Il Tirreno

LUCCA. È il sindaco di Capannori Giorgio Del Ghingaro il responsabile sanità e welfare di Anci Toscana, associazione composta da tutti i comuni che da anni si occupa dei rapporti con la Regione e con lo Stato in merito alle questioni di maggior rilievo per i cittadini. Un incarico che gli è stato proposto dal presidente dell’Anci Alessandro Cosimi. Il primo cittadino, quindi, calca le scene regionali in tema di sanità. È determinato a farlo con serietà e rappresentando la volontà di tutti i sindaci. Non mancherà, però, di portare innovazione nel metodo e nei contenuti. Inoltre, continua la sua esperienza come presidente della Conferenza dei sindaci per la Piana e la Valle del Serchio.
 Sindaco, l’incarico che ha ricevuto dall’Anci avrà ripercussioni sulla sanità lucchese?
 «Continuerò a dire la mia e a combattere per garantire servizi all’avanguardia ai cittadini. In questi quattro anni abbiamo avviato percorsi importanti come il nuovo ospedale e la nascita della Società della salute. L’impasse provocato dal centrodestra danneggia soprattutto i territori».
 A cosa si riferisce quando parla di impasse causato dal centrodestra?
 «La Conferenza dei sindaci convocata due giorni fa aveva come unico punto all’ordine del giorno l’elezione del presidente. I sindaci del Pdl, però, hanno invalidato la seduta uscendo dall’aula, perché incerti di avere la maggioranza per scegliere loro la persona che ricoprirà l’incarico. Il dubbio è nato per l’assenza di alcuni comuni di centrodestra alla riunione. Forse, non sono così così concordi sulla vicenda della presidenza».
 Sta dicendo che il sindaco Mauro Favilla non è sostenuto dall’intero centrodestra?
 «Sto dicendo soltanto quello che sta accadendo. Si discute da oltre sei mesi dell’elezione del nuovo presidente della Conferenza dei sindaci e ancora nulla è avvenuto. Abbandonare l’aula prima della votazione ha significato anteporre logiche della vecchia politica agli interessi della collettività in campo sociosanitario. Non ho intenzione di continuare così. Abbiamo iniziato un lavoro serio e importante per la sanità lucchese, in maniera condivisa senza le barriere degli schieramenti politici. Ora si vorrebbe tornare indietro, ma io sono pronto a portare avanti le decisioni già assunte e condivise.
 Si riferisce al nuovo ospedale?
 «Sì. L’ospedale di San Filippo è una struttura che dovrà servire tutti i territori, non soltanto il Comune capoluogo. I continui tentativi da parte dell’amministrazione di Lucca di fermare la realizzazione di un ospedale moderno e all’avanguardia sul nostro territorio devono avere un termine, visto che lo stesso comune di Lucca ha scelto il sito dove costruirlo. Quando si parla di sanità parliamo di un tema prioritario per tutte le comunità coinvolte. Asl 2 e Conferenza dei sindaci si sono espressi in una direzione precisa. Che Lucca chiarisca le sue intenzioni».
 Quali le difficoltà per la sanità lucchese?
 «In campo sanitario c’è ancora molto da fare. Accanto alle eccellenze che abbiamo negli ospedali e sul territorio, occorre far crescere professionalità all’avanguardia. Sarà necessario sviluppare una politica del personale che, nel rispetto degli equilibri di bilancio, permetta nuove dotazioni nei reparti e nelle strutture che ne necessitano».
 Ci sono riscontri che questa sia la direzione giusta per la sanità?
 «Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi e professionali della sanità lucchese, frutto dell’integrazione ospedale-territorio-prevenzione, gli indicatori di qualità, valutati dalla Scuola S. Anna di Pisa, evidenziano valori tra i migliori a livello regionale. Tra i dati più positivi: il numero dei ricoveri è in costante diminuzione; l’attività di “Chirurgia in un giorno” e ambulatoriale è in aumento; il dipartimento di emergenza urgenza, che rappresenta il collegamento tra le attività territoriali e quelle ospedaliere, è migliorato dal punto di vista strutturale e organizzativo. Ma noi sindaci vogliamo che l’Asl nel suo complesso dia standard di servizi sempre migliori».
 

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