Si può offrire un buon servizio di mensa scolastica facendo spendere una cifra equa alle famiglie. Accade a Capannori, dove il buono-pasto costa assai meno che a Lucca e dove – assicura il sindaco Giorgio Del Ghingaro – la qualità è fuori discussione.
Quando spendono i genitori?
Il prezzo di un pasto è di 2.50 euro. Siccome il costo del pranzo da dare all’Eudania, l’azienda che cura la refezione, è di 4,50 euro, il Comune mette 2 euro a bimbo al giorno. A ciò vanno aggiunte le spese per le cucine delle scuole materne (cuoca, utenze). I pasti sono portati già pronti alle materne più grandi, ovvero Capannori, Lammari e Lunata».
Sindaco, facciamo due conti. Quanto spendete all’anno per le mense scolastiche?
«A Capannori vengono serviti 2mila psti al giorno. Le entrate provenienti dalle mense ammontano a circa 650mila euro annui. Nel 2009 esattamente 637mila euro. I costi per il Comune sono stati di 1.677 euro, di cui 1.563 per l’appalto. Significa che abbiamo speso – volentieri – oltre 1 milione».
Una scelta politica: le motivazioni?
«Una decisione politica e sociale. Perché il mio Comune ritiene fondamentale dare sostegno alle famiglie. Nel nostro bilancio, che è virtuoso, abbiamo privilegiato, tra l’altro, l’istruzione (quindi mense, ma anche la manutenzione degli edifici) e i trasporti scolastici».
Visti i tagli del Governo, avete ridotto altri servizi sociali?
«Assolutamente no. Abbiamo limitato, questo sì, le spede meno indispensabili. Per esempio riducendo il sostegno alle iniziative culturali. Ricordo a titolo di cronaca che lo Stato ci ha tagliato 2,5 milioni di euro».
Buoni pasto di carta, come a Lucca, o avete fatto passi in avanti?
«Abbiamo la Capannori Card che dopo la sperimentazione nella elementare della frazione capoluogo da febbraio partirà per tutto l’istituto comprensivo di Capannori. È una tessera personale che serve per il pagamento dei pasti. La tessera personale è simile a quella del bancomat, un supporto di plastica con banda magnetica per pagare il servizio».
Quali sconti ci sono per le famiglie in difficoltà economica?
«Sono previste riduzioni o esenzioni dal pagamento del buono pasto in base al reddito. Riduzione 50% limite di Isee: tra 6.200 e 7.500 euro. Esenzione totale limite Isee inferiore a 6.200 euro. Riduzioni per nuclei numerosi Isee inferiori 16mila euro. 50% per il terzo figlio, 75% per il quarto. Aggiungo che che c’è la possibilità di richiedere menù particolari, naturalmente in base ad esigenze specifiche quali allergie o intolleranze alimentari documentate da certificazione medica e motivi religiosi».

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