Il Tirreno
Visto dalla Francia, dove lo Stato rimborsa anche i soldi per pagare la baby-sitter, potrebbe sembrare un argomento banale e scontato: considerare come “cosa normale” che una donna possa fare figli e lavorare.
Eppure in Italia, e anche in Toscana, questa normalità rappresenta un miraggio per molte giovani coppie che stentano a trovare i soldi, una casa o semplicemente un asilo nido. Una situazione aggravata ancor più dalla crisi economica. La media nazionale dice che dopo una gravidanza nel 20% dei casi la donna è costretta a lasciare il lavoro. Una percentuale che in Toscana scende al 17%, ma che indica comunque grandi difficoltà per chi vuole formare una famiglia. Molte volte la scelta di mettere al mondo più di un figlio vuol dire oltrepassare la soglia di povertà, come indicano le statistiche: in caso di presenza di due o più figli minori la percentuale di povertà delle famiglie toscane balza al 21% rispetto ad una media del 12%. Ecco allora che Enrico Rossi, candidato del Pd alla presidenza della Regione Toscana, ha deciso di ripensare il sostegno regionale alle famiglie proponendo un mix di interventi che vanno dal contributo fisso per le famiglie con un neonato, all’aumento dei posti negli asili nido, fino alla revisione dei punteggi dell’edilizia sociale a favore delle coppie toscane con figli a carico. «L’Italia è un Paese che pensa troppo poco alla natalità – ha detto Rossi – e in definitiva anche alla famiglia, nonostante i tanti annunci su questo tema. Noi avanziamo alcune proposte concrete che rientrano nel solco di tante politiche europee, dalla Francia alla Gran Bretagna, a sostegno delle famiglie».
La prima idea presentata da Rossi è un contributo di 2mila euro per le giovani famiglie residenti in Toscana che hanno avuto un figlio nel 2010. E’ una misura che potrebbe interessare 15.600 nuclei familiari, solo per ciò che riguarda l’anno in corso. «Servirà a coprire – ha spiegato Rossi – una parte della retta dell’asilo nido e dell’affitto della casa».
Il contributo verrà erogato sotto forma di riduzione del costo di alcuni servizi pubblici, come appunto le rette dell’asilo. Il costo previsto è di 23 milioni di euro. Come trovare questi soldi? «Rimodulando gli interventi che già facciamo – risponde il candidato presidente del Pd – e grazie alla riduzione dell’1% del costo della pubblica amministrazione regionale che è prevista dal nostro programma».
La seconda proposta lanciata da Enrico Rossi è l’incremento dei posti negli asili nido. Oggi il 31% dei bambini toscani dai 6 mesi ai 3 anni li frequenta (la media italiana è il 14%) e l’obbiettivo è arrivare al 40% in 5 anni. «Il servizio asilo – ha spiegato Rossi – deve essere sempre più vicino ai genitori, fornendo diverse opzioni alle famiglie: quella pubblica, il nido di vicinato e quello aziendale. Due modalità, queste ultime, che vanno incentivate ad integrazione dell’offerta pubblica e dei servizi per l’infanzia comunali». La terza misura è una revisione dei criteri di assegnazione dei punteggi nell’edilizia sociale. «Vogliamo aumentare in modo consistente – ha detto il candidato del centrosinistra – i punteggi per le famiglie residenti in Toscana e con uno o più figli a carico».