Il Tirreno
CAPANNORI. Giorgio Del Ghingaro a tutto campo. Il sindaco di Capannori, nel ripristinato question time con i giornalisti, traccia un bilancio amministrativo del 2010 e del suo primo anno del secondo mandato. Del Ghingaro parla dei tagli del governo, di viabilità, scuola, lavori pubblici e della Capannori che guarda al futuro. A chi lo accusa (il centrodestra) di non soddisfare le esigenze dei cittadini, risponde con i fatti.
Quale è il suo bilancio del 2010?
«Siamo andati oltre gli obiettivi di programma. Non a caso ho modificato le deleghe degli assessori per ridare un nuovo slancio a questo grande dinamismo impresso al territorio. Quando dico che Capannori è rock è perché c’è un fermento che non riscontro in altri comuni. Purtroppo alcuni problemi, come la viabilità o i ritardi sul compostaggio non sono dipesi da noi. Possiamo anche sbagliare, ma quanto abbiamo detto lo abbiamo fatto».
Capannori nel 2011 avrà 3 milioni in meno nelle casse comunali. Quali saranno le priorità?
«L’ambito sociale, sostegno alle fasce più deboli, ambiente e imprese. L’approvazione del bilancio preventivo è stata rinviata proprio a causa dell’incertezza per le ripercussioni di Finanziaria e decreto Milleproroghe. Ci saranno minori entrate per 3 milioni che abbiamo provveduto a compensare attraverso una razionalizzazione delle spese, ad esempio costo del lavoro e auto comunali. Ma c’è anche il problema dell’utilizzo degli oneri di urbanizzazione».
Può spiegarlo meglio?
«Finora gli oneri di urbanizzazione, fino al 75%, potevano essere destinati per coprire le spese correnti che ammontano a 30 milioni. Se non sarà più possibile dovremo ridurre gli investimenti di altri 3 milioni. Col rischio di avere meno qualità nei servizi per i cittadini. L’azione del governo è censurabile, perché ricade sui Comuni che sono gli enti più vicini alla collettività».
L’opposizione punta il dito sul disavanzo di bilancio.
«Il bilancio è sano e certificato. Anzi, abbiamo 7 milioni in cassa che non possiamo spendere per il patto di stabilità. E’ assurdo per un comune virtuoso come il nostro. Nonostante tutto abbiamo investito quasi 3 milioni sulla scuola, con un grande successo della banca del tempo didattico confermando quanto Capannori sia innovativa. Pensiamo alle politiche ambientali dove siamo un riferimento nazionale o al regolamento urbanistico preso a modello per la Toscana».
I cittadini hanno a cuore i servizi. In molte frazioni, ad esempio, manca il metano.
«Vorrei ricordare che quando siamo arrivati al governo i trequarti del territorio erano privi di fognature, metanizzazione e rete idrica. Nel giro di dieci anni, per tappe, pensiamo di estendere in tutte le frazioni il metano che è importante e fa risparmiare, oltretutto ora ci sarà la liberalizzazione del mercato. Con Gesam abbiamo un programma che si rinnova ogni tre anni».
Altro nodo è la viabilità, specie viale Europa e la Pesciatina.
«Gli enti locali si sono accordati quasi tre anni fa, adesso è il governo che deve mettere i soldi. Il ministro Matteoli mantenga la promessa. Non possiamo continuare con interventi tampone che non risolvono a fondo il problema».
Quali saranno le grandi opere nel 2011?
«Polo Tecnologico a Segromigno, Cittadella della Cultura di Tassignano ed ex Supercinema a Capannori, sul quale proprio ieri c’è stata la gara per i lavori del secondo lotto. Mi auguro che entro l’estate si possa inaugurare. La Cittadella porterà anche nuovi posti di lavoro e farà girare le attività commerciali della zona. Come del resto l’ex Supercinema».
Aeroporto, qual è la sua posizione?
«Gli enti pubblici hanno fatto la loro parte versando il 25% del capitale sociale che ammonta ad un milione (100 mila la quota parte del Comune ndr), mentre il socio privato (il gruppo Bonansea ndr) non ha ancora ricapitalizzato per circa 800 mila euro. Il termine è scaduto e proprio oggi c’è un’assemblea della Sogeal che detiene il controllo della società areoportuale. Nell’ipotesi di mancato aumento di capitale sociale i soci pubblici avrebbero due opzioni: esercitare la prelazione prevista da una clausola e ricapitalizzare anche la quota parte dei privati diventando di fatto soci unici, oppure si aprirebbero scenari diversi, tra cui il possibile ingresso di nuovi soci privati o enti. Quali saranno le mosse? Non lo so, la latitanza del socio privato ci fa dubitare, ma è anche strano che è un gruppo imprenditoriale che ha rivelato l’80% e si è impegnato ad investire di punto in bianco decida di chiamarsi fuori».