Lo sviluppo dell’assistenza territoriale per permettere che l’ospedale sia visto solo come una risorsa estrema, da usare solo quando è indispensabile, sarà il tema centrale di CardioLucca, il meeting nazionale in programma da giovedì a sabato in San Romano, organizzato dal reparto di cardiologia del Campo di Marte diretto da Francesco Bovenzi, presidente nazionale Anmco.
«Negli ultimi anni nel nostro reparto – sottolinea proprio Bovenzi – si sono registrati importanti progressi. Siamo riusciti a garantire, con il contributo di tutti, prestazioni ambulatoriali di elevata professionalità e di pubblica utilità per il territorio. Vengono infatti eseguiti oltre 35.000 esami ogni anno, quattro medici distaccati e disponibili, offerte per la cardiologia pediatrica, la riabilitazione cardiovascolare, l’imaging del cuore sofisticato e lo stress ecocardiografico, le consulenza nei reparti e le numerose visite cardiologiche ed esami diagnostici.
«Vogliamo crescere ancora – aggiunge il primario – con il supporto indispensabile dell’azienda, nel campo della interventistica coronarica e vascolare periferica, anche tenendo presente che siamo l’unica realtà capace di fare interventistica nella provincia di Lucca. Le sfide ancora da vincere sono nel campo della cura delle valvulopatie, nella interventistica aritmologica, nell’aggiornamento tecnologico delle apparecchiature, nella nuova frontiera dell’imaging che è rappresentata dalla risonanza magnetica del cuore, un sogno disatteso, speriamo non un’utopia per la Cardiologia di Lucca».
Mai come quest’anno CardioLucca è ancorato ai complessi percorsi assistenziali per i cardiopatici, partendo dall’analisi dei problemi di oggi, proiettandoli sulle questioni aperte e le sfide che caratterizzeranno il domani, come l’ospedale per intensità di cura di cui tanto si parla e si discute in Lucchesia e in Regione.
Proprio Lucca si prepara al nuovo ospedale che ha suscitato un gran dibattito nella popolazione.
«A questo proposito – spiega Bovenzi – non solo si può, ma si deve, sognare un ospedale moderno, in grado di mettere un cardiologo esperto nelle condizioni di accogliere un paziente con infarto e curarlo in tempi rapidi e con i migliori risultati assistenziali. Il nuovo modello organizzativo per intensità di cura rovescerà l’attuale e tradizionale organizzazione ospedaliera fondata sulle specialità, cancellerà l’identità dei differenti reparti, perché verrà strutturato per grandi aree con fabbisogno assistenziale omogeneo, così come del resto già da tempo e gradualmente si sta facendo nell’ospedale di Lucca, a cominciare dalle aree chirurgiche.
«Questo modello innovativo assistenziale, che mira alla caccia agli sprechi ed errori, definisce un nuovo paradigma del concetto di cura, molto più tecnologico, in cui vengono separate le componenti cliniche da quelle assistenziali delle cosiddette piattaforme produttive (il reparto, i blocchi operatori e i laboratori, gli ambulatori), che sono delegate ai Dipartimenti al fine di garantire maggiore produttività, economia e flessibilità.
«La nuova organizzazione che nei prossimi anni sarà attiva a Lucca – conclude Bovenzi – conferma l’efficacia del modello medico-specialistico e presuppone una maggiore efficienza e sostenibilità economica rispetto alle strutture attuali. In pratica è prevista una riduzione e una concentrazione di posti letto in aree funzionali di tipo medico e chirurgico con “letti funzionali”, flessibili e dinamici nella gestione clinico organizzativa secondo processi di diagnosi e cura. E’ però necessario stare attenti a non scivolare in modelli dove la ricerca e il servizio specialistico, che oggi il cittadino ha imparato ad apprezzare, non siano sopraffatti da altre logiche».

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