Il suo candidato sindaco ideale, Giorgio Del Ghingaro, è sceso in campo. Adesso lo fa anche lei. La senatrice Manuela Granaiola interpreta un ruolo cruciale nella partita che vede l’ex primo cittadino di Capannori in lizza per la guida del Comune. Un ruolo che inizia a far pesare con una lettera aperta che prende le mosse dal botta e risposta di ieri tra il commissario del Pd viareggino e Del Ghingaro. L’appartenenza al Pd. «Trovo molto riduttivo e triste il tentativo del Commissario del Pd di rappresentare la questione della scelta di un candidato sindaco per Viareggio in termini di appartenenza; cosa che mi ricorda molto vicende appena trascorse e finite assai male. Mi dispiace per motivi personali, ma soprattutto perché – per come conosco io Del Ghingaro – non mi sembra proprio la persona, ancorché militante del Pd, che si faccia mettere il cappello in testa da qualcuno. Anzi posso affermare, senza alcun dubbio di essere smentita, che la sua indipendenza e la sua autonomia da logiche correntizie è uno dei motivi per i quali la sua candidatura genera tanta simpatia e stima in città e tante preoccupazioni in qualche parte del Partito democratico». Perché dico sì a Del Ghingaro. «Per quanto mi riguarda – prosegue la senatrice – è proprio la sua spiccata autonomia di giudizio uno dei motivi, ovviamente non il solo, che mi induce a riproporlo con convinzione all’attenzione della città e di tutte le forze politiche (a partire ovviamente dal Pd), in quella logica di ampio coinvolgimento e condivisione sollecitata anche da quell’attento e fine conoscitore della situazione sociale di Viareggio che è Don Brunini. Lo stesso Presidente Rossi, al di là delle foto di circostanza, mi sembra che abbia fatto le stesse considerazioni, senza peraltro fare investiture ufficiali». L’identikit del candidato Pd. «All’inizio del percorso per la ricerca di un candidato sindaco – prosegue la senatrice del Pd – ci eravamo dati alcuni criteri orientativi e condivisi sui requisiti quali comprovata esperienza sia politica che amministrativa, capacità di aggredire la complicata e difficile situazione amministrativa di Viareggio, autorevolezza, capacità di avviare un profondo rinnovamento amministrativo e politico, capacità di coinvolgimento delle realtà economiche e sociali della città (senza la quale difficilmente si può pensare di superare una crisi così grave). Io aggiungerei anche quello di contribuire a creare una nuova classe dirigente, temprata su un’ardua e concreta prova amministrativa e svincolata da vecchie logiche di appartenenza. Il commissario Dati credo dovrebbe spiegare molto bene non a me ma agli iscritti ed alla città perché Giorgio Del Ghingaro non corrisponda a questo identikit; non corrisponda fino al punto di non voler prendere nemmeno in considerazione la possibilità di una sua candidatura». La telefonata mancata. «Leggo invece con un po’ di tristezza della polemica su di una “telefonata” mancata, o di una telefonata dai toni aspri o che altro: sinceramente non mi interessa. Certo è che una questione così delicata e rilevante non può essere affrontata o nascosta dietro un presunto equivoco telefonico, meno che insignificante rispetto alla situazione della città. Se di quello si fosse trattato, sarebbe stato un problema di facile soluzione, almeno tra persone di buon senso». Basta polemiche. «Per me il tempo delle polemiche sterili è finito: ora – conclude Granaiola – si devono assumere pesanti responsabilità e discutere delle cose da fare per ridare un futuro a Viareggio. Meglio se lo facciamo con un ampio coinvolgimento di tutte le forze sane della città, che per fortuna sono tante e sicuramente disinteressate alle beghe di questo o quel partito, ma attente a scegliere un candidato Sindaco che, al di là dell’appartenenza politica, territoriale o culturale, abbia dimostrate capacità amministrative e decisionali, indispensabili per ridare dignità al nostro territorio, alla nostra economia, alla nostra gente».

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