Il Tirreno
CAPANNORI. «Sono sconvolto». Queste le prime parole del sindaco di Capannori Giorgio Del Ghingaro dopo la visita al carcere San Giorgio dove è andato nella doppia veste di amministratore e di presidente della conferenza dei sindaci. Del Ghingaro è il primo sindaco che varca la soglia del penitenziario per vedere i detenuti nelle celle. Il primo cittadino di Capannori annuncia che porterà all’interno della conferenza dei sindaci le problematiche vissute dai carcerati «perché è necessaria la testimonianza per trovare soluzioni. Sento l’esigenza di farmi promotore di un tavolo di coordinamento con gli enti locali, le associazioni, il mondo del volontariato e le cooperative del terzo settore per trovare le sinergie necessarie a dare vita a percorsi formativi, educativi e professionali per la popolazione carceraria. I detenuti oggi si occupano solo delle pulizie e della cucina. Perché una volta nella società civile non tornino a delinquere bisogna trasformare la detenzione in un processo di reinserimento. Farlo vuol dire fare prevenzione».
Non solo. C’è l’esigenza di un nuovo carcere: «Va aperta – dice Del Ghingaro – la discussione tra gli enti locali per trovare soluzioni».
La capienza del San Giorgio è di 90 persone, ma ora i detenuti sono 176. In ogni cella, di 3 metri per 3 metri, convivono tre o quattro carcerati. In alcune sezioni qualcuno per scendere dal letto deve camminare sopra quello di un altro. La popolazione detenuta è prevalentemente extracomunitaria. Le cause della carcerazione sono soprattutto la droga e i furti. Un detenuto al San Giorgio resta, in media, dentro per un anno.
«Di fronte a questi dati – dice Del Ghingaro – è necessario porre la questione all’attenzione pubblica e trovare soluzioni. Con la chiusura da parte dell’Asl di una sezione perché non agibile, la situazione del sovraffollamento è diventata ancor più tragica. Dal sovraffollamento nascono problemi di igiene e di trasmissione delle malattie. Nonostante la presenza di un presidio medico e le visite degli specialisti, la condizione vissuta dai detenuti è pesante. Ho saputo che per quanto riguarda l’assistenza medica c’è un buco dalle 10,30 alle 15. Mi attiverò con l’Asl perché venga coperto. Inoltre, con l’arrivo dell’influenza A non possiamo abbassare la guardia, anzi».
L’occhio del sindaco di Capannori ha colto anche la falla dal punto di vista strutturale. «Il San Giorgio è una struttura risalente al 702 d.C. – prosegue Del Ghingaro – È fatiscente, e non adeguata alla funzione che svolge. Un problema per i detenuti e per il personale. Tra l’altro l’organico degli agenti è insufficiente. Sono in 90, costretti a turni massacranti. Il ministero di giustizia continua a togliere fondi, ma la situazione chiede esattamente il contrario. La piaga del sovraffollamento è anche il frutto di una politica che ritiene il carcere uno strumento per diffondere sicurezza. In realtà, la mera carcerazione provoca l’aumento della criminalità».