In un cassetto, nel mio studio, ho conservato alcuni quotidiani italiani che raccontavano la vittoria di Barack Obama. “Il mondo è cambiato” titolava uno di essi, “4.11.2008. Nuovo mondo” la prima pagina di un altro.
Anche noi italiani abbiamo vissuto l’emozione di quei giorni, abbiamo capito che eravamo parte di un evento storico destinato a cambiare il mondo intero.
La vittoria di Obama è la realizzazione del sogno di Martin Luther King, è la prova che sì, cambiare, è davvero possibile.
Siamo ancora in attesa dell’insediamento ufficiale del nuovo presidente ed ecco che una nuova terribile guerra lacera il Medio Oriente. Già, la guerra….Ogni volta che un conflitto sconvolge il mondo riaffiora il dubbio: cambiare è davvero possibile?Si può davvero sperare in un futuro migliore?
Torno a sfogliare i giornali della vittoria di Obama, leggo: per la prima volta un afroamericano presidente della più grande potenza mondiale, il trionfo del cambiamento, la lunga strada verso l’affermazione dell’uguaglianza, la fine dell’apartheid…..Sono di nuovo convinto, cambiare è possibile, in America, in Italia, a Capannori, ovunque.
E le guerre?L’Iraq ieri, il Medio Oriente oggi? Nessuna contraddizione: cambiare non è un colpo di bacchetta magica. Per affermare il cambiamento c’è bisogno di una nuova cultura democratica, di una rivoluzione silenziosa che non è populismo né demagogia. C’è bisogno, senza retorica, di azioni di pace.
Ha detto Nelson Mandela: “La vittoria di Barack Obama dimostra che nessuna persona, ovunque sulla terra, deve aver paura di sognare di poter cambiare il mondo in meglio”.
Riapro il cassetto, sistemo con cura i giornali e mi preparo ad uscire. Mi attende Capannori, il mio piccolo grande mondo, stasera incontro i cittadini di una delle tante frazioni del comune.
Sì, cambiare è possibile.

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