A Mario, operaio in mobilità, a Lucia, operatrice socio-sanitaria, a Luca e Giovanna, laureati in cerca di occupazione. A loro e a tutti gli altri Capannori dedica il Primo Maggio e insieme a loro scendiamo in piazza, tra la gente, per ascoltare le parole di Ron.
Nella festa dedicata al lavoro e ai lavoratori la musica rappresenta il mezzo per parlare di diritti, di valori, di uguaglianza.
Capannori sarà la piazza della Toscana dove, incontrandosi, si potrà riflettere sulle tante storie delle quali si compone il mosaico sempre più complesso della nostra società.
Parlare di lavoro oggi significa parlare di sicurezza, di precarietà, di flessibilità, di ammortizzatori sociali, di disoccupazione e di tanto altro.
Ma alla delicatezza del quadro economico e sociale vogliamo associare la memoria di un valore, il lavoro, che è alla base della nostra Costituzione e che ha contribuito, attraverso un filo rosso che lega il 25 aprile e il 1 maggio alla rinascita democratica del nostro Paese.
Per questo oggi Capannori scende in piazza!