Il Tirreno

LUCCA. Fatturati delle aziende che iniziano a tornare in positivo a fronte di posti di lavoro che continuano a diminuire. Sono numeri in chiaro scuro quelli che la filiera del distretto cartario si è presentata all’inaugurazione del Miac 2011.
 Da una parte Tiziano Pieretti, vice presidente degli Industriali, snocciola dati tutto sommato positivi con la crescita della produzione che lo scorso anno è arrivata a 9 milioni di tonnellate (+7% rispetto al 2009) e il fatturato che ha fatto un balzo in avanti del 14% toccando quota 8,6 miliardi. Dall’altra c’è il sindaco di Capannori Giorgio Del Ghingaro che parla di un trend occupazionale ancora negativo (-0,5%) nella nostra provincia. Nel mezzo ci sono il mare di una crisi che stenta ad arrivare alla sua fase conclusiva, i ritardi nella realizzazione delle infrastrutture, le problematiche per lo smaltimento dei rifiuti di cartiera e l’aumento dei costi per l’approvvigionamento delle materie prime e dell’energia elettrica.
 Pieretti è cautamente ottimista e spiega che l’aumento di fatturato è stato determinato da un export vivacissimo che è aumentato del 14% in volume, un dato in controtendenza rispetto alla domanda interna. Dati che si riflettono anche nel buon andamento del primo trimestre 2011 (volumi +3,2%, fatturati +15%) anche se per tornare ai livelli pre-crisi sarà necessario recuperare un milione di tonnellate di carta prodotta. Poi si passa a snocciolare l’aumento dei costi per la produzione. Dal trasporto (+8%) alla logistica (+7%), al greggio (+60% negli ultimi 9 mesi), alla cellulosa (+40%), alle carte da macero (109%) fino all’energia elettrica (+15% da inizio anno) e del gas (+10%). Una situazione resa ancor più complicata dallo smaltimento degli scarti di lavorazione, il pulper. Un tema sul quale ha scelto di intervenire il presidente della Provincia Stefano Baccelli. E sul tema l’assessore regionale all’ambiente e all’energia Anna Rita Bramerini ha concluso: «Il rischio di delocalizzazione delle imprese è un lusso che non possiamo permetterci da troppi anni ragioniamo di smaltimento».

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