Elisabetta Baldi, moglie del giudice Caponnetto, all’incontro ‘Siamo il mondo’ in programma domenica 9 marzo ad Artè

5/3/14. Sarà presente anche Elisabetta Baldi, moglie di Antonino Caponnetto, uno dei giudici simbolo della lotta alla mafia scomparso nel 2002,  all’incontro ‘Siamo il Mondo’, in programma domenica 9 marzo alle ore 11.00 ad Artè, realizzato nell’ambito della manifestazione ‘I Sentieri di Artèmisia – Riflessi Etici’ promossa dal Comune in collaborazione con Franca Severini della casa editrice ‘Zona Franca’ e ‘Lucca Comics and Games’.

 

 

L’iniziativa inserita anche tra gli eventi realizzati dal Comune in occasione dell’8 marzo avrà come protagonisti Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto e Angela Caponnetto, giornalista di RaiNews, che recentemente si è occupata di temi importanti come i No tav a Roma, la Costa Concordia, il deragliamento di Andora, la nave delle armi chimiche a Gioia Tauro. Durante l’incontro si parlerà di lotta alla mafia, di legalità e degli strumenti da mettere in campo per affermarla sempre di più ed anche del rapporto tra etica e lavoro, in particolare per quanto riguarda la professione giornalistica.

 

“Questo incontro ha un alto valore etico e culturale – afferma l’assessore alla cultura, Lara Pizza -, perché l’attenzione alla lotta alla mafia e alla criminalità organizzata deve sempre rimanere molto alta. Ci sono persone che per difendere i valori della legalità hanno perso la vita ed è quindi nostro dovere dare il nostro piccolo contributo a partire dai nostri comportamenti sul lavoro come nella vita di tutti i giorni che devono essere improntati all’etica. Parleremo di questi temi così fondamentali per la democrazia di un Paese con personalità importanti che voglio ringraziare per la loro disponibilità. Un ringraziamento particolare va alla moglie del giudice Antonino Caponnetto, considerato uno degli eroi simbolo della lotta al crimine organizzato italiano, che domenica prossima avremo l’onore di ospitare a Capannori”.

 

Al termine dell’incontro Salvatore Calleri e Angela Caponnetto consegneranno gli attestati di partecipazione alle donne che hanno preso parte al corso ‘Non ho paura’ realizzato dalla Polizia di Stato in collaborazione con il Coune e la Commissione pari opportunità.

 

Salvatore Calleri, presidente Fondazione Antonino Caponnetto. Nato a Catania nel 1966 e cresciuto a Firenze, ha fatto parte del movimento antimafia siciliano degli anni 90. Laureato in giurisprudenza, è stato uno dei più stretti collaboratori di Antonino Caponnetto. È consigliere della Fondazione Sandro Pertini. Editorialista della rivista Nuovo Consumo. Coordina gli osservatori della Fondazione Caponnetto in tutta Italia. Ha dato vita con la Fondazione Mediterraneo all’Omcom (Osservatorio Mediterraneo Criminalità Organizzata e Mafia).

Angela Caponnetto Lavora per la Rai dal 1993 (con una parentesi di 4 anni a Sky). Ha lavorato come inviata per i “Format” di Giovanni Minoli (Raidue), ‘Misteri’ (Raitre), ‘La Vita in Diretta’ (Raiuno), ‘Miaeconomia (SkyTg24), ‘Chi l’ha Visto? (Raitre), Agorà (Raitre). Attualmente lavora a RaiNews.

Il sindaco Del Ghingaro entra a far parte dell’ ‘Associazione Comuni Virtuosi’

10/12/13 Il sindaco di Capannori, Giorgio Del Ghingaro, è stato chiamato a far parte  del comitato direttivo dell”Associazione Comuni Virtuosi’. La decisione è stata presa ieri (lunedì) dai componenti del direttivo riunitisi  a Parma. L’ ‘Associazione dei Comuni Virtuosi’, alla quale Capannori ha aderito già da alcuni anni,  è nata nel 2005  a Vezzano Ligure e raggruppa vari Comuni sparsi in tutta Italia, che attuano buone pratiche a difesa dell’ambiente, per migliorare la qualità della vita e per tutelare i beni comuni.

