Il Tirreno

Un ospedale moderno a misura di paziente

Stessi posti letto rispetto al Campo di Marte, tecnologia più avanzata e gestione centralizzata di tutti i servizi. Mancano meno di dieci mesi alla fine dei lavori – previsti entro marzo del 2013 – e il direttore generale dell’Asl, Antonio D’Urso, continua a dannarsi l’anima per spiegare che il nuovo ospedale San Luca rappresenta un’opportunità importante per lo sviluppo della sanità e della cura a livello provinciale. Così per sfatare i falsi miti snocciola le cifre che mettono a confronto le due strutture che secondo i numeri sarebbero equivalenti. 68mila metri quadrati per il Campo di Marte contro i 75mila della struttura di San Filippo che può contare su una superficie coperta di 16mila metri quadrati contro i 15.300 complessivi del vecchio ospedale. Numeri che vedono in svantaggio il San Luca solo per quanto riguarda la somma della superficie utile dei vari piani che scenderà da 56mila a 50mila metri quadrati. «Ma lasceremo nel vecchio immobile tutte quelle funzioni che non sono per acuti come il Sert, la cura dei tossicodipendenti e la farmacia». Un lungo elenco già stilato dall’ex direttore generale Oreste Tavanti e che negli ultimi mesi è stato più volte ritoccato e allungato dal suo successore che conta di riuscire a razionalizzare il più possibile i servizi tra le due strutture. «Ho già dato incarico agli uffici di fare un calcolo della superficie complessiva che avremo a disposizione una volta che sarà entrato in funzione il nuovo ospedale – prosegue D’Urso – e sono convinto che alla fine il saldo sarà positivo. Del resto lo stesso Campo di Marte viene attualmente classificato dalla Regione come ospedale per acuti e quindi in pratica andiamo a sostituire una struttura vecchia con una nuovissima». Posti letto. Anche il saldo dei posti letto per il ricovero ordinario è a favore del San Luca che ne avrà 354 rispetto agli attuali 325 del Campo di Marte. Questi numeri però sono falsati dalla recente razionalizzazione effettuata all’interno dell’ospedale dove fino a un anno fa i letti per i degenti erano 410. Caleranno invece i posti letto di Day hospital, da 68 a 54, mentre i posti letto tecnici al netto delle culle saliranno da 48 a 57. Secondo le statistiche dell’Asl il 70% dei pazienti attuali del Campo di Marte possono essere dimessi dopo 5 giorni di degenza complessiva, per gli altri saranno utilizzati i letti del ciclo continuo. Pronto soccorso. Più di 2000 metri quadrati contro gli attuali 900 e 20 posti letto dedicati all’osservazione breve-intensiva – ora sono solamente 12 – dovrebbero consentire una migliore distribuzione del lavoro sulle urgenze rispetto al Campo di Marte. Intensità di cura. La vera novità è rappresentata dalla nuova concezione dell’ospedale che sarà interamente centralizzata invece che suddivisa per reparti. Un malato non sarà più smistato nei reparti all’interno della struttura ma sarà collocato per intensità di cura suddivisa su tre livelli. Il primo livello d’intensità sarà quello più critico, riservato alla terapia intensiva (14 posti letto) e alla terapia sub intensiva (16 posti letto). Al secondo livello di intensità saranno riservati 276 posti letto complessivi suddivisi tra area medica (124), chirurgica (94), materno infantile (46) e servizio psichiatrico (12), mentre al terzo livello, quello più leggero, spetteranno 48 posti letto ai quali se ne aggiungono 20 per il day hospital e 34 per la day surgery. Antisismica. Il progetto è quello di un monoblocco, sembra un unico immobile ma in verità è stato concepito e realizzato come una moltitudine di edifici più piccoli ma scomposto in vari piccoli edifici scomposti per ovviare agli effetti della dilatazione termica. Ma in caso di terremoto due edifici contigui potrebbero ondeggiare entrare in collisione uno con l’altro e così gli ingegneri hanno installato un’ottantina di shock transmitters, veri e propri pistoni che operano come una sorta di cintura di sicurezza consentendo gli spostamenti dovuti alla dilatazione termica e bloccando invece ogni movimento in caso di oscillazione sismica. «L’intera struttura – assicura l’ingegner Gabriele Marchetti – risponde alle moderne norme antisismiche ed è in grado di rimanere in funzione anche in seguito a una violenta scossa di terremoto». I tempi. – La fine dei lavori è prevista entro il marzo 2013, a quel punto inizierà la fase dei collaudi che si dovrebbe concludere entro settembre 2013 e darà il via all’operazione di trasferimento che durerà per quattro mesi, da ottobre a gennaio. La prima a essere trasferita sarà la tecnologia leggera, poi toccherà alla tecnologia pesante, poi i pazienti meno complessi, quelli più complessi e infine il pronto soccorso che al San Luca dovrebbe essere attivato il primo febbraio 2014 mentre contemporaneamente cesserà di funzionare il Campo di Marte.

Pin It on Pinterest

Share This