Il Tirreno

Sarà sciopero generale il sei settembre contro una manovra del governo «sbagliata e ingiusta». Nel giorno in cui il maxi decreto da 45,5 milardi in due anni arriva a palazzo Madama,la Cgil stringe i tempi della protesta e chiama a uno stop di otto ore con grande anticipo in modo che possano partecipare anche i lavoratori del trasporto e del pubblico impiego. Oggi Susanna Camusso illustrerà in una conferenza stampa davanti al Senato tempi e modalità dello sciopero. Dura la reazione del governo e di Cisl e Uil alla decisione del sindacato più rappresentativo. «Rispetto la volontà di una grande organizzazione ma nel contesto in cui viviamo credo sia in straordinaria contraddizione con le esigenze di sostenere la produttività, la crescita e l’occupazione» premette Maurizio Sacconi. Per il ministro del Welfare la mobilitazione è «ingiustificabile». La Cgil è «irresponsabile», rincara Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. Durissimo anche Raffaele Bonanni: è uno sciopero stucchevole, che ci fa somigliare alla Grecia». E un netto no lo pronuncia anche il presidente della Fiat. «Credo che questo sia un momento in cui dobbiamo essere tutti uniti», dice John Elkann. Opposta la reazione di Maurizio Landini, segretario della Fiom: «è una riposta giusta».
La scelta del 6 settembre non è casuale. In quella data la manovra dovrebbe arrivare a Montecitorio se avrà superato l’esame del Senato.
A palazzo Madama il governo ha una maggioranza molto ampia. Ma è proprio la maggioranza ad avere i maggiori maldi pancia sul decreto imposto all’Italia dalla Bce e dall’Unione Europea.
Nel mirino dei frondisti del Pdl ci sono ancora le pensioni di anzianità che Umberto Bossi non ha alcuna intenzione di negoziare, neanche in cambio di minori tagli agli enti locali. Con il Senatur si sarebbe schierato Giulio Tremonti, facendo imbufalire non poco il premier che teme che nella Lega ci sia chi vuole cogliere l’occasione per staccare la spina a un governo che ogni giorno in cui perde popolarità al Sud come al Nord. Ma non sono solo le pensioni il nodo irrisolto. Si cercano alternative per il contributo di solidarietà e si sta lavorando all’ipotesi di un aumento dell’Iva di uno o due punti. E c’è il capitolo dismissioni. Paolo Bonaiuti, portavoce di Berlusconi avverte: il Parlamento potrà apportare modifiche a patto di rispettare i tempi rapidi e i saldi.
Ma è dal Pdl che parte il fuoco «amico». «L’abrogazione del sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi è una resa alle ecomafie», attacca Stefania Prestigiacomo, ministro dell’Ambiente. Giancarlo Galan, ministro dei Beni culturali, presenta due emendamenti su Enti e Mibac. «Ho parlato con Berlusconi. Gli ho detto che non posso più salvare la sua faccia ma posso ancora salvare la mia», rincara Antonio Martino che conferma il no alla manovra e chiede la riforma elettorale.
«Avanti con la riforma delle pensioni», incalza Crosetto, dopo la cena con Angelino Alfano. Il segretario del Pdl oggi tenterà una nuova mediazione con i frondisti. Ma Crosetto e gli altri dissidenti si vedranno anche con gli scajolani, anch’essi molto scontenti della manovra di Tremonti. Insomma il caos regna sovrano malgrado il relatore di maggioranza, Azzolini, annunci l’iter del provvedimento: giovedì saranno ascoltate le parti sociali, lunedì sarà l’ultimo giorno per gli emendamenti. Per questo la diplomazia è al lavoro per un vertice Pdl-Lega da convocare forse già questa settimana.

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