Il riordino delle Province continua ad essere un tema centrale nelle riflessioni compiute dai territori e nelle scelte del Governo, che vorrebbe realizzare la riforma in tempi stretti, poiché cittadini e imprese chiedono – e hanno diritto – che la politica e le istituzioni dimostrino, con i fatti, la loro vicinanza alle persone e alle necessità di questa delicata congiuntura economica.
L’abolizione delle Province, lo ribadisco, rappresenterebbe la strada più efficace ed efficiente per razionalizzare la spesa pubblica e dare un segnale di responsabilità sociale, e soprattutto culturale, ai nostri cittadini.
Con una scelta netta come l’abolizione delle Province, infatti, avremmo assunto un impegno importante verso i territori, le imprese, le persone; non essendo stata presa questa decisione, l’ipotesi delle tre aree vaste avrebbe rappresentato la soluzione migliore per dare un respiro europeo e di crescita ai territori toscani.
Al momento, però, questa strada non pare essere la più condivisa. Di fronte alle due proposte elaborate dal Cal e che saranno presentate al Consiglio Regionale nei prossimi giorni, mi auguro che la proposta dell’area vasta della Costa, che unirebbe Lucca, con Massa, Pisa e Livorno, sia quella che sarà portata all’attenzione del Governo. Da tenere di conto, comunque, che nessuna delle due idee emerse possiede tutti i requisiti stabiliti dal Governo per il riordino delle Province. Consapevoli di questo – in quanto si tratta di un dato oggettivo – chi si assumerà la responsabilità qualora il Governo decidesse di portare avanti l’ipotesi più lontana dalle necessità dei nostri territori, ovvero quella di unire Lucca con Massa, Pistoia e Prato? Coloro che oggi sostengono con forza l’accorpamento con la sola Provincia di Massa hanno valutato la possibilità che un proliferare del numero di Province, ognuna per ragioni campanilistiche, potrebbe facilitare al Governo il compito di scegliere la soluzione di non fare deroghe per nessuno e mantenere lo schema di riordino già stabilito?
L’area vasta, peraltro, è un’organizzazione e integrazione già esistente che interessa alcuni servizi essenziali dei territori in questione; l’idea di unire questi comprensori in un’unica Provincia permetterà di instaurare nuove e innovative sinergie, capaci di garantire uno sguardo concreto verso il futuro.
Il ruolo di guida, di punto di riferimento si conquista con una politica dinamica, che mette in gioco i vecchi schemi per fare spazio alla creazione di un domani sostenibile per i giovani di oggi e le nuove generazioni, costrette a fronteggiare situazioni di inoccupazione e disoccupazione pesanti, nonostante capacità e voglia di fare.
Un tipo di politica, questo, che in passato a Lucca non ha trovato sostenitori. Ed ecco che quindi si ragiona di capoluogo come se fosse un privilegio territoriale e non un approccio culturale utile a costruire opportunità in una fase economica in cui le opportunità sono sempre meno.
In quest’ottica si difende il campanile, ma non si sceglie per migliorare le possibilità di vita dei cittadini della nostra provincia.
Siamo talmente occupati a cercare di difendere un titolo, che nemmeno prendiamo in considerazione le posizioni degli altri territori coinvolti nell’operazione: il comune di Massa e il comune di Carrara, infatti, non sembrano essere favorevoli all’unione con la sola provincia di Lucca, in quanto non darebbe ai loro territori, caratterizzati da significative peculiarità, una forza adeguata ai futuri tavoli regionali e nazionali sulle necessità dei Comuni delle province toscane. Un punto di vista condivisibile, che muove dal desiderio di migliorare le condizioni di vivibilità delle nostre comunità.
In qualità di Sindaco ho sempre cercato di prendere decisioni a favore di un futuro sostenibile per i cittadini, lottando perché Capannori divenisse un Comune autorevole in ambito sovracomunale.
Un approccio, questo, che utilizzo anche nella riflessione sulla nostra Provincia. Per questo motivo, resto a favore delle aree vaste della Toscana, certo che sia la soluzione concretamente più adatta allo sviluppo dell’intera Lucchesia.

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