Il 6 ottobre di due anni fa, lontano mille miglia dal pensare di candidarmi a Viareggio, scrivevo questo post.
Rimane attualissimo, per questo ve lo passo, sperando che non si disperda almeno l’amore.
“Forza Viareggio
Il sole di Viareggio non è uguale a quello degli altri. Per me ha quel sapore elegante e un po’ malinconico delle estati lunghissime e sudate di un tempo, quell’apparizione estrema dopo i viaggi dell’infanzia pigiati in cinque in una Bianchina, o di quei tragitti strascicati dell’adolescenza tra la darsena e la pineta, col pranzo obbligato alla Festa dell’Unitá. Ha quel profumo di bagnoschiuma, dei deodoranti a poco prezzo che sapevano di pino e di montagna, mescolati al salmastro e al sudore sotto la canicola senza l’ombrellone.
Per questo uno come me si aspetta una cittá solida, forte e rassicurante mentre fa il turista in Passeggiata, invece s’imbatte nell’incertezza e nella fragilità di una amministrazione commissariata e di cittadini spaesati di fronte alla politica che non riesce a dare risposte, se non negative come i conti in rosso scarlatto.
Rosso che assomiglia a quei tramonti sul molo, con i pescatori silenziosi e scontrosi, in attesa del colpetto al galleggiante.
Una città così non può che ripartire, una città cosí deve ripartire.”
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