Garantire una maggiore equità fiscale in base al reddito Isee è il concetto su cui poggia la rimodulazione delle tariffe dei servizi a domanda individuale, ovvero mensa scolastica, trasporto scolastico e asilo nido, a cui sta lavorando la giunta comunale. Le nuove tariffe relative alla mensa scolastica, che saranno all’approvazione della giunta il 19 agosto, entreranno in vigore dal 1º settembre.
 Dopo essere state concordate con Cgil, Cisl e Uil, le tariffe prevedono la diminuzione del costo del buono pasto per alcune fasce, il mantenimento del costo attuale per altre e un ritocco all’insù per altre ancora. In pratica si va dall’esenzione totale per chi ha un reddito Isee da 0 a 6.200 euro fino al costo di 4 euro per coloro che superano i 17.500 euro. All’interno di questo “range” ci sono ben 10 fasce di reddito in modo che la distribuzione delle contribuzioni sia più equa possibile per tutti.
 La rimodulazione delle tariffe stabilisce una diminuzione del 20% per la fascia che va da 6.200 euro a 7.500 euro e del 10% da per quella da 7.500 a 8.500 euro. Resta invariata la tariffa per coloro che rientrano nella fascia di reddito Isee da 8.500, 01 a 10.500 euro. Moderati aumenti sono inoltre previsti dalla quinta fascia in su, ovvero da 11.500,01 euro in poi con ritocchi che in percentuale vanno dal 12% fino al 60%.
 Da sottolineare che ciascun pasto della mensa scolastica continua a costare al Comune 6,40 euro e che anche per coloro che pagheranno la tariffa piena, ovvero 4 euro, il Comune continuerà a coprire il 37% delle spese.
 Con le nuove tariffe della mensa scolastica si prevede una maggiore entrata di circa 250mila euro, che potranno essere utilizzati per garantire servizi ai cittadini.
 Il reddito Isee non si basa solo sul reddito di una famiglia, ma considera anche altri parametri relativi, ad esempio, al possesso di un immobile e al numero dei figli. Per fare alcuni esempi concreti, in linea generale, con la rimodulazione delle tariffe una famiglia di tre persone con un figlio e un reddito annuo di circa 18.500 euro e una famiglia di 4 persone con 2 figli e un reddito di circa 22mila euro entrambe con un reddito Isee di 7.500 euro pagheranno il buono mensa 1 euro.
 Un nucleo familiare di tre persone con un figlio e un reddito di 24mila euro e un nucleo di 4 persone con 2 figli e un reddito di 29mila euro con un Isee corrispondente a 10.500 euro, pagheranno il buono mensa 2,50 euro. Infine una famiglia con un figlio e un reddito di 42mila euro e una famiglia con 2 figli e un reddito di 50mila euro e un Isee di 17.500 euro pagheranno il buono mensa 4 euro. «Un’operazione con la quale vogliamo garantire le fasce più deboli della popolazione – spiega l’assessore alle finanze Lara Pizza -, rispettando il principio dell’equità fiscale e innescando così nella nostra comunità un nuovo senso di responsabilità civica da parte di chi ha di più nei confronti di chi ha di meno, in un momento di grande difficoltà economica anche per molte famiglie del nostro territorio. I Comuni subiscono costantemente tagli dei trasferimenti statali e anche per il 2012 a Capannori si prevede una riduzione di ulteriori 800 mila euro. Il costo del servizio mensa è di 1 milione e 900mila euro, mentre le entrate sono di 710mila euro. Un rapporto non equilibrato e per quanto detto non più sostenibile dal Comune, anche secondo le indicazioni della Corte dei Conti, che da tempo ci chiede di rispondere a una chiara indicazione che prevede che le entrate provenienti dalle tariffe dei servizi a domanda individuale coprano almeno il 60% di quanto speso dall’ente per garantire i servizi stessi, mentre attualmente per il nostro Comune la percentuale è ferma al 37%».
 «La mensa scolastica è un servizio primario legato al diritto allo studio – dice l’assessore alla scuola, Leana Quilici – e crediamo che tutti debbano contribuire a garantirlo. Le scuole sono sempre più povere a causa dei progressivi tagli ministeriali e quindi il Comune per garantire i livelli di sicurezza legati all’edilizia scolastica e il sostegno attivo alla didattica ha bisogno che la comunità capannorese sia ancora più coesa e in una situazione economica difficile avvii un cambiamento di prospettiva perché vengano mantenuti i livelli di accesso al diritto allo studio per tutti».

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