La cabina di regia? C’è gia e può essere messa in grado di predisporre il calendario unico degli eventi di tutto il territorio e di provvedere ad una promozione massiccia e anticipata, ben fatta e in più lingue, su ogni genere di media per attirare a Lucca e nella sua provincia un crescente flusso di turismo qualificato. Sì, sia pure in embrione, questa strutura esiste: è Itinera, la società partecipata dal Comune di Lucca che langue e che invece potrebbe essere rilanciata in grande stile, supplendo così alla chiusura delle Apt. La proposta arriva dal sindaco di Capannori, Giorgio Del Ghingaro: «Nessuno può più avere dubbi – afferma – sulla necessità di dotarci di una struttura tecnica, snella e agile, per mettere in pratica le strategie decise da enti locali e associazioni di categoria e operatori del settore. «Bene, io penso che il nucleo operativo logico e giusto potrebbe e dovrebbe essere Itinera, ovviamente rilanciata. Il Comune di Capannori è pronto a fare la sua parte e a prendere in considerazione l’ipotesi di entrare nella partecipata. Dopo anni di studi e discorsi, non c’è un minuto da perdere, bisogna agire in concreto. Abbiamo risorse di ogni genere, dovremo pur riuscire a pubblicizzarle e a venderle». Da dove bisogna cominciare? «Intanto dalla considerazione che Lucca e Capannori sono ormai un territorio sempre più integrato. Da questa realtà oggettiva è partita l’iniziativa di concertare tra i due Comuni il nuovo piano strutturale e di lavorare in sinergia per la riqualificazione e il rilancio del territorio. «Propongo che istituiamo subito un tavolo per concordare intanto una serie di iniziative che partono da un mio pallino, la rete del verde». A cosa pensa? «Ad un percorso unico che leghi le tante rassegne del settore come VerdeMura e Murabilia, la mostra di S. Zita e la mostra delle Camelie, le visite nelle ville storiche. E credo che vada allargato agli eventi del settore in altri centri di richiamo del nostro territorio, come Borgo a Mozzano con la mostra dell’Azalea o Bagni di Lucca, con le sue Terme e le sue splendide ville. «Da non trascurare il fatto che il verde attira tra l’altro una fascia di turismo molto interessante. Sì, la rete del verde deve diventare il nostro “must” di partenza». Tutte queste mostre ci sono già, alcune richiamano decine di migliaia di persone, altre sembrano avere un appeal limitato. Il quadro complessivo deve migliorare. «È vero, dobbiamo crescere e per questo è necessario costituire il pacchetto unico integrato, per moduli, e anche il biglietto unico. L’offerta del territorio non deve essere frammentata e tanto meno in competizione, ma globale». Facile a dirsi, ma difficile a farsi. Si ragiona di questi argomenti da una decina di anni. Risultati: zero. «Lo ammetto. Ma ora siamo davvero tutti d’accordo e dobbiamo passare alla fase operativa. Ripeto, il rilanco di Itinera può essere la soluzione. Mettiamoci tutti intorno a un tavolo e decidiamo una volta per tutte. «A Capannori possiamo già contare su un “panel” che raccoglie tutte le categorie del turismo che danno indicazioni, fanno iniziative e sostengono l’attività del Comune. Il metodo funziona e va allargato al resto del territorio». Se il “panel” funziona, come mai dopo 24 anni una mostra di grande richiamo come le Camelie, finanziata con 100mila euro di fondi pubblici, fa ancora numeri così poco soddisfacenti? Poco più di 10 mila visitatori non indicano un grande successo: sono sbagliate soltanto le date (a marzo spesso il tempo è inclemente), è insufficiente e inadeguata la promozione o ci sono altri motivi? «Un dato è certo: occorre lo sforzo di tutti per un cambiamento di mentalità. Serve maggiore apertura, bisogna uscire dai confini del Compitese, aprire ad altre frazioni e lavorare in sinergia tra tutti gli enti interessati. Si possono fare grandi numeri, a patto che siano superate incomprensioni e companilismi che non hanno ragione di esistere e che sono controproducenti. L’anno prossimo sarà l’edizione del venticiquennale, da ora dobbiamo lavorare per organizzarla e lanciarla alla grande». Non convince nemmeno il funzionamento delle strade del vino: siti sciatti e privi, a volte, anche del numero di telefono dell’azienda, cartellonistica inadeguata, scarsa promozione e, troppo spesso, fattorie chiuse. Non c’è cosa peggiore che far arrivare un turista e fargli trovare la porta sbarrata. Altrove le strade del vino funzionano assai meglio. «Anche in questo campo dobbiamo certamente crescere. La valorizzazione dell’enogatronomia e dei prodotti del territorio portano risultati straordinari e noi ci puntiamo. Ma non possono bastare le aperture episodiche, anche per vino e altri prodotti tipici occorre un sistema integrato che funzioni in permanenza, superando personalismi davvero nocivi. «E gli enti locali devono fare di più per la cartellonistica e la promozione. Vede, torniamo sempre su questo punto. Un motivo ci sarà». In quel 6% di aumento nelle presenze a Capannori, dato in controtendenza, sembra che pesi il richiamo verso il turismo ambientale. A cosa è dovuto? «Alla politica di riscoperta e valorizzazione delle proposte che il territorio naturalmente può offrire. Le vie dell’acqua, il verde, l’enogastronomia attirano e non è un caso che ostello e agriturismi siano sempre pieni. «Le potrà sembrare strano, ma c’è gente che viene in gita anche per scoprire la città che con il porta a porta integrale è arrivata ad una raccolta selezionata superiore all’80%». Un punto dolente però c’è: avete malamente sprecato l’eccezionale richiamo della Pompei rurale, delle cento fattorie di epoca romana scoperte nell’area di Fossanera e dintorni. Come è stato possibile? «È presto detto: sono venuti meno i fondi veicolati dal ministero attraverso Arcus che sembravano già stanziati. Non esito a dirlo: è uno scandalo. Come si può sprecare una occasione del genere? È da sconsiderati lasciare sotto terra un tesoro del genere quando già si era costruita, con le scale per il museo al casello del Frizzone, la parte iniziale del percorso archeologico. «Tra l’altro, se oggi è così difficile realizzare il parcheggio vicino al casello è proprio perché la società Autostrade aveva destinato l’area a parcheggio riservato al museo. In assenza di fondi per la Pompei rurale, il Comune con le proprie modeste risorse ha nel frattempo allestito un piccolo museo e dato il via a nuovi scavi. Ma certo è che l’obiettivo vero è ripartire con il progetto del parco archeologico: faccio un appello a tutti gli enti e ai soggetti interessati perché la questione torni al centro della politica di valorizzazione turistica del territorio”.

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