Il Tirreno

Lista unica per gli interventi chirurgici. L’Asl 2 ha fatto partire in anticipo, rispetto alla delibera regionale, la riorganizzazione delle sale: le operazioni devono essere garantite entro tre mesi, negli ospedali dell’azienda o – se non è possibile – in quelli di altre Asl della Toscana.
Si tratta di una iniziativa di grande trasparenza, che riguarda anche gli interventi a pagamento (non a caso la lista è unica) e che garantisce una data certa al paziente che deve essere operato.
L’avvio della nuova organizzazione non è stato e non è comunque facile. Questa procedura vale infatti per le operazioni richieste dal 1º febbraio. E si è presentata subito la necessità di integrare queste richieste con quelle dei pazienti che alla data del 31 gennaio erano in lista per essere operati.
«Abbiamo fatto una ricognizione delle liste per ogni singola specialità – dice il direttore sanitario dell’Asl 2, Lisandro Fava – arrivando a una scrematura anche del 10-20%, eliminando quanti si erano già operati altrove, chi non intendeva più essere sottoposto a intervento e altri ancora. Questa revisione ci ha consentito di alleggerire gli elenchi. E’ ovvio che adesso operiamo su due piani: garantendo il termine dei 3 mesi per chi è in lista dal 1º febbraio, e tutelando chi già attendeva l’intervento».
Per seguire questa procedura e monitorare quotidianamente la situazione, l’Asl ha creato l’ufficio di programmazione chirurgica, situato al terzo piano del padiglione centrale del Campo di Marte e aperto dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30 e il sabato e prefestivi dalle 7.30 alle 13.30.
C’è stato anche un incremento di orario della sale operatorie. Il blocco chirurgico del Campo di Marte si avvale di 7 sale (oculistica ha due letti attrezzati nel reparto); 2 sale sono al San Francesco di Barga, 3 (di cui una per le emergenze) al S. Croce di Castelnuovo.
Nel 2009 al Campo di Marte sono stati effettuati 12.500 interventi, 2.500 a Castelnuovo e 1.300 a Barga, ai quali bisogna aggiungere l’attività chirurgica ambulatoriale.
«Abbiamo aumentato l’orario di attività nei pomeriggi – spiega il dottor Fava – tenendo libero solo il venerdì, dove stiamo pensando di organizzare una ulteriore seduta per assorbire il problema degli sforamenti dei tempi degli interventi. Infatti non sempre – per ovvi motivi – si riesce a rispettare il tempo medio di un’operazione. Stiamo raggiungendo anche l’obiettivo di avere l’organico degli anestesisti al top e abbiamo dato 1 ferrista e 2 infermieri in più al blocco operatorio. Vogliamo che il turno in più diventi strutturale».
La riorganizzazione complessiva della sale viene seguita direttamente dalla direzione di presidio e dalla direzione sanitaria.
«C’è da fare un grosso lavoro – conclude il dottor Fava -. Il sistema può non essere perfetto ma si punta alla trasparenza, alla chiarezza, tutelando chi ha patologie importanti, al di là dei malati oncologici che già hanno la precedenza». Nel caso in cui non si riesca a garantire il termine dei tre mesi, il paziente ha diritto a un risarcimento, di fatto una quota che consente di effettuare l’intervento in una clinica privata.

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