Il Tirreno

CAPANNORI. Sono realizzate con materiali biodegradabili a basso impatto ambientale (fodera conciata al vegetale, sottopiede in cuoio e suola in para), rispettano la filiera corta, hanno la tracciabilità e impiegano manodopera italiana.
 Sono le scarpe ecologiche nate dal progetto “Ragioniamo con i piedi” e prodotte da un’azienda del nord Italia, dal 2008, che negli anni è cresciuta dando oggi lavoro a 75 persone e che distribuisce il proprio prodotto principalmente attraverso i gruppi di acquisto solidale (i cosiddetti Gas), così come adesso si proverà a fare anche a Capannori.
 Le calzature “verdi” saranno presentate domenica 9 ottobre nell’ambito delle “Giornate internazionali: esperienze comuni verso Rifiuti Zero”, che si svolgeranno nell’auditorium di piazza Aldo Moro, nel centro di Capannori, con un incontro al quale parteciperanno Gigi Perinello del progetto “Ragioniamo con i piedi”, promosso dall’azienda calzaturiera Astorflex, Daniele Del Grande, direttore di Ceseca Innovazione srl, gli assessori all’ambiente e alle attività produttive, Alessio Ciacci e Maurizio Vellutini, insieme al direttore di Ascit, Roger Bizzarri e Arianna Buti del Progetto Active.
 Nella giornata conclusiva del convegno dedicato alle buone pratiche ambientali, che inizierà giovedì, si parlerà quindi della responsabilità estesa del produttore nella riduzione dei rifiuti e anche di alcuni “casi studio” realizzati dal Centro di ricerca rifiuti zero del Comune, che viene coordinato da Rossano Ercolini.
 Tra questi ce n’è uno dedicato proprio alle calzature ecologiche.
 Da un’indagine compiuta dal centro di ricerca, circa il 20% del rifiuto indifferenziato prodotto a Capannori è costituito da scarpe.
 Un dato significativo sul quale il centro di ricerca, che da tempo ha avviato uno studio sui materiali presenti nei sacchetti del cosiddetto residuo, conferiti alla piattaforma di Salanetti, insieme all’amministrazione comunale e al Ceseca intende lavorare per trovare soluzioni alternative alla calzatura classica con lo studio di una scarpa ecologica.
 Per questo è stato avviato un percorso che porti Capannori ad essere capofila di un nuovo progetto sperimentale per lo studio di una scarpa ecologica.
 Una calzatura, vale a dire, facilmente riparabile e quindi riutilizzabile e prodotta con materiali e processi di lavorazione del tutto naturali ed ecocompatibili.
 L’importante occasione per lo start up di un progetto sperimentale è data dal Polo Tecnologico di Segromigno, che sarà ultimato entro l’anno.
 Al suo interno infatti conviveranno i laboratori del Ceseca e l’attività del centro di ricerca rifiuti zero.
 «Il momento potrebbe essere proprio quello giusto – dice l’assessore alle attività produttive, Maurizio Vellutini -, poiché in Europa sta emergendo un filone produttivo di calzature ecocompatibili e la Comunità Europea, anche per cercare di favorire lo sviluppo di queste calzature a produzione locale, interverrà con finanziamenti ad hoc. La produzione di scarpe ecologiche potrebbe essere una produzione di nicchia in grado di favorire la nascita di nuove imprese del territorio».
 «Il nostro Comune, così come ha già fatto con la strategia Rifiuti Zero – prosegue l’assessore all’ambiente Alessio Ciacci – vuole essere tra i primi a far parte di questo nuovo modo di concepire i processi produttivi, una linea di pensiero di cui si parlerà all’inizio di ottobre alle giornate internazionali su rifiuti zero, dalle quali sono certo usciranno collaborazioni e proposte molto importanti per il futuro».

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