Il Tirreno

Qualcuno ci ha provato a suggerire via Facebook a Enrico Rossi, neopresidente della Regione Toscana, qualche nome di assessore per la sua futura giunta.
Ma da questo punto di vista Rossi è abbastanza tradizionalista. Sì, ben venga la Rete, le diavolerie dell’online, da Facebook ai blog, ma senza esagerare. Le scelte devono consumarsi secondo i riti, le sedi e la sacralità della politica: riunioni, direzione di partito, incontri formali. Tutto il contrario del sindaco di Firenze Matteo Renzi che su Facebook ha scelto il suo assessore al bilancio Angelo Falchetti.
Fra i due è bastato lo scambio di alcuni messaggi, cui è seguita una cena vera e propria, per capire di trovarsi sulla stessa lunghezza d’onda.
La politica online. E mentre la Lega nord anche in Toscana avanza battendo palmo a palmo frazioni e piccoli borghi e la politica riscopre il valore del territorio, delle sezioni, dei circoli e persino degli oratori (lo ha fatto Rossi, venerdì scorso, parlando al congresso dell’Arci), la Rete conquista politici e partiti con siti, blog, Facebook e YouTube. La fisicità dei luoghi e delle persone con la virtualità dei messaggi, dei video e delle foto.
E dopo la prima Repubblica delle sezioni, la seconda delle tv, siamo approdati nella terza caratterizzata dal predominio della comunicazione nella Rete? Persino Berlusconi, che ha costruito il suo impero politico sulla tv sembra, sembra che si stia convertendo a Facebook.
Il re incontrastato degli strumenti online fra i politici toscani è sicuramente il sindaco Renzi. Durante la sua ultima apparizione ad Annozero da Michele Santoro, si racconta come, nella pausa pubblicitaria, si sia collegato tramite il suo cellulare a Facebook per verificare come stesse andando attraverso i commenti postati dai suoi supporter e simpatizzanti.
Del Ghingaro è «pieno». Ma anche altri sindaci – tra una riunione e un’altra – si collegano con Facebook. Come, ad esempio, il sindaco di Pontedera Simone Millozzi. Che qualche giorno fa ha annunciato, non in consiglio comunale o in una conferenza stampa, ma su Facebook, che costruirà prima dell’estate «piste ciclabili per oltre due chilometri, spazi a verde, impianti sportivi, viabilità, bus navetta gratuito, manutenzione marciapiedi e coperture cimiteri…».
In realtà Facebook – spiegano gli esperti – dovrebbe servire più a raccontare l’uomo che il sindaco. Più gli umori, i sentimenti, le passioni che i programmi politici o amministrativi. Ad esempio Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Capannori sbotta (mercoledì scorso) un laconico: «Sarei anche pieno».
Di cosa si fatica a capirlo. Fatto è che si scatenano una quarantina di commenti. Il più velenoso è di Claudia Scarpellini: «Se è pieno lei, figuriamoci noi cittadini».
Meglio stare sul semplice, deve aver pensato il sindaco, che il giorno dopo si rifugia in un adagio strapopolare: «L’importante è la salute». Chi può dargli torto?
Aiuto, ho perso il cane. E c’è anche chi, come l’ex vice presidente del consiglio regionale Angelo Pollina, lancia disperato l’appello: «Aiutateci a ritrovare Scila!». Che è una simpatica cagnetta perduta sulle colline fiorentine.
O come Oreste Giurlani, sindaco di Fabbriche di Vallico e presidente delle comunità montane, che usa Facebook come una sorta di agenda: «In viaggio verso Pescia», «Audizione alla Camera», «Incontro a Loro Ciuffenna…». Un’agenda aggiornata ora per ora.
Molto laconico, misterioso, è stato il consigliere regionale Alessandro Antichi che venerdì si è limitato a scrivere tre puntini, al che in molti gli hanno risposto con altrettanti punti interrogativi.
In genere però l’uso di Facebook è più politico che umano. Gianni Anselmi, sindaco di Piombino, informa dell’esposizione della bandiera di Emergency e dialoga sul futuro della città: «Sto in Facebook con continuità da circa un anno perché è un altro modo per stare fra la gente. Dò informazioni, rispondo a domande, prendo posizioni e mi confronto su questioni grandi e piccole», spiega Anselmi.
Filippeschi in Rete. In questi giorni su Facebook è sbarcato anche il sindaco di Pisa Marco Filippeschi. Che si è lanciato in grande stile sulla Rete.
«L’intenzione è quella di rendere il sindaco più accessibile ai cittadini», spiega Filippeschi.
Ancora più numerosi i politici che possiedono un sito, anche se spesso lo usano solo in campagna elettorale e poi si dimenticano di aggiornarlo. «A me il sito e il blog stanno servendo molto. Ogni settimana scrivo un editoriale: leggo e rispondo alle domande. E’ utile e ormai per me irrinunciabile», osserva il vicepresidente del Senato Vannino Chiti.
Ma il sito non consente il dialogo. Il politico scrive e risponde. Su Facebook invece è come stare in piazza. I cittadini rispondono e non c’è un’uscita di sicurezza: se uno attacca, polemizza, il politico non può censurare, o schivare, o chiudere la riunione a suo piacimento. Così il dibattito va avanti…
Quando nei giorni scorsi Filippeschi è sceso nella piazza di Facebook è stato accolto in questo modo da Fausto Valtriani, presidente della società pisana Acque spa: «Ora l’obiettivo è di raggiungere mille amici in una settimana, così gli si possono rompere i coglioni dalla mattina fino a sera tardi».
Quelli che… sono contrari. Ma c’è anche chi, come il sindaco di Viareggio Luca Lunardini, non si lascia catturare dal fascino e dalle opportunità della Rete. «Preferisco il porta a porta», conclude.

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