Rispetto degli standard di sicurezza e di abitabilità degli interni, conformità agli obiettivi educativi dell’amministrazione comunale, applicazione del contratto collettivo nazionale per i lavoratori e maggiori controlli. Sono le caratteristiche più rilevanti del nuovo regolamento per l’autorizzazione e l’accreditamento dei servizi educativi privati per la prima infanzia che è stato varato negli scorsi giorni dalla giunta Del Ghingaro. L’obiettivo delle linee indicate dal Comune è quello di garantire elevati livelli di qualità ed efficienza.
I privati che vorranno aprire una nuova struttura, ad esempio un nido d’infanzia, domiciliare o aziendale, dovranno presentare una richiesta scritta al Suap del Comune. Gli uffici comunali, sentito anche il parere dell’Azienda Usl e valutata la documentazione allegata, avranno 60 giorni di tempo per dare una risposta.
“Con questo documento vogliamo meglio regolare le attività di questo tipo chiedendo, in fase di apertura, i contratti di lavoro – dichiara l’assessore alle attività produttive, Maurizio Vellutini -. Abbiamo reso più efficiente anche la fase di vigilanza durante il periodo di apertura dei nidi, con la possibilità di chiuderli nel caso vengano riscontrate delle irregolarità. Tutti devono avere l’opportunità di aprire un nuovo nido, a patto di rispettare alcuni requisiti. E’ importante fare svolgere attività educative ai più piccoli e, allo stesso tempo, venire incontro alle esigenze delle famiglie”.
“L’amministrazione comunale crede molto nei più piccoli, che rappresentano il nostro futuro – aggiunge l’assessore alle politiche educative, Leana Quilici -. Proprio per questo è necessario che sia garantito il rispetto dei parametri di sicurezza, sui quali vigileremo costantemente grazie a dei controlli mirati. Presteremo anche una particolare attenzione al progetto educativo di ogni nido, in modo che sia conforme ai nostri standard”.
Per quanto riguarda i criteri di abitabilità e di sicurezza, dovranno essere rispettate le disposizioni contenute nella normativa regionale in maniera di educazione. I nidi d’infanzia, come già stabilito dal consiglio comunale, potranno accogliere da 6 a 18 bambini.
Il progetto educativo allegato alla richiesta di autorizzazione dovrà dettagliare il servizio offerto alle famiglie. Al suo interno dovranno essere fornite informazioni sulla ricettività nel nido, l’organizzazione e gli obiettivi prefissati, i metodi educativi adottati, le modalità di accoglienza, le attività e i laboratori proposti, l’articolazione di una giornata tipo, le formazione degli operatori e come sono previste l’integrazione e il coordinamento con gli altri progetti presenti all’interno del territorio comunale.
Prima dell’avvio dell’attività, ai dipendenti dovranno essere stipulati contratti di lavoro in applicazione dei contratti collettivi nazionali di settore vigenti. Tutti gli operatori, inoltre, dovranno essere professionalmente qualificati.
Il regolamento stabilisce anche forme più efficienti di controllo. La polizia municipale e gli uffici effettueranno verifiche periodiche nelle strutture autorizzate. Inoltre potrà essere richiesto il supporto dell’Azienda Usl. In caso del non rispetto dei requisiti potranno essere presi provvedimenti che arrivano fino alla chiusura dell’attività.
Le strutture private che intendessero accedere ai finanziamenti pubblici e al convenzionamento con il Comune, dovranno rispettare ulteriori requisiti volti al rilascio dell’accreditamento. Ad esempio gli educatori dei nidi dovranno partecipare periodicamente ai progetti di aggiornamento individuati dal Comune. I nidi, inoltre, dovranno disporre di un coordinamento tenico-pedagogico, collaborare con gli uffici comunali per la gestione organizzativa ed educativa ed elaborare criteri per l’accesso ai servizi.
Il regolamento passerà ora all’esame dell’apposita commissione e del consiglio comunale.