Nel paese della democrazia diretta. Capannori, dove a decidere sono i cittadini (il Fatto Quotidiano, 30.09.2011)

La giunta di Giorgio Del Ghingaro, eletto con il centrosinistra, ha infatti deciso di stanziare 400mila euro e sarà una commissione scelta “dal basso” a stabilire in quali progetti investire.

E’ più urgente riasfaltare la strada, costruire il parco giochi o sistemare l’illuminazione pubblica? A Capannori, in provincia di Lucca, lo decidono i cittadini. La giunta di Giorgio Del Ghingaro, eletto con il centrosinistra, ha infatti deciso di stanziare 400mila euro e sarà una commissione scelta “dal basso” a stabilire in quali progetti investire. Un’iniziativa che porta i residenti a condividere e discutere le priorità del territorio, dai marciapiedi agli spazi pubblici, e ad entrare in modo trasparente nelle pieghe del bilancio comunale.

“L’idea nasce da un percorso di partecipazione inaugurato qualche anno fa con il varo di quattro commissioni partecipate su rifiuti, acqua, mobilità e barriere architettoniche”, spiega Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Capannori dal 2004, oggi al secondo mandato e iscritto al Partito democratico. “La commissione di questo nuovo progetto, avviato attraverso un bando della Regione Toscana, rappresenta proporzionalmente i 46mila residenti. Infatti include quattro immigrati che sul territorio sono il 6% della popolazione”. L’unica percentuale che il Comune ha voluto “ritoccare” per eccesso è quella che riguarda i giovani tra i 18 e i 35 anni, troppo spesso emarginati dalla vita istituzionale anche nelle piccole amministrazioni.

Per garantire la massima trasparenza nella selezione della commissione, una ditta specializzata ha reclutato telefonicamente per conto del Comune un campione rappresentativo di 80 cittadini, divisi equamente tra maschi e femmine e tra le 4 ex circoscrizioni del territorio, tagliando fuori i “professionisti della politica”. Infatti nel gruppo decisionale, monitorato da un comitato di garanzia di cinque membri che include un consigliere di maggioranza e uno di opposizione, non può accedere chi ricopre una carica politica o è presidente di un’associazione. I cittadini quindi partecipano al percorso di elaborazione degli interventi fino alla votazione finale dell’election week a dicembre, momento in cui stabiliranno come investire i 400.000 euro stanziati. Le opere scelte saranno realizzate entro il 2012 e i lavori sono già iniziati da oltre un mese.

“Si incontrano ogni venerdì pomeriggio nella sala mensa del Comune che abbiamo messo a disposizione”, spiega Del Ghingaro. “Finora hanno ascoltato i dirigenti del Comune per conoscere i problemi e le aree di intervento prioritario. Al termine della fase informativa discuteranno suddivisi in base alla circoscrizione per poi confrontarsi collettivamente. Poi entro il 31 dicembre, al termine dell’election week, voteranno i progetti da finanziare che la giunta adotterà porterà in consiglio comunale”. Il sindaco ricorda quindi che il lavoro della commissione non è di carattere consultivo ma decisionale “perché il Comune deve essere un palazzo di vetro in cui sono i cittadini a decidere”.

Ma a Capannori la democrazia diretta non si esaurisce con i 400mila euro e Del Ghingaro sta già pensando a un “bilancio di genere” per “ridurre le diseguaglianze tra le donne e gli uomini attraverso una più equa distribuzione delle risorse e la stesura di politiche ‘ad hoc’. “Vorremmo abbattere le barriere con l’aumento degli asili nido, più corsi di italiano per le immigrate e incentivi alle imprese femminili. Il governo ci ha tolto 2 milioni di euro di finanziamenti, ma non abbiamo tagliato il welfare a sostegno delle fasce più deboli della popolazione”, osserva il sindaco. “Perché questa – conclude – è una battaglia di civiltà”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/30/nel-paese-della-democrazia-diretta-capannori-dove-a-decidere-sono-i-cittadini/161169/

