Il Tirreno

I ricercatori mostreranno un’applicazione per creare computer più potenti

Occasione per la crescita delle aziende locali

CAPANNORI. Non soltanto tre premi Nobel della fisica prenderanno parte al convegno sulle nanotecnologie di giugno: anche i ricercatori di Microsoft saranno presenti all’evento per mostrare un’applicazione che servirà a creare computer più potenti.
 Mentre Lucca perde il G8 della Scienza, dunque, Capannori si prepara a ospitare il convengo che ogni due anni è organizzato dalla comunità internazionale della fisica della materia in una città del mondo, per promuovere lo scambio di idee fra i ricercatori delle Università più qualificate. Nella Piana l’evento è promosso dall’Officina della creatività, nata da circa un anno grazie alla sinergia fra Comune e il coordinatore dell’Officina Vittorio Pellegrini, primo ricercatore del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) e ricercatore della Normale di Pisa.
 L’obiettivo del convegno è creare un ponte fra ricerca e aziende del territorio per svilupparne potenzialità e competitività. Pellegrini, in che cosa consiste esattamente il convegno?
 «Sarà un convegno che affronterà alcune tematiche di frontiera nel campo della fisica della materia. In altre parole, quanto sarà illustrato a villa Guinigi a Matraia non troverà applicazione immediata, ma rappresenterà una serie di applicazioni in ambito di nanotecnologie e nanoscienze che fra dieci anni potrebbe avere conseguenze rivoluzionarie».
 Quali temi saranno affrontati?
 «Diversi. Uno di rilievo è quello che sarà illustrato dai ricercatori di Microsoft. I ricercatori dell’azienda spiegheranno una futura applicazione delle nanotecnologie nel campo dei computer che permetterà di realizzare macchine più potenti. Microsoft ha economicamente supportato la discussione di questo tema».
 Perché un convegno di rilevanza mondiale si svolgerà a Capannori?
 «Perché Capannori ha un’amministrazione che ha saputo cogliere l’utilità, per l’occupazione e la crescita del comparto produttivo locale, di proporre in loco convegni di prestigio. Inoltre, è un comune vicino a realtà universitarie importanti, come Pisa e Firenze che nel campo della ricerca sono avanzatissime. È anche grazie alla collaborazione delle università e dei ricercatori che è stato possibile realizzare un importante momento di confronto come questo».
 Nella pratica, le imprese di Capannori e della Lucchesia potrebbero trarre profitti dallo sviluppo della ricerca in questo ambito?
 «L’obiettivo è creare un collegamento fra ricerca e aziende. Capannori ha una realtà produttiva che potrebbe giovarsi dell’applicazione delle nanotecnologie. Ad esempio, nel settore delle pelli del Valdarno sono stati prodotti significativi vantaggi dall’applicazione dei contenuti della ricerca. Ricerca e imprese, però, hanno motori diversi. La ricerca corre, l’azienda ha tempi più lenti. Occorre quindi creare collegamento fra le parti, perché del dialogo ne approfittino i territori e i cittadini».
 Puntare sull’innovazione permetterà di superare la crisi economica?
 «Non c’è altra strada. Ci sono tecnologie biodegradabili che potrebbero migliorare il rapporto con l’ambiente. E ancora, altre che migliorerebbero le prestazioni delle imprese nel loro campo di attività. L’innovazione fa sviluppare l’azienda che può innescare un circolo virtuoso sia a livello occupazionale, sia di realizzazione di qualifiche».
 Dopo il convegno, l’Officina della Creatività come tradurrà le parole in fatti concreti?
 «A Capannori c’è la sfida di realizzare un centro dell’innovazione, che dovrà essere riempito di contenuti. Questo centro dovrà essere il legame fra il mondo della ricerca e le aziende. In altre parole, la ricerca produrrà l’idea. Il centro dell’innovazione la svilupperà rendendola un prodotto applicabile. L’azienda, infine, potrà utilizzare quel prodotto per divenire più competitiva nel suo settore».

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