Il Tirreno

LUCCA. E’ pronto a farsi da parte, è pronto a lasciare ad altri la guida della conferenza dei sindaci dell’Asl 2 – per assumere magari un altro importante incarico – ma prima di passare la mano vuole lanciare messaggi importanti. Chiunque sarà eletto presidente dovrà garantire che proceda l’iter per la realizzazione del nuovo ospedale previsto a San Filippo, evitando scontri con la Regione che ostacolerebbero proficui rapporti di collaborazione su temi quali viabilità e Piuss.
E dovrà tener conto delle istanze che vengono dalla Valle del Serchio, una zona delicata dal punto di vista morfologico, affrontando anche la questione dell’ospedale unico. E infine c’è da affrontare la nuova sfida dell’assistenza, le società della salute.
 Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Capannori e presidente uscente della conferenza dei sindaci dell’Asl, sa di lasciare un’eredità importante. In tutto questo periodo ha costruito un rapporto proficuo e costruttivo con la Regione e in particolare con l’assessore Enrico Rossi, probabile prossimo governatore della Toscana. E spera che questo patrimonio possa essere conservato e incrementato.
 La nomina dei due presidenti delle articolazioni zonali della conferenza dei sindaci, Mauro Favilla per la Piana e Amerino Pieroni per la Valle del Serchio, ha ristretto a questi due nomi la corsa per la presidenza dell’organismo, anche perchè non è stata trovata unità su una diversa candidatura.
 Cosa accadrà quindi nella prossima assemblea della conferenza?
 «Metterò all’ordine del giorno – spiega Del Ghingaro – l’aggiornamento dell’iter per il nuovo ospedale e l’elezione del nuovo presidente. Mi auguro che ci sia una larga convergenza di tutti i sindaci su un nominativo che possa rappresentare l’interà comunità dell’Asl, sarebbe bello votare all’unanimità. Lavorerò perchè si trovi un’intesa nell’interesse dei cittadini. L’assemblea sarà convocata a metà dicembre, ci sono 15 giorni di tempo per discutere e valutare le possibili soluzioni».
 Se dovesse essere eletto Favilla si rischia uno stop al nuovo ospedale?
 «Darò la massima collaborazione, così come ho già fatto nella conferenza zonale, per portare a compimento progetti avviati e che vanno conclusi. Il primo è il nuovo ospedale. Mi auguro che ci sia nella maggioranza della conferenza dei sindaci la convinzione che il nuovo ospedale va fatto e che venga superato il dissenso del sindaco Favilla rispetto alla collocazione a San Filippo».
 Cosa accadrà se il sindaco di Lucca si dimostrerà intransigente?
 «L’intelligenza politica di Favilla credo che impedirà un simile percorso che porterebbe inevitabilmente non solo a una frattura nella conferenza dei sindaci, ma a una frattura territoriale. L’ospedale non è solo di Lucca ma di tutta l’Asl. Una posizione più responsabile permetterebbe non soltanto di rassenerare il clima ma di agevolare i rapporti con la Regione».
 Qual è la sua posizione rispetto all’ipotesi dell’ospedale unico della Valle del Serchio?
 «Ci siamo lasciati con un accordo preciso rispetto all’accreditamento dei due presidi di Barga e Castelnuovo e all’inizio di un percorso concordato con gli enti rispetto all’individuazione di un sito. Se come auspico sarà trovato un accordo credo che la Regione sia disponibile a finanziare l’opera. E’ in ballo il futuro della sanità nella Valle».
 Entro venerdì 4 dicembre devono essere approvati gli statuti delle società della salute. Che cosa accadrà?
 «Nelle società della salute oltre ai comuni c’è l’Asl con una quota del 33%. Le scelte sanitarie passeranno attraverso decisioni forti della politica. E’ una sfida importante, bisogna integrare aspetti sociali e territoriali, bisogna definire i ruoli e quindi la convenzione che sarà fatta fra società della salute e Asl sugli ambiti di competenza. Abbiamo una discussione in corso sul profilo di salute e sul piano integrato di salute e adesso dobbiamo individuare le forme per conferire nuovi servizi alle società della salute. Un’attività che vedrà attori principali Comuni, Asl, il privato che opera nel sociale, il volontariato e i sindacati. Dò la mia piena disponibilità al confronto sui tavoli che loro preferiscono».
 

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