Ho assistito sino ad oggi stupito, a tratti quasi divertito, al tentativo del centro destra lucchese di mistificare quanto avvenuto in occasione dell’ultima Conferenza dei Sindaci.
Per questo partirò dai fatti: durante l’assemblea, convocata per l’elezione del Presidente, così come richiesto a gran voce dal centro destra, i sindaci di quello schieramento, dopo aver preso atto di non avere la maggioranza necessaria all’elezione del proprio candidato Mauro Favilla, hanno scelto di abbandonare la seduta.
Si tratta, come ho avuto modo di sottolineare, di un atteggiamento che antepone le logiche di schieramento agli interessi generali di una materia, quella delle politiche sanitarie, che incide profondamente sulla qualità della vita dei nostri cittadini e delle nostre comunità.
Dai fatti occorre però passare ad un’analisi politica più approfondita; è evidente che all’interno del centro destra non c’è convergenza e coesione sulla candidatura di Mauro Favilla. Mi chiedo se questo dipenda, come è plausibile, dalle posizioni assunte sino ad oggi dal sindaco del capoluogo nei confronti della costruzione del nuovo Ospedale e della Società della Salute.
Questi sono infatti, a mio parere, i punti centrali di tutta la vicenda: non si tratta, è evidente, di passare al centrodestra la guida dell’assemblea dei sindaci della Asl 2, bensì di capire quale strategia politica vogliamo portare avanti su queste due questioni che costituiscono, di fatto, l’elemento centrale della politica sanitaria regionale e locale.
Mi pare perciò di leggere, dietro la mancata elezione di Favilla, la non condivisione della linea politica da lui portata avanti, talvolta in aperto disaccordo con illustri esponenti del suo stesso schieramento.
Tra poche settimane inizieranno i lavori per la realizzazione del nuovo monoblocco; sino ad oggi abbiamo assistito a prese di posizioni che non lasciavano spazio a possibilità di mediazione, anche se alle parole non sono seguiti atti formali di rilievo.
A questo punto è arrivato il momento di fare chiarezza: i cittadini hanno il diritto di sapere la posizione del comune capoluogo chiamato ad ospitare, nel proprio territorio, la nuova struttura. E soprattutto, visto che la Conferenza dei Sindaci si è espressa a favore del nuovo ospedale, il sindaco di Lucca,  se intende candidarsi alla guida di questa assemblea, deve chiarire come si muoverà nel momento in cui sarà chiamato a rappresentare tutti i sindaci.
E’ in gioco infatti, lo ripeto, non tanto una leadership all’interno della Conferenza quanto piuttosto una scelta strategica per migliorare la qualità assistenziale dei cittadini che, come sindaci, abbiamo il dovere di perseguire.
La stessa chiarezza dobbiamo farla per quanto riguarda la Società della Salute di cui abbiamo iniziato, nelle due articolazioni zonali, l’iter costitutivo. Anche su questo organismo, chiamato a dettare le linee programmatiche in materia di politica sanitaria, con un approccio che abbraccia il contesto economico, sociale e culturale,  pesa la contrarietà di Lucca e del suo sindaco.
La contraddizione è palese: in tutta la Regione si sono costituite le Società della Salute,  consorzi volontari tra i comuni della zona-distretto e la azienda sanitaria che consentono la piena integrazione delle attività sanitarie e socio-sanitarie con le attività assistenziali, il governo dei servizi territoriali, le soluzioni organizzative, la continuità del percorso diagnostico terapeutico e assistenziale.
Sarebbe davvero inconcepibile che le nostre comunità non cogliessero questa opportunità di sviluppo e modernizzazione per logiche di bandiera che poco interessano gli operatori del settore e i cittadini.
Per questo ho chiesto al sindaco Favilla, con una lettera aperta, di chiarire la propria posizione senza tentennamenti; a questo punto del percorso è un atto dovuto nei confronti dei cittadini e del lavoro che, come sindaci, abbiamo fatto, tutti insieme, all’interno di un organismo democratico quale la Conferenza.

Giorgio Del Ghingaro
Presidente della Conferenza dei Sindaci

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