Riflettiamo, in questo dialogo on line, su alcune vicende di un Paese, il nostro, che stenta ad essere normale. Beh, le cronache di questi giorni, lo confermano pienamente. Non voglio scrivere del dolore, ne ho troppo rispetto. E poi del dolore è difficile parlare, si prova e basta, non si può spiegare.
Non è per reticenza, è per profondo rispetto se mi soffermo su un altro fatto di questi giorni che mi ha colpito molto: la possibilità, da parte dei medici, di denunciare gli immigrati irregolari che si recano nelle strutture pubbliche per essere curati.
Una norma assurda, perfettamente in linea con quei provvedimenti che ogni giorno rendono il nostro Paese sempre meno normale. Lasciamo stare per una volta la politica, usiamo il buon senso. Il medico basa il proprio lavoro su competenze specifiche, su un codice deontologico preciso, non è chiamato a tutelare l’ordine pubblico e nemmeno a combattere il problema dell’immigrazione clandestina.
Chiedere ai medici di denunciare i clandestini potrebbe produrre due effetti negativi l’uno dipendente dall’altro: allontanare gli immigrati ammalati dalle strutture assistenziali pubbliche e conseguentemente diminuire la possibilità di controllare e prevenire malattie e infezioni.
Si tratta appunto di buon senso, non di alta politica. Ma in questi giorni, non so forse sarà una congiunzione astrale (ce lo auguriamo) di buon senso ne abbiamo sentito poco. E se accendo la televisione trovo subito la conferma. Meno male, consoliamoci, ci sono regioni come la nostra, dove le politiche per la salute non si fanno con spot propagandistici o con provvedimenti demagogici.
Così come mi confortano le dichiarazioni di tanti medici pronti a fare “obiezione di coscienza” per opporsi ad un provvedimento inconcepibile.
Sprazzi di un Paese ancora normale, lavoriamo perché diventino presto un cielo sereno.

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