8 Settembre 2011 Workshop “Dire,fare,partecipare”

8 Settembre 2011 Workshop “Dire,fare,partecipare”

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400.000 euro, 80 cittadini e un territorio da valorizzare: sono questi gli ingredienti dell’innovativo progetto “Dire, fare, partecipare”, lanciato dall’amministrazione Del Ghingaro nell’ambito della gestione del bilancio dell’ente. Nonostante i tagli da parte del Governo, infatti, il comune di Capannori investe nella partecipazione e nella democrazia, scegliendo di dare alla sua comunità la possibilità di decidere direttamente quali opere pubbliche realizzare nel 2012 con i soldi messi a loro disposizione (400.000 euro). Taglio del nastro del nuovo percorso amministrativo giovedì 8 settembre a Villa Mansi, alla presenza del vicesindaco Luca Menesini, dell’assessore alla partecipazione Alessio Ciacci e dell’autorità regionale per la partecipazione Rodolfo Lewanski. (altro…)

“O hai l’Isee o paghi di più” (Il Tirreno, cronaca regionale, 10.09.2011)

Il Tirreno

FIRENZE. Da gennaio per l’accesso ai servizi pubblici o un cittadino ha l’Isee o paga la tariffa più alta. «L’Isee non è perfetto ma corregge la denuncia dei redditi e quella grande ingiustizia che è l’evasione fiscale. L’Isee è il modo con cui possiamo difendere le fasce più deboli della popolazione e salvare lo stato sociale». E’ quanto sostiene il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, 53 anni compiuti il 25 agosto scorso, rispondendo alle domande del «Tirreno», in un forum tenutosi a palazzo Sacrati Strozzi (di fronte alla cupola del Brunelleschi), sede della presidenza regionale, al quale ha partecipato il direttore del gionale Roberto Bernabò.
 Nel corso del forum, durato due ore, Rossi ha analizzato i maggiori problemi che nei prossimi mesi affronterà la Regione. Dagli effetti della manovra del governo (taglio del 75% dei fondi per i trasporti all’azzeramento delle risorse per il sociale) alle infrastrutture («Sull’autostrada Tirrenica dobbiamo trovare l’accordo entro fine anno»).
 Dal corridoio europeo Balcani-Barcellona che dovrebbe passare da Grosseto e Livorno al finanziamento di progetti per i giovani («50 mila euro di prestito di onore per chi vuole mettere su un’attività»).
 E non sono mancati neppure i riferimenti all’attualità politica. Soprattutto del Pd. Dalla possibile candidatura di Renzi nelle primarie per Palazzo Chigi («Lui si candida a premier? Io no, voglio continuare a fare il presidente della Regione», ha risposto Rossi) ai guai giudiziari di Penati, ex braccio destro di Bersani.
 L’introduzione dei ticket ha rivelato che lo strumento dell’Isee rischia di favorire anche chi economicamente sta bene.
 «Non è così. L’Isee non è perfetto ma corregge la denuncia dei redditi e quella grande ingiustizia che è l’evasione fiscale. L’Isee è anche l’unica politica in favore della famiglia che sia stata fatta».
 In concreto?
 «Se noi prendiamo una famiglia con 70mila euro di reddito, casa di proprietà e niente figli rispetto a una famiglia con stesso reddito ma con affitto o mutuo e due figli a carico cosa abbiamo? Che la denuncia dei redditi è uguale, l’Isee no. Perché l’Isee tiene conto anche del patrimonio mobiliare e immobiliare. Cioè del conto in banca, delle case che uno possiede e così via».
 L’ispirazione è chiara: chiedere di più a chi ha di più. Ma c’è il rischio che in concreto ciò non avvenga. Voi pensate alla rimodulazione dell’Isee?
 «Noi vogliamo partire dalla diffusione dell’Isee standard, da far scattare l’anno prossimo, e poi con il tempo costruire un Isee regionale, tenendo conto ad esempio anche dei beni di lusso. Attenzione, però…».
 A cosa, presidente?
 «Al fatto che non basta riempire l’Isee di nuove voci se contemporanemente non si costruisce un sistema efficace di controlli. L’Italia è piena di leggi e leggine, ma è assai carente di controlli. Questo è il punto».
