La Nazione

L’ESTREMA sicurezza di sempre ora è condita da un pizzico di tensione. Sana e normale: il sindaco di Capannori è atteso da una prova-batticuore. Sfidare tutto e tutti, cercando di rivincere a Capannori. Rimanere in sella nonostante l’ondata di centrodestra soffi insistentemente sull’Italia, convincere anche i più riottosi che la sostanza è più dell’immagine. Chi dice che può rivincere al primo turno, chi lo vede in difficoltà. Come sempre le previsioni sono un terno al lotto. In questa esclusiva intervista-verità, Giorgio Del Ghingaro affronta per la prima volta anche temi scottanti.
Sindaco, non teme che il crollo del Pd a livello nazionale provochi contraccolpi per la sua ricandidatura a sindaco?
«A livello nazionale è inevitabile che la situazione del Pd stia facendo riflettere molte persone. Però sono anche convinto che la compattezza alla fine abbia la meglio, e si possa riprendere il percorso produttivo e positivo per l’Italia. A livello locale le cose cambiano, perché contano più i fatti, le cose concrete e le opere realizzate che non la politica nazionale. Credo che a Capannori il Pd avrà un buon risultato e che i cittadini valuteranno le cose realizzate».
Però si dice che lei sia preoccupato, che sia stato spiazzato dal centrodestra, che ha candidato alla carica di sindaco il direttore dell’Ascit, l’ingegner Matteucci. Dica la verità…
«Ho sempre detto che non mi occupo delle scelte fatte dalla destra e così continuo a fare. Se hanno scelto un uomo con le caratteristiche di Matteucci, vuol dire che lo ritengono idoneo a misurarsi col sottoscritto. Tuttavia penso che se in 5 anni di opposizione il centrodestra alla fine si è diviso e non ha trovato la sintesi, vuole dire che manca di una vera e propria leadership».
Si riferisce alla rottura con l’Udc?
«La scelta dell’Udc è una scelta coerente e credo che, al di là dei risultati che arriveranno, sia inevitabile che questo fatto creerà le condizioni per un diverso scenario politico futuro, del quale si dovrà tenere conto. Così come a livello nazionale si dovrà tener conto di un Casini che si pone in maniera propositiva verso il centrosinistra».
Intanto a Capannori c’è un’invasione di manifesti 6×3 che esaltano l’azione del Comune. Ma li ha pagati lei o sono pagati con i soldi dei cittadini?
«Sono manifesti istituzionali, pagati dal Comune, come è sempre accaduto. Quelli politici, che ancora devono essere realizzati, saranno a carico del sottoscritto. Ritengo che la comunicazione sia un elemento essenziale della politica e della fase amministrativa, è opportuno che la gente sappia ciò che è stato fatto e ciò che si farà».
Ma è una campagna in perfetto stile berlusconiano, non lo neghi.
«Berlusconi ha insegnato molto a tutti in fatto di comunicazione».
Sì, però al di là delle realizzazioni concrete, avete investito molto nell’immagine e quindi in convegni, eventi, pubblicazioni. Pensa che la gente gradisca o che lo ritenga sperpero di denaro pubblico?
«Cinque anni fa il Comune di Capannori veniva da un momento buio: era necessario che diventasse un comune dinamico, propositivo, attento anche a come veniva percepito. Lo abbiamo fatto diventare un centro di attrazione culturale, tecnologica e turistica in grado di porsi a pari livello dei comuni anche più importanti della Toscana. Per le risorse, l’essere riusciti rispetto al passato ad attrarre finanziamenti privati e sponsorizzazioni, ci ha permesso di destinare più attenzione anche a questo tipo di iniziative. La cosa di cui vado più fiero è che Capannori ora è un comune rispettato e stimato».
Il nuovo casello del Frizzone, la raccolta differenziata. Quali altri progetti pensa di portare a termine entro giugno, fine del mandato?
«Con il casello c’è stata la concretizzazione di un percorso che era iniziato diversi anni prima e che poi si è realizzato dal 2006 al 2008: è una porta d’accesso finalmente dignitosa al Comune di Capannori, ma l’esperienza del porta a porta è sicuramente la più importante di tutte fra quelle fatte finora, la più grande iniziativa popolare di sempre sul nostro territorio. Ricordo che i primi tempi in cui abbiamo lanciato la proposta alla comunità, venimmo osteggiati dal centrodestra, addirittura derisi. Ed ora assieme a noi, fortunatamente, si godono i risultati raggiunti. Il porta a porta è veramente la cosa più grande che i cittadini di Capannori hanno fatto, noi ci abbiamo messo solo l’idea».
E il rush finale, invece?
«Sarà dedicato alla parte socio-sanitaria: conclusione del distretto accanto al Comune, che accorperà varie strutture sanitarie tra cui quella di Carraia e quella ospitata nel palazzo comunale, con la creazione di un auditorium di circa 150 posti a disposizione delle associazioni e comunque della comunità. Poi la cittadella della salute a Marlia: i lavori stanno terminando. Oltre al rafforzamento della casa di riposo ci sarà il centro diurno, l’ospedale di comunità e il distretto. E ancora, importantissimo, letti a disposizione per la riabilitazione da ictus».
Qualcuno dice che una sua posizione di forza nel Pd, e quindi una sua riconferma a sindaco, potrebbe essere avversata anche da una parte del centrosinistra. Fantapolitica o c’è qualcosa di vero?
«Il sindaco è colui che dopo le discussioni, gli approfondimenti, le varie concertazioni, si deve assumere la responsabilità della decisione, che non sempre va bene a tutti. Quindi non escludo che qualcuno possa non essere perfettamente d’accordo con quanto è stato fatto e su come. Però è stato fatto, e nell’esclusivo interesse della comunità, non certamente del sottoscritto. Vorrei però sottolineare che la coalizione di centrosinistra è sempre stata, e lo è ancora di più ora, unita e compatta intorno a un programma condiviso e a una leadership del sindaco».
Chiudiamo con un pronostico sulle elezioni: vincerà lei al primo turno, ci sarà un ballottaggio oppure alla fine la spunteranno i suoi avversari?
«Ma guardi, io non ci penso a questa cosa. Penso invece sempre se ho fatto o no il mio dovere. Credo di averlo fatto e di poterlo continuare a fare. Non mi voglio preoccupare delle elezioni, i cittadini sceglieranno il sindaco giusto per loro…».

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