Sindaci al tappeto. Alle 11 e 27 di ieri mattina in piazza della Signoria a Firenze è andato in scena il primo flash mob dei sindaci italiani: al suono di una sirena, cento primi cittadini dell’Italia centrale, provenienti da Toscana, Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo, si sono distesi, con la schiena a terra, ciascuno su un telo di carta con la scritta «Stanno mettendo il tuo Comune al tappeto».
Un minuto dopo, sotto lo scrosciante applauso di una piazza gremita di turisti visibilmente divertiti dalla manifestazione sui generis, si sono rialzati riprendendo la normale mise di persone serie e affidabili con cui sono soliti farsi riconoscere.
«Non mi sono mai vergognato tanto in vita mia», ha avuto modo di dichiarare il sindaco di Livorno, nonché presidente dell’Anci Toscana, promotrice dell’iniziativa, Alessandro Cosimi: «D’altronde una situazione di emergenza come quella cui devono far fronte le amministrazioni locali richiedeva necessariamente una forma di protesta straordinaria».
Ciò che maggiormente contestano gli amministratori è la politica dei tagli alla cieca operata dal governo, nonché l’eccessiva rigidità richiesta dal rispetto del Patto di stabilità interno: «Tutto quello che dovevamo tagliare – ha sottolineato Cosimi – l’abbiamo tagliato, tutto quello che dovevamo razionalizzare l’abbiamo razionalizzato; adesso se si continua su questa strada, si va ad incidere sulla carne viva dei diritti dei cittadini, rischiando così di decretare la fine della coesione sociale». Tutte ragioni che Cosimi, assieme a una delegazione di sindaci di destra come di sinistra, ha direttamente espresso, prima dell’approdo sotto Palazzo Vecchio, al prefetto di Firenze Alfredo De Martino: il massimo rappresentante del governo sul territorio toscano ha garantito di farsi interprete delle istanze della protesta nei confronti dell’esecutivo nazionale.
«Ci sono altri ambiti – ha tuonato dal palco Dario Nardella, vicesindaco di Firenze – in cui è possibile fare delle economie: si vadano ad esempio a convertire rapidamente in legge tutte le direttive europee rimaste inapplicate, pena a fine anno il pagamento di 25 miliardi di euro in sanzioni comunitarie».
Se Oreste Giurlani, presidente dell’Unione regionale delle comunità montane e dei piccoli Comuni, ha tenuto a ricordare come i sindaci delle realtà amministrative minori «a terra» si trovino già da diversi anni, Andrea Pieroni, presidente di Upi Toscana, ha voluto richiamare l’attenzione su come i minori trasferimenti accordati dal governo alle Province avranno le proprie ricadute soprattutto sul fronte dell’edilizia scolastica.
Per Luca Rinfreschi, presidente della Cna-Federmoda di Prato, «i tagli agli enti locali si riverberano inevitabilmente anche sugli imprenditori e per questo è necessaria una reazione di tutti gli attori che compongono le nostre comunità».
Presente in piazza della Signoria, fra gli altri sindaci toscani, anche il primo cittadino di Carrara, Angelo Zubbani: «Nel momento in cui perfino organi dello Stato – ha tagliato corto – arrivano a bussare alla tua porta per chiederti un sostegno nel pagamento del carburante delle proprie autovetture, l’allentamento del Patto di stabilità è il minimo che si possa chiedere».

Pin It on Pinterest

Share This