi nonna avrebbe ascoltato e non deriso chi solleva perplessità e manifesta insoddisfazione, la mi nonna avrebbe pensato a come modernizzare il proprio sistema sociale, a farlo crescere in maniera leale ed equa. La mi nonna non avrebbe accelerato per farsi bella perchè presto ci sono nuove elezioni.
Detto questo son convinto che qualcuno più intelligente di me sosterrà con forza , autorevolezza e determinazione:
“Ma se la tu nonna avea le rote…”

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