 La sua proposta?
 «Un Isee il più equo possibile e un sistema efficace di controlli. In prospettiva vorremmo arrivare a una banca dati regionale».
 Non teme che i 66 milioni che pensavate di incassare dai ticket con questo tipo di Isee non riuscirete a raggiungerli?
 «Abbiamo introdotto l’Isee per i ticket sanitari e le nostre stime sono risultate almeno fino ad ora prudenziali».
 Nessuna autocritica sul modo con cui questi ticket sono stati introdotti?
 «Noi potevamo seguire la strada dettata del governo: far pagare lo stesso ticket di 10 euro al miliardario e a chi prende 600 euro di pensione».
 Invece?
 «Lo abbiamo ritenuto un sistema ingiusto. Per questo puntiamo sull’Isee che può diventare il modo con cui si salva lo stato sociale in Toscana, una “seconda gamba”, dopo la fiscalità generale, con cui sostenere il welfare con equità. Errori ne possiamo aver commessi, ma la strada è quella giusta».
 Tempi?
 «Proporremo questa riforma nella finanziaria al consiglio regionale per far scattare la prima fase prima delle denunce dei redditi di maggio».
 Lei lancia l’allarme: lo Stato sociale è a rischio. Perché?
 «Per i tagli indiscriminati del governo. L’anno scorso la Toscana ha subito un taglio della possibilità di spesa di 370 milioni. Quest’anno arriverà un nuovo colpo di almeno 160 milioni. Diventa un problema serio fare il bilancio, realizzare le nostre politiche e garantire gli stessi servizi ai cittadini».
 Gli effetti della scure di Tremonti?
 «Soprattutto su due settori. Il trasporto pubblico locale subisce un taglio del 75% sui 1900 milioni dell’anno scorso. Questo potrebbe significare che a marzo si fermano treni e autobus. A meno di non ricorrere a tariffe esorbitanti».
 Secondo settore?
 «Quello sociale: cioè i servizi alla disabilità, i contributi per gli affitti, per le persone non autosufficienti. L’anno scorso avevamo in bilancio 900 milioni. Con l’ultima manovra il governo non taglia: ha azzerato il fondo. Zero euro: una vergogna. Perché toglie i soldi a chi sta peggio. A tutto questo va aggiunto il fatto che viene confermato il tetto imposto dal patto di stabilità e non si allenta il vincolo del blocco degli investimenti. Zero euro per i deboli. Zero euro per la crescita, cioè per il futuro».
 Cosa farà?
 «Voglio andare a spiegare la situazione ai cittadini. La Cgil ha dato mano, canalizzando la protesta sul terreno della democrazia».
 Dopo aver spiegato…
 «Mi impegno a passare il bilancio della Regione Toscana al “pettine” della “spending review”, cioè incaricherò un gruppo esterno alla pubblica amministrazione (penso all’Irpet e alla Scuola Sant’Anna di Pisa) perché realizzi una verifica puntualissima del bilancio della Regione e degli enti che fanno riferimento alla Regione. Sono 2500 capitoli di cui verificare la congruità, le finalità e l’efficacia del risultato».
 Quanto pensa di risparmiare?
 «Lo vedremo alla fine del lavoro. Credo si possa fare una pulizia importante».
 Torniamo alla sanità. Noi ci siamo occupati in questi giorni delle liste di attesa troppo lunghe. E’ venuto fuori che l’intramoenia, cioé l’attività a pagamento dei medici ospedalieri, è in forte crescita. Vuoi la visita? Domani, se paghi. Altrimenti devi aspettare…
 «L’attività intramoenia ammonta al 20% del totale. Questa attività è regolata da un contratto su cui devono vigilare le Asl. Voglio dire: se una lista è lunga, i direttori di una Asl devono sospendere l’intramoenia a chiedere al medico di ridurre i tempi. Così come l’Asl se non è in grado di garantire una visita in un tempo accettabile deve indirizzare il paziente in un’altra azienda sanitaria».
 Lei dice: più controlli sull’intramoenia perché non degeneri.
 «Proprio così».

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