Il Tirreno
ROMA. «Serviamo lo Stato e non ci fermeremo. Facciamo solo il nostro dovere». Non indietreggia davanti agli attacchi Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate e presidente di Equitalia. «Il Paese deve decidere da che parte stare: con o contro lo Stato di diritto» dice. E nel commentare i controlli di Capodanno a Cortina, afferma, «c’è stata tanta, troppa leggerezza». I controlli andranno avanti in altre località del turismo invernale, se non a gennaio, mese di «bassa stagione», a febbraio. «Chi evade le tasse commette un vero e proprio furto nei confronti di tutti noi» afferma, e «chi non paga tasse e contributi viola la concorrenza e fa un danno enorme agli imprenditori onesti». Il 30 dicembre, a Cortina, spiega la portavoce dell’Agenzia Antonella Gorret, sono stati controllati 35 esercizi commerciali su mille ed entro la settimana saranno noti i dati complessivi: «Controllare tutti gli esercizi commerciali sarebbe troppo costoso per lo Stato. Prima delle ispezioni abbiamo fatto un’analisi dei negozi che sono in perdita, ma restano aperti».
Ma per il Pdl il blitz resta un’operazione di esibizionismo e la lotta all’evasione deve esplorare nuove direzioni. «Verifiche sulle attività di “Money transfer”» chiede il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, «è immaginabile che sullo sfondo di questi movimenti di denaro possano generarsi traffici illegali, evasioni fiscali e ricatti». E nonostante il Pd appoggi senza riserve l’azione del governo («Finalmente siamo a una svolta» dice Dario Franceschini), la strada intrapresa non convince neppure l’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco, che parla di «cose che si fanno ogni tanto, ma non particolarmente incisive, salvo l’effetto di propaganda» afferma, sostenendo che bisogna «creare le condizioni per una tracciabilità effettiva». Anna Maria Bernini, portavoce vicario del Pdl, parla di «una campagna di proclami alla Torquemada, come quelli affidati al dottor Befera», mentre il governatore del Piemonte, il leghista Roberto Cota, definisce il blitz «una messa in scena utile per gettare fumo negli occhi ai cittadini che si sono visti aumentare le tasse dal governo Monti». «Befera dia il buon esempio rinunciando almeno alla metà del malloppo, cioè dell’inverecondo stipendio annuo di circa 450 mila euro» afferma Giancarlo Lehner, Pdl.
Ma l’Italia dei Valori conferma il suo appoggio al governo nella lotta all’evasione «purché si faccia sul serio» con altre misure: «Perché quei controlli sacrosanti, non bastano».

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