CAMBIO AL vertice dell’Azienda Usl da questa mattina. Arriva infatti il nuovo direttore generale, Antonio D’Urso, che per una curiosa coincidenza proprio oggi compie 50 anni. Laureato in medicina e chirurgia all’Università di Catania nel 1986, è specializzato in anestesia e rianimazione, in organizzazione sanitaria e sicurezza sociale, in medicina legale e delle assicurazioni e in igiene e medicina preventiva. Dal 15 novembre 2010 e fino a ieri è stato direttore sanitario dell’Azienda Usl di Prato.
Di fatto per lei è un cambio di lavoro: dalle competenze mediche a quelle amministrative. Quali sono le linee guida del suo mandato?
«Devo premettere che per ora sono soltanto osservazioni preliminari, legate più alla percezione. Insomma prime impressioni. La prima osservazione riguarda la direzione Tavanti. Ritengo che abbia dato un impulso molto chiaro: il potenziamento dell’offerta ospedaliera, una struttura moderna quale il nuovo ospedale che sicuramente sarà in grado di dare un miglioramento dei servizi sanitari e la cui lavorazione dovrebbe concludersi entro il 2013. Mi sembra che anche per l’ospedale della Valle del Serchio c’è già un accordo, si parla della volontà delle forze sociali di unificare i due ospedali di Barga e Castelnuovo. Tavanti ha fatto investimenti anche sul sistema territoriale: punti di primo soccorso, case della salute, sviluppo della medicina dei servizi».
E per il futuro?
«Fondamentalmente le direttive sono il potenziamento dei servizi ai cittadini sia in tema di assistenza ospedaliera come di decentramento territoriale con una forte integrazione con l’ospedale».
Conosce la sanità lucchese? Quali sono i problemi che pensa di ereditare?
«Credo che Lucca abbia tutte le premesse e le potenzialità per fare bene. Leggendo il giornale in questi ultimi giorni mi pare che i problemi a Lucca siano stati due: l’emergenza al pronto soccorso, questo porrà il problema del potenziamento dei servizi territoriali perché l’ospedale non può rispondere a questo tipo di problemi e si va sempre più verso l’ospedale per acuti. L’altro argomento è il consumo dei farmaci che rappresenta un capitolo complicato. Alcuni strumenti come la distribuzione diretta sono utili ma ritengo fondamentale un ottimo rapporto con i medici di medicina generale».
Intende stabilirsi a Lucca o farà il pendolare?
«Ho intenzione di trasferirmi a Lucca. E’ il modo migliore di conoscere una città e un territorio. Non si può vivere fuori dal contesto. Vivere a Lucca mi permetterà di conoscere meglio ogni aspetto».
Viene a Lucca da solo o si porta uno staff completo di direttore sanitario e amministrativo?
«E’ prematuro parlare dello staff. Il mio primo obiettivo è dare continuità all’Azienda. Incontrerò le forze politiche, i sindaci, le parti sociali, le associazioni di volontariato. Sono grato a Tavanti perché ha governato bene l’Azienda. Sono stato favorevolmente colpito dalla disponibilità della Conferenza dei sindaci. Conosco sia il direttore sanitario Lisandro Fava come quello amministrativo Emanuele Franco Bocchi. Vedrò di capire con loro i problemi, le disponibilità e le affinità. Questo vale per tutti i rapporti professionali».
Quale sarà il suo primo atto a Lucca?
«Ho chiesto a Tavanti un incontro e ci siamo riservati uno spazio affinché il passaggio di consegne avvenga nel segno della continuità. Ritengo che ci siano tutti gli ingredienti per fare bene. Ci sono tante professionalità di prestigio. Vengo a Lucca e penso di restarci a lungo».

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