Il Tirreno

 
 

CAPANNORI. Un tavolo tecnico-politico per individuare un’area idonea alla realizzazione dell’impianto di compostaggio. Naturalmente all’interno del comune di Capannori.
 Lo chiede a tutti gli enti interessati (Provincia e Comuni dell’Ato Costa) il sindaco Giorgio Del Ghingaro, che ha presto atto del mancato inserimento della localizzazione del Frizzone nel Piano provinciale dei rifiuti, e del no a quello stesso sito da parte della confinante amministrazione di Porcari.
 Passano gli anni e le amministrazioni, ma il progetto dell’impianto di compostaggio non trova pace. Tolto da Salanetti (la formalizzazione della decisione presa dalla giunta Del Ghingaro arriverà con l’approvazione della variante al regolamento urbanistico), spostato al Frizzone (la delibera, sempre della giunta Del Ghingaro, è del 2 luglio 2007), piazzato di nuovo a Salanetti nel Piano provinciale dei rifiuti varato a dicembre, e ora pronto ancora una volta a traslocare. Ma dove?
 Il primo cittadino di Capannori è pronto a lasciare la decisione ad un tavolo tecnico, al quale far partecipare tutti gli enti interessati, cioè tutto l’Ato Costa.
 «C’è un problema con il sito individuato al Frizzone. Ne prendo atto e rimango in attesa di suggerimenti». Così Del Ghingaro passa la patata bollente della localizzazione, «fermo restando, però – aggiunge -, che l’impianto lo vogliamo a Capannori». Semplici i motivi: prima di tutto perché il compostaggio rappresenta la logica e naturale chiusura del ciclo della raccolta differenziata “porta a porta” e proprio grazie a questa è in grado di produrre, dai rifiuti organici, compost di ottima qualità. Da qui la seconda ragione: business.
 «Ascit, e quindi i Comuni soci – spiega il primo cittadino -, ne possono guadagnare sia quando i rifiuti organici entrano (non c’è più bisogno di trasportarli altrove) che quando escono, con la produzione di compost di qualità da mettere sul mercato. Insomma, un impianto del genere fa crescere il territorio. Noi abbiamo fatto i nostri passi – prosegue -, prima spostandolo da Salanetti per le ben note criticità e poi individuando una nuova area sulla quale costruire al Frizzone. Passi non recepiti dalla Provincia e criticati dal comune di Porcari. A questo punto lascio la parola agli altri».
 Mettendo, però, fin da subito i puntini sulle “i”. Come? Cancellando il sito di Salanetti con la variante al regolamento urbanistico, ma senza individuarne uno alternativo e, di fatto, cestinando l’opzione Frizzone, che ha retto per un anno e mezzo (non senza polemiche).
 Allo stesso tempo Del Ghingaro è pronto a chiedere con un emendamento da approvare in consiglio comunale di aprire il tavolo con gli enti interessati per individuare un’area idonea e condivisa sulla quale realizzare la struttura.
 Ma ad oggi gli enti interessati non sono pochi: quattro province e 111 Comuni, per l’esattezza; ovvero tutti quelli rientrati nel neonato Ato Costa.
 Si esce, dunque, dalla gestione tutta lucchese della partita.

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