Non si deve più andare in altri ospedali per trattare le lesioni e i restringimenti delle arterie e dei vasi che portano il sangue alle gambe e al cervello. La cardiologia del Campo di Marte è pronta per affrontare anche questi casi, ampliando la gamma dei servizi che vengono offerti ai cittadini. Un risultato che va ascritto all’impegno e alla volontà dei medici del reparto.
A dare maggiore rilievo a questa attività è anche il fatto che vengono utilizzate tecniche innovative, metodiche impiegati in pochi altri centri in Italia.
«Dopo la progressiva riduzione della mortalità per infarto osservata in questi ultimi anni a Lucca, tra le prime nella regione – ricorda il direttore del reparto Francesco Bovenzi – la cardiologia lucchese ha affrontato nuove sfide assistenziali, problematiche che fino a ieri costituivano una grande sorgente e spinta verso fughe assistenziali non solo regionali».
Quasi tutti i pazienti infatti si indirizzavano verso Brescia per vedere trattati i loro casi.
«Una scelta difficile e lungimirante – evidenzia Roberto Lorenzoni, medico dello stesso reparto – quella che abbiamo voluto affrontare per il trattamento della malattia che restringe i vasi e poi li fa chiudere, e che si fa strada in maniera inesorabile con l’età e il crescente invecchiamento della popolazione, aiutata anche dalla maggiore presenza nella popolazione di diabete, ipertensione ed ipercolesterolemia».
«Altre volte le manifestazioni aterosclerotiche periferiche precedono l’infarto – aggiunge Mauro Lazzari, altro professionista della struttura – una loro diagnosi corretta permette di riconoscere e prevenire eventi cardiaci per problematiche severe ma ancora silenti, così come il trattamento che rimuove i restringimenti dei vasi, per mezzo di palloncini e piccole reti metalliche, riesce a prevenire persino l’amputazione dell’arto».
Un servizio competente, a tutto vantaggio dei cittadini, che vede già numeri di grande interesse come i 100 casi trattati nel 2009 e già 30 nei primi 4 mesi di quest’anno, dei quali 15 nel distretto carotideo.
«Non per ultimo giova ricordare – afferma ancora Francesco Bovenzi – come il gruppo lucchese di Emodinamica sia stato tra i primi in assoluto in Italia ad affrontare l’angioplastica alle gambe seguendo la via del braccio, un approccio molto più difficile per l’operatore ma decisamente meno invasivo per il paziente, che viene esposto a minori complicanze, a cominciare dalle emorragie. La cardiologia di Lucca fa scuola come invidiabile modello assistenziale e la professionalità degli operatori è testimoniata dall’invito pressante rivolto ai cardiologi lucchesi per relazionare su queste eccellenti esperienze professionali in numerosi congressi nazionali ed internazionali».

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