Il Tirreno
Stop a caminetti e stufe a legna a Capannori. Suscita un vespaio di polemiche l’ordinanza con cui il sindaco Giorgio Del Ghingaro ordina di non accendere fino al 31 marzo caminetti e stufe nelle case in cui è in funzione anche un impianto di riscaldamento a gpl, metano o gasolio.
La multa va da 50 a 500 euro. Il sindaco sottolinea che il provvedimento è stato richiesto da Arpat (l’Agenzia regionale per la protezione ambientale) per il livello scadente della qualità dell’aria che si respira nel Capannorese, ma la popolazione insorge.
Ai capannoresi togliete tutto, ma non il caminetto. In quello che è ancora definito uno dei più grandi comuni rurali d’Italia, il focolare è da sempre un’istituzione, una parte della tradizione, un’abitudine nei giorni d’inverno. E così non c’è da stupirsi se la gente non vede nel migliore dei modi l’ordinanza che ne vieta l’utilizzo.
Divieto non assoluto: caminetti e stufe a legna devono rimanere spenti nelle case che hanno sistemi di riscaldamento alternativi.
Del Ghingaro, alla guida di una giunta di centrosinistra e al secondo mandato, assicura che firmare il provvedimento non è stato facile, ma anche che la relazione dell’Arpat non gli ha lasciato alternative.
I tecnici dell’Agenzia hanno infatti sottolineato come nel caso della stazione di monitoraggio della qualità dell’aria di Capannori sia emersa un elevata presenza di particolato originato dalla combustione di biomasse. Considerate le caratteristiche della Piana lucchese, si deve ritenere che il dato del Pm10 – le polveri sottili – sia dovuto essenzialmente a un significativo uso di legna in stufe e caminetti tradizionali che inciderebbero per il 47 per cento nell’inquinamento da Pm10.
Di conseguenza è arrivato il blocco dei focolari.
Capannori è un comune esteso e gran parte del territorio non è ancora coperto dal servizio di distribuzione di metano. I cittadini si sono attrezzati con il gpl e c’è chi ancora utilizza il gasolio per alimentare le caldaie, ma rimane un dato di fatto il larghissimo uso dei caminetti domestici, che peraltro aiutano a risparmiare sulle bollette.
Molti cittadini confusi, soprattutto i più anziani, hanno capito che il caminetto non può essere utilizzato mai. Non è così: basta non venga acceso in concomitanza con il riscaldamento domestico. Insomma, o l’uno o l’altro.
Non stupisce, dunque, che l’ordinanza del sindaco abbia sollevato tante polemiche. Dai bar ai negozi di alimentari, passando per le piazze e i giardini pubblici, l’argomento del giorno a Capannori è l’ormai ribattezzata “ordinanza dei caminetti”.
E siccome i tempi stanno cambiando, la polemica è sbarcata anche su Internet. La pagina Facebook di Giorgio Del Ghingaro è stata presa d’assalto, ma il sindaco ha trovato modo di rispondere a tutti. C’è chi consiglia di vietare piuttosto l’utilizzo delle auto di domenica, come avviene nelle grandi città. C’è chi sostiene che «la combustione di legna è l’ultimo anello della catena dell’inquinamento che andrebbe valutato». C’è un esperto del settore che assicura che i maggiori responsabili della produzione di Pm10 e particelle anche di diametro inferiore sono la combustione da fossili, l’usura di pneumatici, freni e manto stradale.
E non manca il tocco di ironia capannorese: «Giorgio il mì caminetto lo tengo acceso e stasera mi son fatto una bella bistecca alla brace. Il gasse l’ho finito, il forno un mi va, che la dovevo fa’ sui termosifoni?» scrive in vernacolo Massimo Serafini. Del Ghingaro risponde anche a lui: «La prossima volta invitami».