Giovanni ha quarantacinque anni, una famiglia da mantenere e dopo anni di onesto lavoro si trova in cassa integrazione. Lucia ha trentotto anni, dopo anni di precariato nella scuola quest’anno per la prima volta non è salita in cattedra. 
Alcuni esempi delle tante persone che ogni giorno, con grande dignità, chiedono aiuto al sindaco, la figura istituzionale a loro più vicina.
Un piccolo quadro dell’Italia di oggi, un Paese attraversato da una grave crisi economica con un Governo che si affretta ad ogni telegiornale a rassicurarci che “il peggio è passato”.
L’Italia dei cittadini è sempre più lontana da chi la governa, ormai è un dato di fatto e chi, come me, ha l’onore di ricoprire un ruolo istituzionale ha il dovere di interrogarsi sulle cause profonde di questo scostamento che si ripercuote in tutti i settori della vita, dalle fabbriche alle scuole, dalle campagne alle città.
Come se non bastasse, si assiste in questi giorni ad un altro spettacolo che apre una ferita senza precedenti nella storia repubblicana italiana: violare i principi di imparzialità e uguaglianza perché qualcuno è stato escluso in virtù di errori e di mancato rispetto delle regole apre la strada a nuove forme di parzialità e sopraffazione.
Da che mondo e mondo, in qualsiasi campo della vita sociale, ci sono norme condivise e riconosciute da rispettare: vi immaginate, per parlare di sport, durante una partita di calcio un improvviso cambiamento delle regole a vantaggio di una delle due squadre? Allora tutta Italia si solleverebbe…
Questa considerazione ci induce a riflettere su uno dei più grandi vizi culturali dell’epoca che stiamo attraversando: l’apatia, la rassegnazione, il ricorrente “non c’è nulla da fare”.
Io penso che invece ci siano tante strade che possiamo percorrere nel rispetto della democrazia e della legalità; possiamo farlo senza urlare in modo demagogico e strumentale, ma con voce ferma e netta. Possiamo e dobbiamo farlo partendo dalle nostre comunità.
E’ in gioco la credibilità del nostro Paese, il sogno di costruire domani una società migliore.

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