Gentile Sindaco,
un precedente impegno di lavoro non mi permette di partecipare al Consiglio Comunale in programma oggi pomeriggio a Lucca.
Ci tengo però, come peraltro ho avuto modo di fare più volte pubblicamente, a ribadire la mia posizione sul tema del riordino delle Province.
Come prima scelta ero e sono favorevole all’abolizione di questi enti, le cui competenze possono essere trasferite, senza alcun problema per le nostre comunità territoriali, alle Regioni e ai Comuni, secondo quanto ipotizzato dal Governo nella prima fase della riforma.
In seguito ai cambiamenti degli indirizzi governativi che, ad oggi, privilegiano l’accorpamento delle Province ci terrei a sottolineare quanto segue: qualsiasi battaglia campanilistica per il mantenimento della “primogenitura” appare, in questa fase, poco efficace e soprattutto non rispondente alle esigenze reali e concrete dei cittadini. La leadership politica e culturale, inoltre, non si conquista solo con un riconoscimento burocratico, ma è la logica conseguenza di scelte programmate e attuate in grado di coniugare il rispetto della tradizione e i valori della modernità che oggi investono diversi ambiti della vita sociale, economica e culturale. E dubito che, in questi anni, la spinta, anche politica, verso l’autonomia, abbia portato alla città di Lucca benefici in ambito regionale e nazionale.
Per questo, lo ripeto, io sono favorevole alla costituzione di tre grandi aree provinciali, secondo il modello già in vigore degli Ato, con l’obiettivo di creare sinergie e collaborazioni capaci di valorizzare le peculiarità dei singoli territori e di compensare le loro debolezze, secondo una logica di sviluppo e di crescita che possa portare vantaggi ai cittadini e alle imprese delle singole realtà territoriali.
Lucca, nei secoli, si è conquistata un ruolo importante proprio grazie all’operosità dei suoi cittadini; è arrivato il momento che la politica, spesso più indietro delle istanze della società, rilanci questa dinamicità economica e sociale in un panorama più ampio, dando al nostro tessuto provinciale la possibilità di misurarsi e di competere con altre realtà mantenendo, da un lato, quanto abbiamo conquistato nel tempo e individuando, al contempo, nuove occasioni di sviluppo, di crescita, di progresso.

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