Il Tirreno
CAPANNORI. Anche la Provincia rompe l’impasse sul compostaggio. In un documento inviato il 25 novembre al Comune, annuncia un ulteriore valutazione del sito in località “Alla Lista-Poderacci” scelto dalla giunta nel dicembre 2009. L’impianto si farà e si farà lì. Lo dice il sindaco dopo l’ufficialità del finanziamento approvato da Ato Costa.
La domanda è stata accolta (con altre tre) per un contributo di 560mila euro, più 225 mila dalla Regione. Ma si prospetta una corsa contro il tempo. «È un importante passo avanti verso la realizzazione dell’impianto di compostaggio – dice Giorgio Del Ghingaro – il progetto è stato ammesso senza riserve e conta la valenza politica del via libera di Ato Costa. Nonostante i molti detrattori che avevano manifestato scetticismo e perplessità. Chi sosteneva che in mancanza di una variazione del piano provinciale non avremmo potuto presentare il progetto deve ricredersi. Noi abbiamo difeso la nostra scelta. Ora siamo pronti a partire con l’iter amministrativo».
Irremovibile sulla scelta dei Poderacci deliberata un anno fa. L’indicazione del sito alternativo (nel piano provinciale è indicato Salanetti) non è però presente nel progetto presentato dal Comune e dall’azienda di smaltimento dei rifiuti. «Attendevamo un pronunciamento da parte della Provincia che è arrivato il 25 novembre. Si dice che ci sarà un ulteriore approfondimento del nuovo sito. Se la Provincia adesso dicesse no al sito scelto dalla giunta il rischio sarebbe di perdere i finanziamenti».
Laconica la risposta della Provincia, sollecitata dagli ultimatum di Del Ghingaro e dalle schermaglie del primo cittadino con gli assessori Cavallaro e Rovai. Quattro righe nelle quali il presidente Baccelli afferma che chiederà agli uffici competenti «di effettuare un ulteriore approfondimento tecnico-conoscitivo del nuovo sito».
«Credo che la Provincia dovrà tenere conto del sì di Ato Costa e modificare il piano provinciale che dovrà poi tornare in consiglio comunale» dice Del Ghingaro. Il Comune, inoltre, sarà chiamato a modificare il piano strutturale in merito alla nuova localizzazione.
«Il nostro impianto sarà uno più belli e moderni d’Italia: niente cattivi odori e traffico pesante» ribatte Del Ghingaro. Definita la tipologia. «L’area interessata sarà di 3 ettari – precisa l’assessore ai lavori pubblici Luca Menesini – i rifiuti organici faranno un ciclo chiuso senza stare all’aperto. L’impatto ambientale non sarà eccessivo. E non saranno più di 14 i mezzi che transiteranno ogni giorno in entrata e uscita». «Avrà una portata di 50 mila tonnelate, 38 mila per la frazione organica e 12 mila per le potature – dice l’assessore all’ambiente Alessio Ciacci – le potenzialità anaerobiche saranno finalizzate alla produzione di biogas e la qualità dei rifiuti capannoresi consentirà di produrre ottimo compost (terriccio). E un 1 mega watt per produrre anche metano per fornire gli automezzi di Ascit. Una virtuosita ambientale totale».
Il costo dell’impianto tra 12 e 15 milioni, quindi il finanziamento copre una piccola parte. «È un punto di partenza – dice il presidente di Ascit, Maurizio Gatti – e le banche di solito finanziano questi impianti per il 90%. E poi è un progetto di green economy e darà nuovi posti di lavoro».