Rimuovere l’incompatibilità che oggi impedisce a chi svolge attività privata di lavorare per il Servizio sanitario nazionale e allargare le maglie del corso di laurea in medicina, rivedendo la logica del numero chiuso. Sono i due provvedimenti che l’Ordine dei medici auspica per garantire il turn over.
Un problema esploso all’indomani della presentazione dei numeri di una ricerca dei sindacati Anaoo e Assomed, che evidenzia come da qui al 2020 anche in Toscana andranno in pensione circa 4mila medici del Servizio sanitario nazionale, ma mancheranno i giovani colleghi per le sostituzioni.
«La questione – dice il dottor Umberto Quiriconi, presidente dell’ordine dei medici della provincia di Lucca – travalica i confini lucchesi e regionali. Quando anni fa il governo ha imposto il numero chiuso all’università ha sbagliato i calcoli e da tempo chiediamo al ministero di rivedere questa situazione».
I medici lucchesi sono preoccupati delle conseguenze. «In alcuni casi – spiega Quiriconi – si sta tentando di sostituire il medico con l’infermiere, cosa che non ci sembra appropriata. E’ così a esempio per l’ambulanza infermieristica adottata dall’Asl nella Piana. In cantiere ci sono poi altri progetti che a Lucca non sono stati ancora attuati ma in realtà vicine sì. Come quello che prevede al pronto soccorso, per alcune patologie, che sia l’infermiere a condurre il percorso diagnostico terapeutico. Noi e altri 5 ordini della Toscana siamo fermamente contrari».
L’ordine invece apprezza l’iniziativa dell’infermiere di famiglia, che supporta l’azione del medico: «I ruoli sono stati definiti bene, non ci sono sovrapposizioni. L’infermiere coadiuva il medico nell’educazione sanitaria del paziente cronico».
Gli anestesisti e i chirurghi sono tra le figure che rischiano di scarseggiare.
«Probabilmente perchè – afferma Quiriconi – le loro responsabilità sono molto pesanti. Anche i premi assicurativi in alcuni casi sono davvero proibitivi».
La situazione attuale non crea comunque particolari problemi all’Asl 2. Lo dice il direttore sanitario Lisandro Fava che spiega: «Il turn over è sempre stato garantito, manteniamo il piano assunzioni dello scorso anno. Abbiamo avuto solo qualche difficoltà legata a situazioni particolari, come le gravidanze, e a qualche settore, come l’ortopedia, la chirurgia e la radiologia».
Ma può profilarsi la necessità di ricorrere a medici stranieri?
«Finora – dice il direttore sanitario – abbiamo avuto solo un anestesista senegalese, che poi è andato a lavorare a Livorno».
«In altri paesi – conclude il presidente dell’ordine Quiriconi – lavorano tanti medici stranieri, in Inghilterra per esempio ci sono tantissimi indiani e in Italia abbiamo accordi internazionali con molti Paesi, come la Siria e Israele». Che presto potrebbero arrivare anche da noi.

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