Il Tirreno

Un congresso straordinario per rilanciare il Partito democratico di Capannori. A chiederlo sono quattro assessori (Menesini, Pizza, Ghilardi e Bove), otto consiglieri (Angelini, Massei, Sodini, Scatena, Rocchi, Amadei, Giampaoli e Orsi) e quattro coordinatori di circolo, tutti autosospesi dal luglio scorso e quattro su otto membri dimissionari della segreteria. In attesa del congresso, che non sarà convocato prima della primavera del 2013 (ci sono anche le primarie) il locale Pd chiede un azzeramento dei vertici e delle cariche esistenti (segretario, assemblea comunale e coordinatori di circolo) e una gestione della fase di transizione affidata ad una figura super partes. Sulla proposta dovranno decidere le segreterie provinciale e regionale a cui spetta la convocazione di un congresso, lo strumento più democratico per la rielezione degli organismi del partito. A questa proposta si è arrivati prendendo atto di un Pd ingessato dalle tensioni e dalla frattura interna con i “dissidenti” e incapace di decidere sulle grandi questioni, come la realizzazione dell’impianto di compostaggio. E il Pd, nell’avviare una battaglia politica per ricompattare il partito a sostegno dell’azione amministrativa del Comune, dove costituisce la forza di maggioranza, fa anche autocritica. Rimasto troppo chiuso nelle sue stanze, ripiegato su se stesso, distante dai cittadini. E in questo Pd non si riconosce più il sindaco Del Ghingaro. La mancata consegna della tessera al primo cittadino è stato l’ultimo atto di tensioni e contrasti che vanno avanti ormai da troppi mesi a Capannori, dove un gruppetto di dissidenti ha cercato senza riuscirci di mettere in crisi l’amministrazione, ma ha paralizzato il partito. Un caos che ha portato Stefano Bruzzesi, responsabile degli enti locali del Pd, a chiedere un confronto per ricomporre la frattura. «Il Pd di Capannori è fermo, occorre azzerare una gestione ormai delegittimata da oltre due mesi e rilanciare un nuovo partito unito e forte che in questa fase critica per il paese e la nostra comunità continui ad essere un partito di governo. Una voglia di tornare tra la gente influenzata dal movimento di Beppe Grillo? No, piuttosto c’è una paralisi che ostacola anche l’operato dell’amministrazione. In consiglio comunale non si rispettano le decisioni dell’assemblea del partito e della coalizione perché alcune persone portano avanti battaglie personali in barba al partito». Parole forti all’indirizzo del segretario Angelo Fruzzetti che non è riuscito a ricucire lo strappo con i dissidenti. «Di fronte all’autosospensione di assessori e consiglieri ha risposto con un muro di gomma. Non ultima la vicenda della mancata consegna della tessera al sindaco. Fruzzetti, succeduto alla dimissionaria Valentina Cesaretti, ha disatteso le aspettative, non è riuscito a mediare – dice l’assessore Menesini – I dissidenti? Hanno fatto ostruzionismo senza portare proposte alternative. Crediamo sia arrivato il momento riaprire un confronto con i cittadini, tesserati e simpatizzanti». «Non ci possiamo permettere questa fase di stallo che ormai dura da un anno – afferma il capogruppo del Pd, Guido Angelini – sull’impianto di compostaggio il Pd ha deciso di farlo nell’area del Frizzone Nord, ma da un anno sono state presentate due mozioni che contrastano con questa iniziativa e senza nascere da un dibattito interno. ueste beghe personali non sono accettabili». Un rinnovamento ed un chiarimento auspicato anche da Del Ghingaro. E che il partito ripensi il suo atteggiamento nei confronti dell’amministrazione. Altrimenti, dopo aver costituito l’associazione dei Viaggiatori, il sindaco e il suo schieramento potrebbe davvero dare corpo all’ipotesi di costituire una lista civica per le prossime elezioni.

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