CAPANNORI. Il tempo stringe per la realizzazione dell’impianto di compostaggio sul territorio di Capannori. Se entro la fine del mese non saranno avviati i lavori per la costruzione della struttura (portata di 50mila tonnelate, in un’area di 3 ettari, con un costo di quasi 13 milioni), i fondi assegnati (contributo stanziato di circa 850mila euro) potrebbero finire ad altre province. Ad affermarlo è il direttore di Ato costa, Franco Borchi. I finanziamenti per diversi milioni di euro, tramite bando, erano stati assegnati ad Ascit, l’azienda partecipata del Comune.
 «Entro la fine del mese – dice Bronchi – dobbiamo avere una risposta, deve essere inviato il certificato di inizio lavori e il progetto esecutivo per poter erogare i finanziamenti che altrimenti saranno assegnati ad un altro Comune».
 Una via d’uscita potrebbe arrivare dalla Regione. Durante la riunione di Ato, alla quale ha partecipato anche l’assessore provinciale Maura Cavallaro, è stato deciso di rinviare ogni scelta a settembre. Un modo per cercare una soluzione per salvare il progetto di realizzazione dell’impianto. Ma resta da sciogliere il nodo della localizzazione. Per la maggioranza di centro-sinistra il sito più idoneo è quello della Lista-Ganau (ai Poderacci). La delibera della giunta risale al dicembre 2009. E da allora la posizione non è cambiata. Ad eccezione dei cinque dissidenti con i quali però, nel marzo scorso, il sindaco Del Ghingaro aveva siglato un patto che non solo aveva rafforzato l’unità della coalizione e del centro-sinistra, ma anche avviato un nuovo percorso, all’interno delle forze di maggioranza, per l’individuazione di una griglia di criteri concordati, che possano servire da parametri oggettivi per scegliere il sito e la soluzione progettuale più condivisa.
Di segno opposto la Provincia che fa riferimento alla relazione tecnica inviata al Comune in cui si esprimevano le perplessità sull’ubicazione alla Lista-Ganau. Ubicazione contro cui si oppone il comitato ambientalista “Salviamo il centro”.
 Intanto Maurizio Marchetti (nella foto) consigliere provinciale del Pdl sostiene che è l’ora di romperere gli indugi e realizzare l’impianto. «Uno degli argomenti che sta tormentando le amministrazioni comunali, insieme ai cittadini e alle imprese, è certamente quello della gestione dei rifiuti e del loro costo. In questi giorni ho letto interventi di cittadini che si lamentano del fatto che nonostante la raccolta differenziata, le tariffe aumentino.
 «È questo il paradosso lucchese, dove una Provincia incapace di assumere il proprio ruolo di competenza cerca di trascinare la questione in attesa che qualcuno, non si sa bene nemmeno chi, la risolva.
 «In questo contesto ecco dunque che il famigerato impianto di compostaggio vaga come un fantasma nella piana di Lucca, collocato qua e la a seconda degli umori e del consenso del momento. Una situazione che deve essere risolta una volta per tutte, se non altro per un atto di coerenza da parte della maggioranza che continua a riempirsi la bocca di obiettivi del 65% di raccolta differenziata entro il 2012 e addirittura rifiuti zero entro il 2020. Tante belle parole, perché senza impianto di compostaggio, che in questi giorni è stato al centro dell’ennesimo, irritante rinvio della Provincia di Lucca al tavolo dell’Ato, tutto questo non potrà mai verificarsi. Tutto questo senza poi riferirsi alla situazione di Ascit, che con l’impianto scongiurerebbe le ipotesi negative sul proprio futuro, assumendo una dimensione competitiva in ambito anche comprensoriale».

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