Sull’accorpamento delle Province stiamo sentendo di tutto, da giorni. Ognuno dice quello che pensa, a seconda della logica con cui guarda a questa rivoluzione amministrativa dei territori.

C’è chi grida a gran voce che Lucca, per mantenere il proprio presitgio e il suo “nome”, debba essere unita in modo da restare capoluogo.Una scelta, però, che a mio avviso nasce da un ragionamento fondato sul campanilismo, su una visione della politica, dei territori e, soprattutto del futuro, oramai sorpassata.

Da primo cittadino ritengo spetti ai sindaci, per primi, comprendere i profondi cambiamenti che questo delicato momento storico sta realizzando nella sfera sociale, econmica e anche amministrativa, per tradurli in soluzioni percorribili e che possano garantire una progettualità futura migliore ai nostri Comuni.

In quest’ottica, la mia posizione è in perfetta linea con quella del Presidente della Regione Enrico Rossi, ovvero con la sua proposta di riorganizzare le Province, in Toscana, in tre enti d’area vasta.

In questa ipotesi, che mi auguro sia quella che diventerà attuativa, la provincia di Lucca sarà unita con Massa, Pisa, e Livorno, creando così l’area vasta della costa.

Se guardiamo agli interessi dei nostri territori con uno sguardo lungimirante, è facilmente intuibile come questa strada sia più vantaggiosa per i comuni della provincia di Lucca.

Una simile rioraganizzazione, infatti, impedirebbe ai territori lucchesi di finire in un isolamento politico e amministrativo preoccupante all’interno di un quadro regionale, come potrebbe invece verificarsi con altre ipotesi ventilate. Con l’unione delle province della costa porteremmo Lucca in una posizione di privilegio, perché diventerebbe un soggetto che può far sentire la porpria voce assieme ad altre realtà territoriali significative per la richezza, sociale, culturale ed economica, della Toscana. Con Pisa Livorno e Massa, inoltre, potremmo dare vita a piani di sviluppo sostenibile, progettare infrastrutture materiali e immateriali moderne ed efficienti, creare nuove sinergie capaci di portare maggiore innovazione per le imprese della costa e, magari, occupazione di qualità. Realizzare collaborazione fra il porto, gli aeroporti di Pisa e Capannori e i distretti industriali che compongono questi territori è senza dubbio un’opportunità, anche per Lucca, per il suo prestigio e la sua identità.

Inserendoci nell’area vasta della costa è probabile che perderemmo il “nome”, vale a dire che non sarà Lucca il capoluogo di provincia bensì Livorno, ma potremmo dare vita a prospettive di miglioramento per i nostri cittadini. Ed è questo che realizza, nei fatti, l’identità di un territorio che s’è sempre, storicamente, contraddistinto e che continuerà a farlo. L’identità di Lucca, all’interno dell’area vasta, diventerà una risorsa che, messa in sinergia con le altre, aprirà nuovi, importanti, orizzonti.

Negli altri casi vincerebbe il campanilismo, Lucca manterebbe il suo “nome”, ma probabilemente non avrebbe risorse e autorevolezza per progettare un futuro certo e di miglioramento della qualità della vita.

In una fase di cambiamento così profonda, auspico che la logica con cui guardare all’accorpamento delle Province sia quella di assicurare maggiore opportunità a cittadini e comparto porduttivo, e quindi vorrei che il Governo accogliesse la riorganizzazione proposta da Rossi.

Per molti anni, a Lucca, s’è guardato al passato, preferendo lo status quo ai vantaggi della modernità. Non continuiamo a guardarci indietro, perché non è lì che dobbiamo andare. Dobbiamo andare avanti, dobbiamo guardare all’Europa e capire che un certo modo di fare politica, e pertanto un certo modo di governare i territori, è finito.

Dobbiamo andare avanti e chiedere, per i nostri Comuni, la soluzione che ci garantisca innovazione e modernità.

Il futuro è già arrivato, mi auguro che anche a Lucca si voglia afferarlo per trasformarlo in risorsa.

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