I SOLDI non ci sono, le norme sì. Peccato che non sempre vengano rispettate. «E’ vero, le norme ci sono, anzi, sulla salvaguardia del territorio dal rischio idrogeologico, la Toscana è all’avanguardia, visto che è dal 1994 che si sono introdotte le prime norme per impedire di edificare nelle aree a rischio».
A dirlo è Alessandra Biserna, lucchese, membro del consiglio dell’ordine dei geologi della Toscana. «Volendo, ci sono gli strumenti per gestire in maniera corretta un territorio e conoscere i suoi equilibri, ma non sempre questa scelta è considerata positiva da parte delle amministrazioni comunali».
Alessandra Biserna, in questo senso, ha collaborato alla realizzazione della Variante generale del Comune di Capannori.
Si tratta di una pianificazione che è stata portata ad esempio a livello nazionale, anche perché la nuova espansione edilizia è stata contenuta e subordinata alla conoscenza della pericolosità idraulica e geomorfologica del territorio. Una cosa che avviene piuttosto raramente.
«Il problema – afferma infatti Biserna – è che non tutte le amministrazioni si comportano in questo modo. Per capire quanto possa essere sottovalutata la difesa del territorio, basti pensare che il Comune di Lucca ha in organico un solo geologo, così come la Provincia di Lucca, mentre, ad esempio, la Provincia di Pisa ne ha cinque in servizio. L’amministrazione provinciale di Lucca, in ogni caso, ha avviato un programma di monitoraggio degli argini del Serchio, ed è un fatto positivo, ma le cose da fare sono tante».