Il Tirreno

Ho accolto ben volentieri l’invito del direttore a partecipare all’i niziativa con cui Il Tirreno celebra la giornata del 17 marzo, data di nascita dell’Italia unita. Nelle ricorrenze solenni la famiglia si riunisce; oggi voglio essere con la famiglia livornese e toscana tutta, raccolta attorno a un ideale desco per celebrare il compleanno della nostra amata Italia.

Nell’arco di questa giornata storica si succederanno in ogni parte d’Italia manifestazioni celebrative; prima fra tutte quella che si svolgerà a Roma, dove dinnanzi al Parlamento riunito in seduta comune, il presidente della Repubblica, quale rappresentante dell’u nità della Nazione, rivolgerà il suo discorso al Paese. L’a nniversario celebra l’evento a partire dal quale noi possiamo dirci Nazione; e con Cavour affermare «en face du monde» l’esistenza dell’Italia come Stato.

La stagione risorgimentale ha coagulato aspirazioni, spinte e progetti diversi, anche profondamente diversi, tenuti insieme da una caparbia volontà di riscatto, da un anelito impetuoso di libertà, da una passione tenace per il comune patrimonio di lingua, di cultura, di memorie. Molte di quelle diversità sono, ancora oggi, oggetto di dibattito storiografico, al quale l’approssimarsi del centocinquantenario ha ridato vigore.

Lasciamo agli storici, di ieri e di oggi, il compito di continuare a “indagare” su quelle tante diversità che connotarono il processo unitario. Processo certamente non lineare; come non lineare fu il tempo che seguì, quando la cultura italiana, osserva Lucio Villari “ fu costretta a misurarsi tra i destini di espansione del nostro paese e le quotidiane, contraddittorie necessità della costruzione statuale, amministrativa ed economica, e delle relazioni civili”.

Tutto ciò ci è noto; ciò nondimeno il nostro sentimento, il sentimento della più gran parte di noi avverte oggi, come in passato, la forza unificante di quel desiderio di libertà, di affermazione della nostra dignità di uomini e di cittadini. Di questa dignità, sentimento difeso fino all’estremo, la letteratura risorgimentale, come d’altra parte quella resistenziale, è testimonianza toccante e insieme memoria che impegna grandemente il nostro presente e il nostro agire.

Con un sentimento vivo del nostro passato, delle nostre memorie; con uno sguardo trepido e insieme fiducioso volto al futuro mi accingo a vivere questa giornata. Dei molti e diversi pensieri che affolleranno la mia mente, delle emozioni che questi pensieri risveglieranno nel cuore, non pochi saranno dedicati a Livorno. Come affermavo all’inizio, infatti, oggi voglio essere con la mia Livorno e con i diletti concittadini livornesi per augurare, con una sola voce: buon compleanno Italia!

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